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rganizzato dalla Confsal, Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori, presso l’Hotel Golden Tower di Napoli, ieri mattina si è svolto un dibattito su importanti tematiche politiche e sociali.A confronto segretari nazionali e regionali, consiglieri e delegati delle varie organizzazioni sindacali indipendenti associate alla Confsal, e noti esponenti del mondo politico.
Tra i politici presenti il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il senatore Francesco Silvestro, l’euro-parlamentare Fulvio Martusciello.A moderare gli interventi Rosalba La Fauci, vicesegretario generale Confsal.
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Al centro del dibattito, salario minimo, sviluppo e occupazione, autonomia differenziata, sicurezza sul lavoro, guerra e altre tematiche di scottante attualità.
Il segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta:
Sul tema della guerra il segretario generale ha asserito: “No all’escalation, sì a un equilibrio che assicuri la pacifica convivenza”.Sul tema del salario minimo, Angelo Raffaele Margiotta è del parere che si debbano incrementare i salari dando più forza alla contrattazione.
“ll salario minimo ai lavoratori non lo si dà per legge, ma attraverso la contrattazione di qualità” – ha sottolineato il segretario Margiotta.
La Confsal è al quarto contratto, firmato recentemente nel settore terziario, dove il salario minimo tabellare è fissato a 9 euro l’ora, un apprezzabile risultato.
“Alcuni si definiscono sindacati, ma non lo sono – ha affermato il segretario generale Confsal – vorrebbero il salario stabilito dal governo, non capiscono che devono contrattarlo con gli imprenditori”.Con un intervento legislativo si priverebbe il sindacato della sua importante funzione di mediazione per ottenere le retribuzioni migliori per i lavoratori.
Le parole del ministro Antonio Tajani
Un ruolo più incisivo alla contrattazione collettiva è auspicato anche dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani che sul salario minimo ha affermato:
“Bisogna trovare un accordo che porti alla crescita del salario.
Noi siamo contrari al salario minimo fissato per legge, perché è basso, noi vogliamo un salario ricco.”
“Se tu dici ad un imprenditore: “Questo in tutta Italia è lo stipendio”, l’imprenditore è portato a dare meno del salario stabilito per legge.”
Per il ministro Tajani il salario ricco, quindi, non può essere che frutto della contrattazione e il lavoro va messo al centro dell’azione politica.
“Il lavoro è il tema fondamentale, noi lo dobbiamo mettere al centro anche in Europa – ha affermato il vicepremier.
“Per le regioni del Sud il problema è dare lavoro con una politica a favore delle imprese, dove si abbatte il cuneo fiscale e si danno più soldi ai lavoratori.”
“Noi paghiamo più tasse rispetto alla media europea: dobbiamo arrivare a una armonizzazione fiscale in Europa.” – ha rilevato Tajani.
“Per favorire il lavoro dobbiamo fare tante altre cose, come l’abolizione dei paradisi fiscali, che fanno fuggire gli investimenti: questa è concorrenza sleale che non possiamo accettare.”
Equiparare l’Italia all’Europa è un’altra battaglia fondamentale per il ministro Tajani.
“Naturalmente, per favorire la crescita, e quindi il lavoro, – ha sottolineato – bisogna mettere in condizione le aziende di poter fare dei cambiamenti, altrimenti perdiamo migliaia di posti”.Per Tajani, anche quando si parla di lotta al cambiamento climatico, bisogna mettere le imprese in condizione di poterla fare:
“Non si può prescindere dalla questione sociale, perché il lavoro deve essere sempre e comunque tutelato”.
Un’altra questione fondamentale per il ministro degli Esteri è quello del lavoro femminile.
“Le donne non sempre sono pagate come gli uomini quando hanno le stesse funzioni, oppure sono costrette a scegliere se fare la madre o andare a lavorare – ha rilevato.
“Questo è profondamente ingiusto, ecco perché abbiamo deciso di tagliare i contributi alle donne che hanno due figli e più.”
Un altro problema serio per Tajani è quello del calo demografico perché, se la famiglia diminuisce di numero, diminuiscono i consumi e quindi le aziende sono costrette a licenziare.Strettamente collegato ad esso, c’è il problema delle pensioni, perché anche il sistema pensionistico rischia di collassare con la diminuzione delle nascite.
Tanti i temi emersi nel corso dell’incontro, problematiche che richiedono una visione olistica e una sinergia di interventi a livello nazionale e sovranazionale.Importante resta il confronto delle idee tra sindacato e politica, da cui nascono occasioni ed opportunità per valorizzare competenze e per stimolare suggerimenti e proposte.
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