Delegazioni di famiglie protestano poiché escluse dai Buoni spesa

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Non possiamo più attendere” si leggeva su un manifesto di alcune delegazioni di famiglie che hanno manifestato oggi a Catania davanti all’assessorato.

Alcune delegazioni di famiglie unitesi in un comitato con anche una pagina Facebook “Comitato Reddito-Casa-Lavoro Catania”, oggi ha manifestato innanzi all’assessorato ai Servizi sociali di Catania in merito all’assegnazione dei Buoni Spesa. In braccio ad un papà c’era anche una bimba piccola.

Le delegazioni delle famiglie hanno riassunto in una lettera le loro richieste di allargamento del bonus spesa:

  • Riaprire la possibilità di fare richiesta ma soprattutto dare la possibilità di ripetere l’operazione a tutti coloro i quali risultano esclusi, e parliamo di migliaia di persone, per errori o discordanze nella compilazione della domanda. Avevamo segnalato per tempo l’eccessiva complessità del modello online, non supportato da un sufficiente centralino in grado di sciogliere, per tempo, i dubbi di tantissimi. Ad oggi che esiste un elenco pubblico, sarà più semplice per i servizi sociali riaprire le domande e collocare le nuove richieste in graduatoria.
  • Allargare il requisito non solo ai residenti ma agli abitanti effettivi della città di Catania. Il nostro ordinamento prevede una netta distinzione tra residenza e domicilio, non capiamo perché non venga presa in considerazione dal Comune. A causa di questa scelta sono ad esempio esclusi praticamente tutti gli studenti fuori sede, che non è assolutamente detto abbiano una famiglia facoltosa alle spalle, e i migranti. È già successo in altre città del Sud come Taranto.
  • Utilizzare i fondi stanziati da Musumeci per coprire le decine di migliaia di persone escluse. Con i 6milioni già arrivati a Catania dalla Regione coprire chi è risultato idoneo ma è stato messo in secondo piano. E con i 200 milioni approvati dalla finanziaria all’Ars per l’assessorato alla Famiglia e le politiche sociali allargare prima possibile la platea e rifinanziare l’erogazione per i mesi successivi.
  • Adottare la misura del Buono Spesa come stabile e reiterabile. Si è palesato a tutti ormai che non parliamo di una “emergenza” ma di una condizione sociale che andrà avanti per non sappiamo bene ancora quanto, chi ha gravi difficoltà economiche non necessita di aiuti una tantum.
  • L’assessore Lombardo, il Sindaco e tutti il Consiglio Comunale devono farsi pubblicamente carico ed esporsi affinché, da parte del governo centrale, esista un’effettiva presa di consapevolezza sulle differenze territoriali che tagliano in due il nostro paese: vanno tutelati gli strati di popolazione che già prima di questa emergenza versavano in condizioni di povertà effettiva. Nel dibattito pubblico percepiamo un’elevata attenzione per aziende e imprese ma ben poca per le persone.
  • Al Sindaco Pogliese, all’Assessore Lombardo, al Prefetto Sammartino, facciamo presente che a Catania si versa in una situazione di effettiva emergenza economica, e quindi di affrontare con responsabilità questa situazione, senza additare come problema di ordine pubblico la volontà dei cittadini e delle cittadine di palesare l’emergenza ma di lavorare per risolverlo. L’emergenza sociale non può aspettare, la gente non ha più come mangiare, se entro una settimana non riceveremo alcuna risposta saremo costretti a tornare”.

“Siamo sotto la sede della Direzione Famiglia e Politiche Sociali perché vogliamo un incontro che discuta le nostre proposte o altri possibili modi per non lasciare indietro nessuno – scrivono le delegazioni di famiglie sulla pagina Fb del loro comitato – L’emergenza sociale non può aspettare, la gente non ha più come mangiare, se entro una settimana non riceveremo alcuna risposta saremo costretti a tornare”.

A Catania in atto c’è un’Amministrazione di centrodestra e il Comune è in una situazione difficoltà finanziarie con debiti per oltre un miliardo e mezzo accumulati nelle precedenti gestioni politiche di centrosinistra e centrodestra. Il Comune è infatti in predissesto già dal 2013, tanto da avere fissate al massimo consentito dalla legge le aliquote IMU e TASI con deliberazioni di Consiglio Comunale n 18 e 19 del 29/4/2016; come anche l’aliquota dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), era stata stabilita al massimo consentito con deliberazione di Consiglio Comunale n. 25 del 18/07/2012.

Il 22 gennaio di quest’anno il Consiglio Comunale ha confermato le imposte e le tasse locali nella misura massima consentita dalla legge, al fine di contribuire al reperimento delle risorse finanziarie per il risanamento dello stato di dissesto finanziario dell’Ente.

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