L’escalation del conflitto tra Iran e Israele proietta un’ombra minacciosa sui mercati energetici globali, con l’Europa e, in particolare, l’Italia che non essendo autonoma dal punto di vista energetico dovrà fronteggiare le possibili e gravi ripercussioni.La dipendenza strategica dal gas e dal petrolio mediorientale, unita alla crucialità dello Stretto di Hormuz, fa tremare le economie del Vecchio Continente.
Le previsioni per le bollette energetiche italiane sono allarmanti, con possibili aumenti e che rischiano di mettere in ginocchio famiglie e imprese, innescando una pericolosa spirale inflazionistica.L’instabilità geopolitica, deflagrata con gli attacchi diretti tra Teheran e Tel Aviv, ha immediatamente contagiato i mercati delle materie prime energetiche.
Il prezzo del petrolio Brent ha registrato picchi significativi, avvicinandosi alla soglia dei 70 dollari al barile, con quotazioni altalenanti mentre il gas naturale presso l’hub di riferimento europeo (TTF) ha mostrato un’analoga e preoccupante volatilità con un aumento rispetto a ieri del 3%.Per l’Europa, che non si è ancora del tutto ripresa dalla crisi energetica a causa del conflitto Russo-Ucraino, tutto ciò rappresenta un nuovo e pesante shock. Ciò che preoccupa è l’Effetto Domino sulle Bollette Italiane, con possibili previsioni di aumento.
L’Italia, per la sua struttura energetica, si trova in una posizione di particolare vulnerabilità.
Sebbene le importazioni dirette di gas dall’Iran siano nulle, il mercato del Gas Naturale Liquefatto (GNL), su cui il nostro Paese punta per la diversificazione, è globale e interconnesso. Circa il 40% dell’import energetico italiano proviene da aree a rischio e una quota significativa transita per lo Stretto di Hormuz, il “collo di bottiglia” marittimo controllato dall’Iran, attraverso cui passa circa un terzo del greggio mondiale via mare.Infatti ciò potrebbe compromettere gli accordi fatti con paesi del medio oriente per fonti energetiche, esponendo paesi più deboli come l’Italia a rivolgersi ad altri fornitori che potrebbero dettare un prezzo più alto o all’unico fornitore disponibile attualmente e cioè gli USA che trasportano Gas a caro prezzo. Infatti in questi giorni le quotazioni di Petrolio e Gas sono altalenanti e si registrano rialzi significativi su Entrambi i Benchmark.
Il timore di un’interruzione delle forniture dal Medio Oriente, e in particolare della chiusura dello Stretto di Hormuz, ha spinto al rialzo le quotazioni del greggio.
Riassunto delle Quotazioni di oggi e dati a confronto tra Gas e Petrolio
Petrolio Brent (riferimento per l’Europa):
- Lunedì 16 Giugno 2025: Il prezzo di chiusura si attestava a circa $73,23 al barile.
- Oggi (Venerdì 20 – Lunedì 23 Giugno 2025): Il prezzo ha raggiunto i $77,01 al barile.
Aumento percentuale: Circa +5,2%
Petrolio WTI (riferimento per gli USA):
- Lunedì 16 Giugno 2025: La quotazione era di circa $71,77 al barile.
- Oggi (Venerdì 20 – Lunedì 23 Giugno 2025): Il prezzo è salito a circa $74,93 al barile.
Aumento percentuale: Circa +4,4%
Gas Naturale: L’Europa Torna a Tremare.
Anche il mercato del gas naturale, sebbene meno dipendente direttamente dall’Iran, ha reagito con nervosismo all’instabilità geopolitica.L’aumento del prezzo del petrolio e i rischi generali sulla logistica spingono al rialzo anche le quotazioni del gas.
Gas Naturale TTF (Title Transfer Facility, hub di riferimento per l’Europa):
- Lunedì 16 Giugno 2025: Il prezzo era di circa 37,9 €/MWh (megawattora).
- Oggi (Venerdì 20 – Lunedì 23 Giugno 2025): Il prezzo ha toccato i 40,94 €/MWh.
Aumento percentuale: Circa +8,0%
In conclusione l’escalation di questi giorni, ha visto un’impennata evidente dei costi energetici.
In particolare, l’aumento del gas è quello che desta maggiori preoccupazioni per l’impatto diretto che avrà sulle bollette di famiglie e imprese in Italia e in Europa nei prossimi mesi.





