Napoli: La valorizzazione dell’umido al Vomero

Napoli sembra tornata ai tempi bui dell’emergenza rifiuti e la stima di arrivare col turismo a 1.300.000 persone fa tremare i polsi agli operatori turistici

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Napoli sembra tornata ai tempi più bui dell’emergenza rifiuti in pieno 2008 e la stima di arrivare col turismo a 1.300.000 persone in città fa tremare i polsi agli operatori turistici: pessimo biglietto da visita.

Turisti tedeschi che camminano negli splendidi vicoli dei Quartieri spagnoli di Napoli assaporando una buonissima pizza fritta osservando una montagna di rifiuti.

Certamente non proprio una bella figura con i nostri cugini d’oltralpe.

Pagassero almeno poco di TARI i cittadini napoletani potrebbero pure chiudere un occhio e invece no: tassa più alta d’Italia, servizio peggiore d’Italia (anche se Roma ci fa compagnia).

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La frazione che più causa problemi a Napoli come in tutte le città di Italia in termini di miasmi è certamente l’umido.

Alcuni comitati civici del Vomero sono stati ricevuti da un professionista del settore, Adriano Pistilli, nel suo studio di Piazza Vanvitelli. Il giovane professionista ha regalato ai presenti gli atti di due convegni sulla valorizzazione della frazione organica. Il primo convegno si è tenuto alcuni anni fa nella residenza estiva del Pistilli, a Sperlonga, poco dopo l’emanazione del nuovo Piano Rifiuti della Regione Campania che prevedeva 15 impianti di compostaggio. Il secondo si è tenuto pochi mesi fa nel salone di Villa Stefania, la tenuta dei Pistilli nell’agro aversano.

Noi napoletani siamo considerati i furbi della situazioneha detto Pistilliio invece ritengo che noi siamo dei fessi, e vi spiego anche il perché: non avendo impianti, noi portiamo l’umido a Padova. Paghiamo 180 euro a tonnellata, un bel danno economico che si aggiunge a quello ambientale; pensate faccia bene all’ambiente che partano dalla Campania migliaia di camion che fanno su e giù per l’Italia?

I veneti, oltre ad incassare i nostri soldi, sapete poi cosa fanno?

Trasformano il nostro umido in compost e biometano (che noi importiamo dalla Russia) per poi rivenderlo guadagnando un bel po’ di milioni. Noi napoletani stiamo pagando per privarci di una risorsa! Siamo dei folli!”. “In piùha continuato Pistillitenete conto che questi impianti in Italia hanno prodotto 7,6 milioni di MWh di energia rinnovabile, vale a dire un quantitativo in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 2,8 milioni di famiglie”.

Una soluzione tampone però esiste

Attivare nei parchi del Vomero a Napoli le compostiere di comunità acquistate nel 2016 dalla Regione Campania che fornisce anche due dipendenti a sue spese per il corretto funzionamento dell’impianto.

Macchinari che non producono né rumori né odori molesti. I cittadini, ad orari e giorni prestabiliti, si potranno recare a conferire il proprio umido insieme a sfalci e potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico.

Compost Depositphotos_438992160_LIl macchinario trasformerà in 90 giorni quell’umido in un terriccio che i cittadini potranno prelevare e utilizzare per le proprie piante o altro. In più i cittadini riceveranno uno sgravio sulla TARI oltre ad evitare l’effetto cumulo vicino le campane e si limiteranno anche i viaggi che gli autocompattatori e i camion devono fare.

Anche in una città come Napoli, la speranza è l’ultima a morire.

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