La UE mette in mora l’Italia per le norme di lavoro che penalizzano i Magistrati onorari

La Commissione UE presieduta da Ursula von der Leyen apre una procedura d’infrazione dando due mesi di tempo all’Italia per conformarsi

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La Commissione ha deciso ieri 15 luglio 2021 di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia in quanto la legislazione nazionale applicabile ai magistrati onorari non è pienamente conforme al diritto del lavoro dell’UE.

La Commissione ritiene che la legislazione italiana non rispetti diverse disposizioni dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato; dell’accordo quadro allegato alla direttiva 97/81/CE sul lavoro a tempo parziale; della direttiva 2003/88/CE sull’orario di lavoro e della direttiva 92/85/CEE sulle lavoratrici gestanti.

Diverse categorie di magistrati onorari, quali i giudici onorari di pace, i vice procuratori onorari (VPO) e i giudici onorari di tribunale (GOT), non godono dello status di “lavoratore” in base al diritto nazionale italiano, ma sono considerati volontari che prestano servizi a titolo “onorario”.

Non avendo lo status di lavoratore, essi non godono della protezione offerta dal diritto del lavoro dell’UE e risultano penalizzati dal mancato accesso all’indennità in caso di malattia, infortunio e gravidanza, dall’obbligo di iscriversi presso il fondo nazionale di previdenza sociale per i lavoratori autonomi, nonché da divari retributivi e relativi alle modalità di retribuzione, dalla discriminazione fiscale e dal mancato accesso al rimborso delle spese legali sostenute durante procedimenti disciplinari e al congedo di maternità retribuito.

Tali categorie non sono inoltre sufficientemente protette contro gli abusi derivanti da una successione di contratti a tempo determinato e non hanno la possibilità di ottenere un adeguato risarcimento per tali abusi.

Infine l’Italia non ha istituito un sistema di misurazione dell’orario di lavoro giornaliero di ciascun magistrato onorario.

La nuova normativa adottata dall’Italia nel 2017 e successivi (ministri della Giustizia: Andrea Orlando Pd dal 22 febbraio 2014 al 1º giugno 2018; Alfonso Bonafede 1º giugno 2018 al 13 febbraio 2021) non ha ancora fornito soluzioni al riguardo.

Poiché la Corte di giustizia dell’UE ha recentemente confermato che tali magistrati onorari dovrebbero avere lo status di lavoratori, la Commissione ha deciso di avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia inviando una lettera di costituzione in mora.

L’Italia dispone di 2 mesi per adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

NOTA

Ci siamo occupati più volte della categoria dei Magistrati onorari, trattati dallo Stato italiano come fossero “braccianti della Giustizia”.

L’ultimo articolo è stato il “3 Luglio 2021 I Magistrati onorari tornano a rivendicare i diritti di lavoratori della Giustizia”.

Una vicenda questa forse unica nel panorama del lavoro pubblico italiano, nella quale, per motivi ragionevolmente incomprensibili, una categoria – tra l’altro del comparto Giustizia, quindi che decide sulle controversie civili e penali dei cittadini e delle attività – viene lasciata dallo Stato senza diritto alle ferie, alla malattia, al TFR, ad un trattamento economico corrispondente a quello previsto per lavoratori che svolgono funzioni analoghe.  

Eppure in Italia da decenni per ogni ordine di lavoratori del sistema pubblico, nazionale, regionale e comunale, sono stati attuati percorsi di formazione, stabilizzazione e persino promozioni a livelli superiori, anche in Magistratura (noto un famoso Pm) attraverso concorsi interni.

Invece la categoria dei Giudici di pace e Magistrati onorari sembra l’unica verso cui la Politica parlamentare e i Governi abbiano un manifesto indirizzo antitetico e che non appare neanche chiaro.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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