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Astor – Un secolo di tango: quando il Balletto di Roma incontra il cuore dell’Argentina

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Ieri sera, al Teatro Antico di Taormina, “Astor – Un secolo di tango” ha regalato al pubblico un viaggio intenso nella storia e nell’anima di uno dei generi più affascinanti e magnetici al mondo. Una produzione raffinata, sostenuta da un cast artistico di alto livello e da un’orchestra dal vivo che ha reso omaggio alla musica di Astor Piazzolla con passione e rigore.

Da cultrice della danza e della musica, con una direzione di scuola di danza alle spalle e due lauree in conservatorio, ho osservato ogni passo, ogni dinamica coreografica e ogni frase musicale con lo sguardo esperto di chi conosce i meccanismi della scena. Ma a un certo punto, le emozioni hanno preso il sopravvento: mio nonno paterno suonava la fisarmonica, e nelle vibrazioni del bandoneon, è emerso un ricordo personale, ho ritrovato il suono caldo e familiare della mia infanzia. Un frammento di memoria che ha reso la serata ancora più viva e toccante.

Il Balletto di Roma ha dimostrato ancora una volta la sua solidità e versatilità interpretativa. Le coreografie di Valerio Longo hanno saputo alternare momenti di precisione geometrica a frasi di movimento più libere e sensuali, restituendo la dualità del tango: disciplina e passione. La regia di Carlos Branca ha tessuto un racconto visivo coerente, arricchito dalla narrazione elegante di Vincenzo Bocciarelli, che ha accompagnato il pubblico in un viaggio culturale e sentimentale.

L’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, diretta con sensibilità e vigore da Luca Salvadori, ha sostenuto i danzatori con un tappeto sonoro impeccabile. In primo piano, il bandoneon di Mario Stefano Pietrodarchi – autentico protagonista emotivo della serata – ha incarnato la voce stessa del tango, con timbri capaci di passare dalla carezza alla ferita.

L’ingresso dei tangheri Giampiero Cantone e Stefany Ortiz ha alzato ulteriormente la temperatura scenica: la loro connessione fisica e musicale, frutto di anni di esperienza, ha reso tangibile la filosofia del tango, fatta di sguardi, sospensioni e improvvisi cambi di direzione. Il corpo di ballo del Balletto di Roma ha saputo integrarsi armoniosamente, evitando il cliché dell’imitazione sterile e restituendo un’interpretazione personale, rispettosa delle radici ma aperta alla contaminazione contemporanea.

Astor – Un secolo di tango non è stato solo uno spettacolo: è stato un atto d’amore per un’arte che nasce dalla strada e arriva nei teatri più prestigiosi, senza perdere la sua anima. Per me, è stato anche un ponte emotivo con la mia storia familiare e artistica, una conferma che la danza e la musica non vivono solo nei corpi e negli strumenti, ma nella memoria e nel cuore di chi le ama.

Chiunque ami l’arte – che sia tango, danza contemporanea o musica dal vivo – non può perdere un’occasione come questa. Perché il tango, come la vita, non si spiega: si balla, si ascolta e… si vive.

Ancora una volta la Fondazione Taormina Arte Sicilia, nell’ambito del Festival Taormina Arte e sotto la direzione artistica di Gianna Fratta, ha reso possibile una serata di altissimo livello, confermando la sua missione di promuovere cultura e bellezza in uno dei luoghi più suggestivi al mondo.

Mariella Musso – Giornalista pubblicista / Vivicentro 

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