Matteo Gritti, ex difensore della Juve Stabia è intervenuto durante il programma ” Il Pungiglione Stabiese ” che va in onda ogni lunedì sera alle ore 20:30 sui canali social di ViViCentro Network.Se oggi parliamo dell’attuale Juve Stabia è anche merito di quella che negli anni passati ha vinto campionato di serie D, C2, C1 e che è tornata nel calcio che conta.
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iamo felici di avere per la prima volta qui al Pungiglione Stabiese Matteo Gritti che nel 2009-2010 con la maglia della Juve Stabia vinse il campionato di C2.Queste sono state le sue parole sulla Juve Stabia e sulla sua esperienza a Castellammare:
Grazie a tutto l’Ospitaletto Calcio per averci concesso questa opportunità, grazie anche all’ufficio stampa, al presidente e a tutta questa bella realtà. Tu che la vivi puoi sicuramente esserne testimone.
Posso confermarti tutto.
Si sta veramente bene. La società è veramente di primissimo livello e si vede anche dai risultati della squadra.
Matteo ti volevo subito chiedere un ricordo della tua esperienza a Castellammare.Tre anni importanti: prima c’è stata una retrocessione nel 2008 con l’allora società presieduta dal duo Manniello e Giglio.
L’anno dopo però avete ricostruito un qualcosa di importante e avete riportato tutto di nuovo dov’era, in C1.Grazie a quella vittoria avete partecipato alla Supercoppa di C2 giocando contro il Sud Tirol, prossimo avversario della Juve Stabia. Quale è il tuo ricordo di quelle annate a Castellammare?
Sicuramente annate e ricordi indelebili perché comunque la piazza di Castellammare è difficile da dimenticare per il calore che ti dà.
Devo dirti che sono state veramente esperienze indimenticabili: tre anni in cui ho vissuto gioie dolori perché il primo anno ci siamo salvati ai playout a Lanciano, il secondo anno siamo retrocessi ai playout con il Lanciano e poi la vittoria del campionato in C2 che ci ha portato in C1 coi presidenti Manniello e Giglio.
Quella retrocessione con il Lanciano fu segnata anche dall’arbitraggio un pò particolare di Dòveri, che ancora adesso arbitra, e che espulse Gaeta per una reazione mentre andava negli spogliatoi e poi non diede il gol di D’Ambrosio che avrebbe di fatto salvato la Juve Stabia. Che ricordi hai di quell’arbitro che adesso è internazionale, è venuto anche a Castellammare e stavolta ha arbitrato bene?
È incredibile: ogni volta che sento il nome Doveri mi i riporta a quell’episodio in cui annullò il goal a D’Ambrosio e che poteva regalarci la salvezza.Sicuramente sarà migliorato se è arrivato al livello di serie A. Comunque, è un internazionale e quindi le qualità le possedeva e aveva probabilmente sbagliato nella visione di quel momento.
All’età di 38 anni ancora continui a giocare.
Ciò significa che il tuo fisico ancora regge e sopporta un campionato di Serie D.I campionati di serie D sono infatti dispendiosi e sicuramente molto competitivi.
Fortunatamente il fisico regge: ad ora non ho infortuni e spero di continuare così.
È un campionato dispendioso e ad alta intensità.
A 38 anni, o ti alleni bene e tieni il fisico in un certo modo sennò è difficile reggere certi ritmi.
Volevo chiederti un tuo ricordo della città di Castellammare.
Può essere solo che positivo perché ho vissuto tre anni a Castellammare intensi: ero giovane e quindi devo dirti che mi sono trovato benissimo.Ho nel mio cuore ancora tante persone che sento raramente ma di cui conservo ancora un ricordo bellissimo.
Tutta la gente di Castellammare è stata fantastica.Quando andavi per strada era sempre una festa.
Parlando di Bove e del suo problema di salute, a voi calciatori una notizia del genere cosa determina nella vostra mente?
Eppure l’Italia è uno dei paesi in cui gli atleti sono molto controllati.Secondo te è una casualità oppure tutto è dovuto anche ai ritmi troppo alti che si hanno rispetto a tanti anni fa?
Sicuramente i ritmi alti, giocando ogni tre giorni come fanno le squadre di serie A, rappresentano una componente importante.
Vediamo anche tanti infortuni soprattutto a livello di crociato.L’episodio di Bove è sicuramente molto più impegnativo e molto più critico.
Io credo che si stia giocando tanto però c’è anche una minima percentuale di casualità perché comunque i controlli li fanno tutti e sono belli rigorosi.Dunque, una minima percentuale di casualità purtroppo c’è e non è la prima volta.
C’è una partita che ricordi con più piacere nella tua esperienza con la Juve Stabia?
Oltre alla partita della promozione col Cassino oppure al primo playout con il Lanciano?Quale altra partita ricordi con piacere?
Sicuramente la partita in casa col Brindisi perché ho fatto il mio primo gol tra professionisti e soprattutto dopo aver avuto un lutto due giorni prima in famiglia.
Quella la ricorderò per tutta la vita, è stata un’emozione grandissima.
Quale è stato l’allenatore, negli anni di Castellammare, che ti ha lasciato qualcosa in più?
Sicuramente con Costantini ho avuto un rapporto anche dopo perché mi ha allenato negli anni a seguire.C’è stato un rapporto totalmente diverso, un po’ più stretto. È stato l’allenatore della salvezza ed è rimasto con la squadra.
Ci sono stati un sacco di cambi in panchina.Sicuramente Capuano ti dava quel qualcosa in più a livello emotivo e di grinta.
Sul campo abbiamo fatto quello che potevamo fare; eravamo tutti i ragazzi abbastanza giovani con qualche giocatore di esperienza che ci ha portato a fare un bel campionato.Con Rastelli avevo un bellissimo rapporto; purtroppo, ora non lo sento più per varie vicissitudini però è il mister con cui ho vinto il campionato e rimane sempre un ricordo bellissimo.
Qual è il ricordo di Nazareno Tarantino?
Lui attualmente è il secondo di Pagliuca.Ti aspettavi che da compagno di squadra potesse fare questa carriera come allenatore?
Io ero molto giovane, avevo vent’anni e l’ho vissuto da compagno di squadra.
Già a quei tempi si vedeva che sapeva il fatto suo.Sapeva aiutare anche i compagni e dare le giuste direttive quindi si poteva immaginare potesse intraprendere questa strada.
Per quanto riguarda la Juve Stabia, qual è stata la più bella con cui ha giocato?
Hai citato Costantini come allenatore ma quale delle tre sceglieresti, quale, secondo te, è stata la più forte?
Secondo me la più forte è quella in C2 anche se, a livello di nomi (Capparella, Rastelli, Radi, Ametrano, Biancolino, Grieco), quando siamo retrocessi in C1 non si sa ancora come sia potuta retrocedere.Se parliamo di squadra e di gruppo, in C2 avevamo proprio la sensazione di essere più forti.
Quella della C2 era eredità della C1, della retrocessione.
Chi è rimasto, ricordo Enrico Maria Amore che piangeva nell’ultima partita perché aveva dato davvero tutto anche emotivamente in quella stagione proprio per riportare la Juve Stabia dov’era.A lui ha pesato tanto quella retrocessione e penso che anche in Massimo Rastelli che era rimasto era presente una voglia di riscatto.
Oltre alla qualità vi era anche una mentalità: tutto è stato determinante per la vittoria del campionato.
Anche Peluso ed io che eravamo rimasti dalla retrocessione, avevamo quella voglia di rivalsa e soprattutto di riportare appunto la Juve Stabia nella categoria che almeno gli competeva perché poi ovviamente da lì è ripartito tutto e sono stati bravissimi poi l’anno dopo con Piero Braglia in panchina ad andare in serie B.Erano rimasti anche Maury, Raffaele Ametrano ed altri per riportare appunto Castellammare dove meritava.
Parlando anche con qualche tuo compagno di avventura dell’epoca dicevano sempre che la Juve Stabia era forte ma, in realtà, era tutto il campionato che era competitivo perché c’era un Catanzaro che era fortissimo, c’era lo stesso Siracusa che era una squadra molto forte.
C’erano quattro squadre veramente molto agguerrite.
Qual è stata un’altra squadra forte che, oltre al Catanzaro, avete faticato per affrontarla nel corso del campionato?
Effettivamente il Catanzaro di Auteri era la squadra, secondo me, dopo di noi più forte.Ricordo che c’era anche il Brindisi.
C’erano squadre che non erano costruite per vincere però potevano dire la propria durante il campionato ad esempio il Monopoli.Anche i derby con la Scafatese e con il Sorrento erano partiti non facili da giocare e però noi dovevamo fare di tutto per vincere il campionato e alla fine è stata una bella corsa.
Essendo retrocessi, non era facile ripartire e soprattutto vincere un campionato molto livellato.C’erano giocatori che scendevano dalla B, dalla A e quindi il livello qualitativo del girone e del campionato, secondo me, era molto alto.
Ultimamente stai seguendo un po’ la Juve Stabia?
Vado a controllare il risultato perché mi fa sempre piacere che le mie ex squadre vadano bene.
Prima parlavamo dei sette risultati in cui la Juve Stabia non ha vinto, abbiamo anche detto che ci sono stati diversi pareggi, (5 pareggi e 2 sconfitte), da calciatore che ti senti di dire a chi, in questo momento, storce un po’ il naso in una categoria importante come quella di serie B in cui non è mai facile strappare punti agli avversari?
Nella categoria sfortunatamente ci sono stato di passaggio però comunque ho visto giocatori importantissimi e forti e anche la squadra che puntava a salvarsi nelle zone playout faceva battaglie in campo.
Sinceramente dal mio punto di vista non perdere punti ma riuscire sempre a muovere la classifica è qualcosa di importante. È ovvio che mancando la vittoria da qualche partita si fa subito a storcere il naso.Giocando, dopo non aver vinto per 5 partite, un po’ di pressione ce l’hai e arrivare a vincere non è così semplice.
Io suggerisco di stare tranquilli che sicuramente ci sarà modo per poter tornare alla vittoria.
Per quanto riguarda la Super Coppa giocata con il Sud Tirol, hai un po’ di rammarico per quello che poteva essere e non è stato?Sarebbe stato un titolo da mettere in bacheca.
Che ricordi hai di quella competizione?
Sarebbe stato bello vincere perché, avendo vinto il campionato che è una gioia bellissima, dimostrare di essere la più forte tra i gironi di C2 sarebbe stato un qualcosa di importante a livello nazionale.C’è stato tanto rammarico per quella sconfitta a Lucca laddove conoscevamo il potenziale della nostra squadra.
Com’è stato il tuo rapporto con i tifosi della Juve Stabia?
C’è per esempio Radi che ne parla male soprattutto dopo la trasferta a Pistoia.
Quello posso dire che è stato tra i pochi, se non l’unico, avvenimento un po’ negativo della mia esperienza a Castellammare.Sono cose che capitano però purtroppo quando ti ritrovi all’ultimo posto ed eri partito con delle ambizioni e delle aspettative totalmente diverse può capitare.
Soprattutto nei tifosi si crea quella rabbia che ti porta a volte anche ad andare oltre.
Com’è Baraye come calciatore un ex che è passato di qui e ora è un tuo compagno all’Ospitaletto?
E’ arrivato che era fermo da un po’ e quindi pian piano sta entrando anche nei meccanismi di squadra Si vede che ha delle qualità superiori, deve solo trovare la miglior condizione per poterci aiutare ancora di più nel nostro cammino.