Per celebrare la figura di Annibale Ruccello, compianto drammaturgo e attore stabiese, lunedì sera 27 ottobre, nella Sala Conferenze della Banca Stabiese al Corso Vittorio Emanuele in Castellammare di Stabia, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi dello Stabia Teatro Festival “Annibale Ruccello” 2025.
Un incontro dedicato al teatro, che è stato anche l’occasione per riflettere sulla drammaturgia, sulle performance e sul significato dell’esperienza teatrale.
L’iniziativa, organizzata dalle Associazioni “Teatro Tunica” e “Achille Basile – Le Ali della Lettura”, è giunta alla sua XI edizione e si è affermata in ambito nazionale e internazionale come un evento di grande spessore culturale.
Un appuntamento importante che ricorda non solo il famoso drammaturgo stabiese prematuramente scomparso, ma che celebra il teatro italiano, con il conferimento di riconoscimenti a personalità di spicco per le loro produzioni e performance.
Ad aprire la serata, la prof.ssa Carmen Matarazzo, presidentessa dell’Associazione “Achille Basile – Le ali della Lettura” e La prof.ssa Giuseppina Scognamiglio, docente di Letteratura teatrale italiana del Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia dell’Ateneo Federico II di Napoli, che hanno salutato i presenti e introdotto l’evento.
È stato invitato al tavolo il prof. Pasquale Sabbatino, coordinatore del Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia dell’Università Federico II di Napoli, Presidente della Commissione dei docenti universitari che designa il premio per la drammaturgia, di cui fanno parte anche Vincenzo Caputo, Matteo Palumbo, e Giuseppina Scognamiglio.
Articolato in tre categorie: Premio alla Drammaturgia, Premio alla Carriera e Premio Speciale “Annibale Ruccello”, il prestigioso riconoscimento è stato conferito a tre noti artisti che nella loro attività hanno evidenziato impegno civile, trattando tematiche legate ai più diffusi problemi della nostra società.
A ricevere il Premio per la Drammaturgia 2025 il drammaturgo e regista Gaetano Battista, che è stato invitato al tavolo ed ha dialogato con la prof.ssa Scognamiglio e col prof. Sabbatino.
“Gaetano Battista si occupa di una drammaturgia un po’ particolare, dedicandosi ai ragazzi reclusi con tematiche che ci emozionano. A chi si è ispirato per affrontare queste problematiche? – gli ha chiesto la prof.ssa Scognamiglio.
Il regista teatrale Gaetano Battista ha narrato ai presenti come è iniziata la sua attività teatrale:
“Lavoro da quindici anni negli istituti penitenziari campani attraverso l’insegnamento delle arti della scena, quindi teatro, scenografia e creazione costumi prettamente nella casa di correzione di Arienzo che è un piccolo istituto di cento detenuti maschi ed ho una compagnia stabile che esiste dal 2018.”
“Sono rimasto praticamente recluso con i detenuti per il covid e da qui è nata la compagnia stabile che adesso è formata da detenuti, da ex detenuti che rientrano nel carcere da liberi come formatori e insieme a professionisti dello spettacolo. Il 70% dei detenuti non rientra più in carcere e questa è una grande vittoria perché riusciamo a reinserirli in società”.
L’idea di premiare Gaetano Battista è nata al prof. Sabbatino dall’impegno civile del grande Eduardo nei confronti dei giovani detenuti, lo stesso di Battista molti anni dopo.
“In questi mesi all’università ci stiamo occupando degli Scarpetta e dei De Filippo, in modo particolare io mi sto occupando di Eduardo di cui ricorre il 41° anno dalla scomparsa, il 31 ottobre. Per questa occasione il Rettore mi ha chiesto di organizzare una manifestazione sul territorio all’interno delle scuole.”
“Al “Genovesi” in Piazza del Gesù, il 31 ottobre, si terrà questa manifestazione che ho voluto intitolare “L’impegno civile di Eduardo De Filippo e il laboratorio di Nisida”. Inoltre, a breve uscirà un film con Massimiliano Gallo, che parlerà proprio di questo laboratorio di teatro all’interno del carcere minorile. Un laboratorio teatrale che diventa laboratorio di drammaturgia fu un’idea di Eduardo.”
“Nel nostro dialogo – Ha continuato il prof. Sabbatino – mi piacerebbe che tu ci parlassi di come questo laboratorio teatrale si trasforma in un laboratorio di drammaturgia e di quello spettacolo meraviglioso nella piazzetta di Procida, una drammaturgia nata nel carcere con i detenuti.”
“Si tratta del testo “Alterazioni” del 2021 che alterava delle parole e delle frasi tratte da “Lo cunto de li cunti” di Gianbattista Basile e “Le dieci storie di Natale” di Roberto De Simone – ha spiegato Battisti – da cui, scegliendo dei temi affini ai ragazzi, è nato “I sette vizi capitali”, abbinando ad ogni storia un vizio.”
“Da lì è nato il lavoro di drammaturgia, un lavoro di riadattamento del testo insieme ai ragazzi per renderlo facile, fruibile a loro e a chi lo ascoltava. Il laboratorio di drammaturgia nasce da un semplice laboratorio teatrale sul quale poi si propongono dei temi del quotidiano affini ai ragazzi e poi troviamo dei testi che rispecchino questi temi.”
Un progetto innovativo nel quale il teatro non è solo uno spettacolo, ma un’esperienza che riflette la vita, un luogo di appartenenza e di rivalsa.
Hanno consegnato il Premio per la Drammaturgia 2025 a Gaetano Battista il prof. Pasquale Sabbatino, coordinatore del Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e la prof.ssa Fortunella Santaniello, Dirigente scolastico del Liceo Classico “Plinio Seniore” di Castellammare.
Il Premio alla Carriera 2025 è stato conferito invece all’attore e regista teatrale Arturo Cirillo, direttore della Scuola per Attori del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, premio consegnato da Giulio Baffi, giornalista, critico e presidente dell’Associazione nazionale de critici, e dalla prof.ssa Giuseppina Scognamiglio.
Ha dialogato con l’attore la prof.ssa Scognamiglio, che ha chiesto allo straordinario interprete delle opere ruccelliane quanto abbia amato interpretare “Le cinque rose di Jennifer”.
“L’esperienza mi è molto piaciuta, ma è stata anche molto forte sul piano emotivo, un’esperienza che non riprenderei, perché è stato un passaggio molto doloroso. – ha risposto Arturo Cirillo.
“Io l’ho affrontato non pensando tanto di fare un lavoro sociologico sulla figura del travestito, ma sulla figura un po’ metaforica della solitudine di un uomo che si sente morbosamente donna. È una tematica che mi sta molto a cuore perché è sempre più attuale, tanti giovani vivono infatti queste problematiche. “
“Io mi ritengo molto fortunato nella mia carriera teatrale – ha continuato Cirillo – e una delle grandi fortune per me è stata quella di incontrare l’opera di Annibale Ruccello, che io ho sempre sentito quasi come un fratello.”
Giulio Baffi, nel suo intervento, ha parlato dell’importanza di avvicinare i giovani al teatro:
“Teatro come vita, come memoria, come attenzione ai giovani, come investimento. Viviamo un momento in cui il teatro, il cinema, la cultura soffrono, sappiamo bene delle difficoltà, tutti noi viviamo un tempo di costrizione e per questo dobbiamo dare spazio e non costringere”.
“Il teatro è veicolo di passione. – ha affermato Giulio Baffi – Senza l’amore per la scrittura e per la rappresentazione, non potremo mai nutrire la passione necessaria per cui lo si faccia, perché i sacrifici siano compensazione. Tutto questo lo sappiamo nel nome di Annibale che giovane ci aveva già dato segni di questa sua passione, di questo suo sacrificio.”
Il Premio Speciale “Annibale Ruccello” è stato conferito alla memoria a Gaspare Nasuto, uno dei più famosi burattinai e ambasciatore di Pulcinella nel mondo.
A tracciare un profilo di Gaspare Nasuto, artista di fama internazionale, burattinaio e scultore, autore e regista considerato tra i grandi maestri della tradizione napoletana di burattini, recentemente scomparso ad appena 53 anni, è suo fratello, il drammaturgo e attore Luca Nasuto, presidente dell’Associazione “Teatro Tunica”.
Egli, definito “il poeta del legno”, era un vero e proprio punto di riferimento per quanti volevano avvicinarsi ai segreti delle Guarattelle napoletane. Tantissimi i premi ricevuti, tra cui il Premio Unesco, che prese insieme al maestro Dario Fo.
Sono da ricordare come piccoli gioielli del teatro di figura: Un Faust per guarattelle, Se77e da Settimo sigillo di Bergman, Aspettando Godot da Beckett, Kamikaze e rock’ n’ roll da Mishima, VGaribaldiV, Pulcinella a quattro mani, Guarattelle da tre soldi da Brecht, L’asino del diavolo.
Nelle sue produzioni era riuscito a far incontrare Beckett, Brecht e Bergman con Pulcinella. Tante, infatti, quelle dedicate alla famosa maschera napoletana, che fanno di lui l’ambasciatore della maschera di Pulcinella nel mondo.
Oltre che un interprete, è stato anche un autore sperimentale delle guarattelle napoletane, dando vita a performance teatrali estremamente attuali.
Queste sperimentazioni hanno umanizzato i burattini (come il diavolo che fumava e altre innovazioni), e questo, attraverso le maschere, attraverso il recupero del dialetto, lo avvicina ad Annibale.
Con una cerimonia particolarmente emozionante, hanno ritirato il Premio Speciale “Annibale Ruccello” 2025, consegnato da Luca Nasuto, i figli di Gaspare, Giorgia e Simone.
A conclusione della serata, la prof.ssa Carmen Matarazzo ha salutato e ringraziato le personalità del mondo della cultura e dell’associazionismo intervenuti all’evento, ma anche i semplici cittadini, che con la loro presenza hanno voluto onorare Annibale Ruccello e gli artisti premiati.
Ai saluti della prof. Matarazzo si sono aggiunti quelli del direttore della Banca Stabiese, Maurizio Santoro, che da undici anni ospita l’importante evento.
Un premio che, oltre a ricordare il grande Annibale Ruccello, ha un compito significativo: quello di tenere desta l’attenzione sul Teatro, luogo di impegno civile, che favorisce la formazione di una coscienza critica individuale e collettiva.





