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EDITORIALE, Potenza – Juve Stabia: Pandolfi, il collante che ha unito le due tifoserie rivali

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La Juve Stabia perde a Potenza e ci viene da pensare a fine partita, per questo nostro editoriale post gara, che paradossalmente ci sia un unico ponte tra le due tifoserie rappresentato da Luca Pandolfi. L’attaccante della Juve Stabia viene espulso al 33° del primo tempo lasciando le vespe in 10 uomini per oltre 60 minuti.

Editoriale: La storia di Potenza – Juve Stabia

La rivalità calcistica tra la Juve Stabia ed il Potenza ha origini lontane. Una sfida che si ripete. Un tuffo nel lontano passato che inizia negli anni ’30 e ha epiloghi e scontri importanti come nel giugno del 1975: sul campo neutro di Bari, campani e lucani in gara unica si giocarono la promozione in Serie C.

Allo scadere dei due tempi supplementari il Potenza conquistò la sospirata promozione, grazie ad un gol di Scarpa, mentre gli stabiesi dovettero digerire la bruciante sconfitta.

Da allora i match tra stabiesi e lucani non sono mai stati banali e scontati; una rivalità che soprattutto nei primissimi anni ‘90 ha visto contrapporsi le due tifoserie in partite che terminavano spesso con violenti scontri prima e dopo la gara.

La storia recente

Sabato in uno stadio che pullulava di Potentini caldi ed affamati di vittoria, tra le sventolanti bandiere rosso-blu, in un angolo, all’estrema sinistra, la presenza di circa duecentocinquanta stabiesi, intenti a incitare le vespe come non mai.

Tra fumi colorati e cori non proprio leggeri, la Juve Stabia schiera gli undici titolari di colucciana memoria. In un movimento lento, poco preciso ed incisivo, i gialloblù cercano di difendere il difendibile, ma invano.

Al sesto minuto di gara, il Potenza va in vantaggio. Si susseguono, come sempre, una serie di errori e di eventi poco favorevoli, tra cui un rigore netto al secondo tempo, alla vittoria tanto sperata.

Ma il vero antagonista di questa Juve Stabia è Luca Pandolfi, che, probabilmente, avendo perso il suo mentore, ritorna alla banale prestazione a cui si era abituati ad inizio campionato.

Juve Stabia: il gruppo – non gruppo che perde palla e speranze

Pandolfi sembra incarni letteralmente le parole di “Il bene ed Il male”, canzone di Madame: “ Nel bene e nel male

Sei bene e sei male

Fai bene e fai male

Quanto bene e male

Nel bene e nel male

A me resta il bene, a te resta il male”

Perché di certo alla sempre presente Curva Sud resta l’amore per i colori gialloblù, e al numero 7 resterà la responsabilità grandiosa di aver compromesso una partita importante come non mai.

E non esistono riti, scaramanzie, Santi e Madonne a poter placare il bombardamento delle umiliazioni: prima 1, poi 2,3, 4 e 5 goal subiti.

Nessuna reazione a fermare la sete di vittoria del Potenza.

In un podio di emozioni sempre più ringhiose per i tifosi stabiesi, sempre a supporto di una fede, il contro podio dei calciatori gialloblù delude sempre di più.

Che Mister Novellino non avesse la bacchetta magica era di facile intuizione, così come era inteso che i principi calcistici di Pochesci fossero difficili da scordare dopo la preparazione di ben nove partite. Cosa, invece, assolutamente non prevedibile era ritrovarsi in un circo di calciatori rocamboleschi e neanche tanto plateali, perché, quando si paga il biglietto per assistere ad uno spettacolo circense il divertimento è assicurato, mentre a guardar la Juve Stabia, ultimamente, può venir solo da piangere!

Come professava Marcello Lippi, ex calciatore ed allenatore italiano,: “ Vincere è sempre importante e raramente è frutto del caso. Puoi essere fortunato una volta, due, ma le vittorie sono il frutto di un lavoro, di un gruppo formato al quale si contribuisce come allenatore!”

Sì, perché fin da piccoli, a scuola, durante le attività ricreative, ci insegnano che quello che si fa  da soli non ha mai lo stesso valore di quello che si può fare in gruppo.

Il lavoro in squadra, del resto, ha a suo vantaggio il poter approfittare di conoscenze, abilità, predisposizioni diverse.

In un gruppo, in altre parole, ognuno mette in gioco le sue capacità e le sue risorse migliori e, c’è da starne certi, il risultato finale sarà sempre migliore della somma delle singole skill.

Cosa si può fare allora per migliorare lo spirito di squadra?

Di certo non esistono regole d’oro. Ogni gruppo dovrebbe essere messo nella condizione di trovare spontaneamente il suo equilibrio naturale. A volte può voler dire eleggere un leader e assicurargli il controllo, altre volte lasciare libero ogni membro di essere leader di se stesso. Sempre, invece, serve far in modo che ognuno possa esprimersi al meglio.

Ad oggi, invece, ogni singolo calciatore della rosa stabiese deve prendersi le proprie responsabilità, fatte di errori, mancanze e voglia di dimostrare chi erano, perché, purtroppo, la realtà è ben diversa dal passato!

Sia per loro sia per la Juve Stabia!


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