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Castellammare di Stabia

Juve Stabia, Fortini: Castellammare è meravigliosa. Il coro del Menti per il mio gol lo ricorderò per sempre

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iccolò Fortini, promettente esterno in prestito dalla Fiorentina alla Juve Stabia, si è aperto in una lunga intervista a Radio FirenzeViola, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua giovane carriera e le emozioni che sta vivendo in questa nuova esperienza.

Riflessioni sull’esplosione e l’approdo alla Juve Stabia

Fortini ha esordito parlando delle sue aspettative e della sua crescita nel mondo del calcio professionistico: “Ho pensato molto alla mia esplosione, non so dare una risposta. Sicuramente so quelle che sono le mie doti dunque mi aspettavo di poter far bene. Magari, ecco, forse non così bene”, ha ammesso con un sorriso, sottolineando come le cose stiano andando persino meglio delle previsioni. Nonostante un inizio non da titolare, l’esordio a Marassi contro la Sampdoria ha rappresentato una svolta: “Nelle prime gare non ho giocato poi ho esordito a Marassi contro la Samp, in un campo non banale anche se era a porte chiuse, e da lì con il mio primo assist ho iniziato a trovare fiducia e a giocare regolarmente”.

Tornando all’estate precedente, Fortini ha descritto il ritiro con la Fiorentina come un’esperienza “incredibile” e formativa, specialmente la parentesi in Inghilterra. Nonostante l’obiettivo iniziale fosse giocarsi le sue carte a Firenze, la consapevolezza di un minor spazio in prima squadra lo ha portato ad accettare con entusiasmo la proposta della Juve Stabia: “Sapevo che la Juve Stabia mi voleva, era qualcosa che andava avanti da tempo ma il mio obiettivo inizialmente era quello di giocarmi le mie carte a Firenze. Poi, parlando con il mio agente e i direttori, ho capito che non avrei avuto spazio in prima squadra in viola e dunque con gioia ho accettato la proposta della Juve Stabia: quella di venire a giocare qui è una scelta che rifarei un altro milione di volte”.

L’emozione del primo gol e la scoperta di Castellammare

Il racconto si è poi spostato sul momento magico del suo primo gol tra i professionisti, arrivato in una gara in cui non era al meglio della condizione fisica e partito dalla panchina: “Domenica era la mia prima gara dopo un lungo problema alla caviglia ma non ero ancora al top. e infatti ero partito dalla panchina. Sono dovuto entrare dopo nemmeno 30′ perché si è fatto male il terzino Andreoni e dunque sono entrato un po’ a freddo. Mai avrei immaginato che quello sarebbe stato il giorno del mio primo gol. Una rete, direi, un po’ strana.”. La stranezza del momento è stata accentuata dalla reazione iniziale dei compagni: “Perché quando ho messo la palla nel sacco nessuno è venuto ad esultare da me. Ho avuto il terrore di essere in fuorigioco e lì per lì ho pensato: non ci credo, proprio a me. Poi alla fine i miei compagni sono corsi ad abbracciarmi e il Var ha confermato che il gol era regolare. E lì mi sono liberato. Sentire scandire il mio nome da tutto lo stadio è stata una soddisfazione incredibile”.

Fortini ha poi espresso il suo entusiasmo per l’ambiente trovato a Castellammare di Stabia: “Meravigliosa. Lo stadio è all’inglese, piccolo ma caldissimo. L’affetto della gente si percepisce ovunque, anche per strada. Me lo avevano detto che questa città era così ma forse non avevo ben realizzato: pensate cosa vuol dire, per un giocatore come me che fino a pochi mesi fa era in Primavera, essere fermato in centro dalle persone per una foto o un autografo. Fare un salto così alto è stato bellissimo”.

Il ruolo del padre, la passione per il tennis e i modelli di ispirazione

Un passaggio importante dell’intervista è stato dedicato alla figura paterna, ex calciatore: “Per me è stata ed è tuttora la persona più importante per me. Nella vita come nello sport. Magari da piccolo volevo fare più le cose di testa mia e non volevo dargli ascolto ma poi, crescendo, ho capito che i miei genitori hanno fatto davvero tutto per me. Adesso ogni cosa che mi dice mio padre, la prendo come se me l’avesse detta Guardiola”.

Oltre al calcio, emerge una passione inaspettata: il tennis. “A volte penso ancora oggi dove sarei arrivato se avessi coltivato la passione per il tennis a livello agonistico. Non si può sapere, ma quello che so è che oggi quando ho un po’ di tempo libero amo molto più gustarmi una gara di tennis che una partita di calcio. Tutti i giorni almeno un’ora guardo il tennis sul cellulare. Non è un caso che il mio idolo assoluto al momento sia Jannik Sinner: un grandissimo”.

Riguardo ai suoi modelli nel calcio, Fortini guarda con ammirazione a Reece James del Chelsea nel ruolo di terzino e a Rafael Leao del Milan come esterno alto. Da bambino, invece, il suo idolo era Eden Hazard, ma apprezzava anche Neymar. Nonostante un po’ di “nostalgia” per il ruolo di esterno alto, Fortini si dice soddisfatto del suo attuale ruolo che gli permette di esprimere le sue qualità offensive.

Futuro e sogni

Infine, Fortini ha chiarito le voci di un possibile ritorno anticipato alla Fiorentina a gennaio: “Più che una possibilità concreta di tornare alla Fiorentina, ci sono state solo delle voci. In ogni caso, anche se ci fosse stata una cosa più concreta, io avrei preferito proseguire nel mio percorso a Castellammare. Voglio continuare a crescere ancora, poi con la Fiorentina – che ringrazio per la stima che ha avuto – vedremo a giugno cosa succederà”. Il suo focus attuale è sulla Juve Stabia e sugli obiettivi della squadra: “E pensi che il nostro obiettivo è ancora la salvezza, poi quando ci sarà qualcosa di più certo – parlo di punti e di classifica – vediamo cosa ci riserverà questo finale di stagione”.

In chiusura, Fortini ha espresso parole di elogio per i giovani talenti della Fiorentina, in particolare per Comuzzo, definito un “grandissimo esempio”, e per Caprini e Rubino, felicitandosi per il loro esordio in Serie A.


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