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Castellammare di Stabia

Juve Stabia in zona playoff? Fabio Maistro: “La salvezza resta l’obiettivo principale”

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a Juve Stabia, guidata da mister Pagliuca, sta confermando in Serie B le ottime prestazioni che l’hanno portata alla promozione dalla Serie C.

Dopo aver dominato il proprio girone, le Vespe sono ora protagoniste anche nel campionato cadetto, occupando una posizione di classifica che le proietta verso i playoff. L’obiettivo resta la salvezza ma i tifosi si godono questo momento.

Tra i principali artefici di questo andamento in campionato c’è sicuramente Fabio Maistro, talentuoso centrocampista classe ’98 arrivato in estate dalla SPAL.

Il calciatore intervistato dai colleghi di Tuttomercatoweb si è lasciato andare ad una lunga chiacchierata che ha svelato tanto sul suo pensiero:

Perchè la Juve Stabia e non un’altra società

La scelta della Juve Stabia è stata dettata da un’attenta valutazione insieme al mio agente (Minieri n.d.a). Le caratteristiche dell’allenatore e il progetto sportivo mi hanno convinto. L’inserimento nella squadra è stato graduale. Ho dovuto lavorare sodo per adattarmi ai ritmi e ai meccanismi di gioco della squadra, ma ora mi sento parte integrante del gruppo.

Mister Pagliuca e il paragone con altri allenatori

Con mister Pagliuca ho instaurato un rapporto di grande stima e collaborazione. All’inizio il suo approccio è stato molto intenso: mi ha spinto al massimo per migliorare ogni aspetto del mio gioco. Continua a seguirmi con grande attenzione, correggendo i miei errori e valorizzando i miei punti di forza. La sua meticolosità e la sua capacità di leggere le partite sono davvero uniche. Mi ha insegnato a prestare attenzione ai dettagli tattici e tecnici, e questo mi ha permesso di crescere molto. È un allenatore esigente, ma allo stesso tempo molto umano e disponibile. Non ho mai avuto un allenatore così attento alla crescita individuale dei giocatori.

Quale è il vostro obiettivo in campionato?

Siamo molto contenti del nostro inizio di campionato, ma i piedi restano ben piantati per terra. La salvezza è sempre stata il nostro obiettivo primario, e ci stiamo lavorando con umiltà e determinazione. Partita dopo partita, diamo il massimo per portare a casa più punti possibili. Il resto verrà da sé.

Due gol in dieci partite?

Beh, sapevo di potercela fare. In questa categoria, mi sento a casa, e dopo un paio d’anni un po’ sfortunati, avevo fame di gol. Non mi pongo limiti, gioco alla giornata, ma di sicuro voglio continuare così.

Il direttore sportivo Matteo Lovisa

Lovisa è stato determinante per il mio arrivo qui. È stato lui a insistere affinché la società mi ingaggiasse. Apprezzo molto la sua passione e la sua conoscenza del calcio, nonostante la giovane età. Inoltre, è una persona molto umile e disponibile, con cui è facile instaurare un rapporto di fiducia.

Come è stato adattarsi al sintetico?

Il passaggio dall’erba naturale al sintetico comporta un adattamento significativo. La palla ha un comportamento diverso, rimbalza in modo più imprevedibile e il grip sul terreno cambia completamente. Per chi come me è abituato all’erba, l’impatto è notevole, soprattutto nelle prime partite. Il sintetico bagnato, poi, accelera ulteriormente il gioco, rendendo tutto ancora più complicato. Gli avversari che non sono abituati a queste condizioni si trovano spesso in difficoltà, soprattutto nelle prime fasi della partita.

Quale squadra sarà promossa in serie A?

Abbiamo già sfidato Pisa, Sassuolo e Spezia. Sono tutte ottime squadre, ma se dovessi scommettere su una favorita per la promozione diretta, indubbiamente sceglierei lo Spezia. La loro partita contro di noi è stata una dimostrazione di forza fisica e tecnica. Sono convinto che saranno loro a conquistare la Serie A.

Sei cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina che ne pensi di Ranieri e Sottil?

Ranieri e Sottil si distinguevano già nel settore giovanile per la loro maturità calcistica. La loro capacità di leggere il gioco e prendere decisioni rapide era evidente. Avevano una tecnica sopraffina e una fisicità che prometteva bene. Inoltre, dimostravano una grande intelligenza tattica, anticipando le mosse degli avversari. Era chiaro che avessero le potenzialità per arrivare in Serie A.

SPAL, Salernitana, Ascoli e Pescara quale il ricordo più bello?

Ognuna di queste squadre ha lasciato un segno indelebile nel mio percorso. L’Ascoli, però, è stata una parentesi magica. Una squadra giovane e affamata, con un mister che ci seguiva come un padre. Ricordo ancora la gioia delle vittorie casalinghe e l’emozione dei playoff. Anche la Salernitana è stata fondamentale: è lì che ho iniziato a farmi notare e sono stato convocato in Under-21. Ma se dovessi scegliere un’esperienza che mi ha formato e divertito allo stesso tempo, indubbiamente sceglierei quell’anno ad Ascoli.


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