Luci soffuse, eleganza e, soprattutto, un forte senso di appartenenza: Sono stati questi gli ingredienti principali che hanno condito il tradizionale Christmas Party della Juve Stabia, andato in scena mercoledì 17 dicembre nella splendida cornice dell’Hotel Stabia.
Non una semplice cena di auguri, ma una serata voluta fortemente dalla società per “fare spogliatoio” anche fuori dal campo. L’obiettivo era chiaro: cementare il gruppo in vista del delicato giro di boa del campionato e condividere un momento di serenità con tutte le componenti che rendono grande il club: dallo staff tecnico all’area sanitaria, passando per i dirigenti fino a una nutrita rappresentanza della stampa cittadina, da sempre vicina alle sorti delle Vespe.
Il messaggio della società: consolidamento e ambizione
Tra i volti dirigenziali spiccava la presenza di Raffaele Auriemma, che ha colto l’occasione per farsi portavoce del pensiero della nuova proprietà. In un clima di festa, ma con lo sguardo ben puntato verso il futuro, Auriemma ha voluto indirizzare un messaggio chiaro alla piazza, alla squadra e a tutto l’universo gialloblè.
Ecco le parole riportate dal dirigente, che tracciano la rotta per l’anno che verrà:
“La proprietà rivolge i più sentiti auguri di un sereno Natale alla famiglia Juve Stabia, allo staff tecnico e agli amministratori. L’auspicio è che il 2026 possa essere un anno di consolidamento e che consenta alla Juve Stabia di tagliare traguardi ancor più ambiziosi e prestigiosi. Mi associo a questo pensiero e saluto tutti.”
Un patto per il futuro
Le parole di Auriemma non sono state solo un formale scambio di auguri, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti. Parlare di “traguardi ambiziosi e prestigiosi” per il 2026 significa alzare l’asticella e infondere fiducia in un ambiente che, serata dopo serata, dimostra di essere sempre più compatto.
Tra brindisi e sorrisi, la Juve Stabia si prepara a scartare il regalo più bello: la consapevolezza di essere una famiglia unita, pronta a lottare su ogni pallone anche nel nuovo anno.





