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Castellammare di Stabia

Feola: “Lo Stabia è una squadra giovane che corre e lotta. I ragazzi seguono Abate con entusiasmo”

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Vincenzo Feola, ex calciatore e ora allenatore, ha condiviso le sue intense riflessioni sul passato e sul presente della Juve Stabia, dopo aver avuto l’opportunità di osservare da vicino il lavoro della squadra.
Analisi della Squadra Attuale e Ruolo di Abate
Feola, che ha visitato il centro sportivo stabiese per una settimana al fine di studiare e aggiornarsi sulle metodologie di allenamento, ha espresso un giudizio positivo sulla squadra attuale. Ha visto un “grande entusiasmo” e ha descritto la Juve Stabia come una squadra giovane che “corre e lotta” e “segue l’allenatore”. È convinto che la squadra “toglierà grandi soddisfazioni” quest’anno, pur mantenendo l’obiettivo primario della salvezza e del mantenimento della categoria.
Riguardo al tecnico Ignazio Abate, Feola ha espresso grande apprezzamento per la sua metodologia e filosofia di gioco, una che ha intrapreso anche lui stesso da un paio d’anni. Feola descrive Abate come un allenatore “propositivo,” “umile” e con un’incredibile passione. Il tecnico ha una grande “empatia con il giocatore” e, anche quando si arrabbia in campo, lo fa in un modo “propositivo” e “molto educato”.
Feola ha notato che i giocatori attuali, essendo giovani, frequentano molto la città e sono integrati nella comunità, un aspetto che ritiene fondamentale per farli rendere di più.
La Memoria del Campo e il Rammarico Storico
Ricordando la sua carriera, Feola ha espresso il suo forte legame con Castellammare, definita una “seconda casa”, e ha definito i suoi cinque anni con le Vespe come “bellissimi”. Ha riconosciuto di non essere un calciatore di grande tecnica, ma di aver compensato con la “passione,” la “determinazione,” l’attaccamento e il desiderio di dare sempre il massimo per quella maglia. Ha persino raccontato di come, durante il secondo tempo, era solito abbassare i calzettoni e togliersi i parastinchi come un “interruttore” per attivare la riserva di energia e continuare.
Il rammarico più grande della sua carriera resta la mancata promozione in Serie B del suo anno, definita la sua “grande sconfitta” calcistica. Secondo Feola, quella Juve Stabia era “sulla carta” la squadra più forte e avrebbe dovuto vincere il campionato direttamente. Ha identificato il pareggio con l’Avellino come l’episodio che li “condannò”, e ha espresso il dolore di non aver potuto dare quella soddisfazione al popolo stabiese che li seguiva in massa.
Guardando ai compagni di squadra di quell’epoca, ha menzionato Mister Enzo Ferrari come uno dei migliori allenatori che ha avuto, e ha indicato Fresta, Buoncammino e Bonfiglio come giocatori con un “potenziale impressionante” che avrebbero meritato di giocare in Serie A.
Aneddoti e Visione del Calcio
Feola ha confrontato il calcio moderno con quello dei suoi tempi, definendo le attuali metodologie e filosofie di gioco come “un altro mondo”. Ha ironizzato sul fatto che gli allenamenti che facevano un tempo oggi sarebbero “impensabili” e che verrebbero i carabinieri ad arrestare.
Ha condiviso anche un aneddoto con l’ex presidente Fiore, il quale gli promise un premio speciale di due milioni di lire se avesse segnato con il piede destro (il suo piede debole). Feola segnò ad Ancona, e Fiore mantenne la promessa, dimostrandosi un presidente “unico”.
Infine, Feola ha criticato l’ex giocatore Biancolino, definendo “superficiale” e “saccente” il suo commento che sminuiva il derby Juve Stabia-Avellino. Sulla sua impulsività come giocatore, ha ammesso di essere stato talvolta troppo irruente, spiegando che si arrabbiava subito perché teneva talmente tanto alla causa da essere disposto a togliersi un braccio pur di portare la Juve Stabia in Serie B.

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