Stabia, Don Luigi Merola: “Mettersi al servizio della gente”

Castellammare di Stabia, Palazzo Farnese. Secondo appuntamento della campagna di sensibilizzazione “Vacciniamoci contro la camorra, il racket e l’usura”

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Castellammare di Stabia, Palazzo Farnese. Secondo appuntamento della campagna di sensibilizzazione “Vacciniamoci contro la camorra, il racket e l’usura”, avviata dall’amministrazione comunale per contrastare la criminalità.

Ospite del secondo incontro della campagna di sensibilizzazione “Vacciniamoci contro la camorra, il racket e l’usura”, avviata dall’amministrazione comunale di Castellammare di Stabia e svoltosi stamattina preso la Sala consiliare “Falcone e Borsellino” di Palazzo Farnese, un testimonial d’eccellenza, impegnato in prima linea nella lotta contro l’illegalità, don Luigi Merola.
Ad accogliere don Luigi, il Sindaco di Castellammare Ing. Gaetano Cimmino, e l’assessore alla cultura prof.ssa Diana Carosella. A moderare l’incontro il giornalista Ernesto Manfredonia.
Erano presenti anche Mario Afeltra, presidente del Forum delle Associazioni, Daniele Acampora, presidente della Fondazione Antiusura Exodus 94, alcuni rappresentanti delle Forze dell’Ordine e altri esponenti del mondo dell’associazionismo e della cultura.
Lo scopo di questa campagna di sensibilizzazione, come ha spiegato il Sindaco, è quella di “sottrarre terreno alla camorra che rappresenta il cancro di questa città e dell‘intero comprensorio”.
“Questa manifestazione è stata intitolata “Vacciniamoci contro la camorra, il racket e l’usura” perché proprio in questo momento storico, in questa crisi, in questa emergenza sanitaria che vede il covid combattuto col vaccino – ha sottolineato il Sindaco – noi abbiamo il diritto-dovere come istituzione di parlare, di dare testimonianza ai cittadini che hanno “il fiato della camorra sul collo”, di dare loro una speranza, dicendogli come istituzione che si può e si deve denunciare.”
Per il Sindaco Gaetano Cimmino lo Stato, attraverso la sinergia fra le varie istituzioni, rappresenta l’unico vero punto di riferimento, l’unico antidoto a cui i cittadini devono guardare nella lotta alla camorra.
L’assessore Diana Carosella nel suo intervento ha messo in evidenza quanto la piaga della camorra e quella del Covid siano simili: entrambi sono fenomeni dilaganti per cui è necessario vaccinarsi.
Secondo l’assessore alla cultura, attraverso la vaccinazione contro la camorra, ovviamente un gesto simbolico, si avrà un decalogo di norme da utilizzare giorno per giorno per far sì che Castellammare possa progredire ed offrire alle future generazioni tutte quelle occasioni di crescita ed opportunità lavorative che l’illegalità oggi sottrae.

Poi Don luigi Merola, nel suo coinvolgente intervento, ha richiamato tutte le istituzioni alle proprie responsabilità, in primo luogo la Scuola e la Famiglia, preposte a condividere un modello educativo basato sulla legalità e a creare senso critico nei giovani.
Spesso le due principali agenzie educative non sono abbastanza presenti, nel caso della Scuola per gli inopportuni tagli finanziari effettuati negli ultimi decenni.
“Se mettessimo campi da calcio in tutti i quartieri, se tenessimo scuole aperte anche di notte – ha affermato con veemenza – se riuscissimo a tenere i ragazzi impegnati, non avrebbero nemmeno il tempo di andare a comprare la droga o fare cattive scelte.”
Per don Luigi terreno fertile per la camorra sono tutte le condizioni di disagio economico ma anche quelle di deprivazione culturale in cui tanti, troppi giovani sono costretti a vivere, per questo per lui la cultura è fondamentale per contrastare l’illegalità.
Ma, soprattutto, per questo sacerdote carismatico e pieno di coraggio, è importante che le persone in difficoltà non si sentano sole, che tutte le istituzioni facciano sentire la propria vicinanza.
“La cosa più nobile dell’umanità è mettersi al servizio della gente.” – ha sottolineato – “Noi dobbiamo aprire le porte. La nostra comunità diventa tale solo quando la casa altrui diventa la mia casa, allora cresce la sensibilizzazione e nessuno deve diventare un simbolo solo perché fa il proprio dovere.”
Riscoprire il senso della comunità e fare il proprio dovere: questi dunque “i vaccini” che don Luigi propone per contrastare la generale e dilagante illegalità, rimedi semplici ma che spesso vengono dimenticati in una società sempre più dominata dall’egoismo e
dall’indifferenza.

Adelaide Cesarano – Redazione Campania

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