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Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, progetto di cementificazione di un sentiero CAI sui Boschi di Quisisana: la protesta

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astellammare di Stabia. A quasi un anno dalla protesta delle Associazioni Stabiesi per un vero e proprio abuso che si stava per realizzare sui Boschi di Quisisana con la cementificazione del sentiero CAI 334, sembra che il progetto non sia stato abbandonato, ma che l’iter stia proseguendo con “l’acquisizione dei pareri presso gli enti preposti”.

Circa un anno fa il nostro giornale si era occupato di questo insano progetto che aveva indignato molto i lettori, non solo per il danno ambientale e storico che si andava perpetrando, ma anche per le modalità di attuazione dello stesso.

A denunciare il fatto nove associazioni stabiesi: Archeoclub, Associazione Agem, Antares Free Runner Stabia, CAI Stabia, Comitato Terme di Stabia, Gli Amici della Filangieri, Incrocio delle Idee, La Voce del Branco, Legambiente Circolo Wood che, con un comunicato stampa del 3 maggio 2024, dopo un’accurata valutazione del progetto e della documentazione ad essa allegata, informarono anche di gravi inesattezze riscontrate.

Il 6 dicembre 2023 la Regione Campania aveva finanziato un progetto di 3 milioni di euro, presentato dal Comune di Pimonte, per “il ripristino” di una strada di collegamento tra la Città di Castellammare e il Comune di Pimonte.

Nel “Documento di Indirizzo alla Progettazione”, il progetto veniva denominato “Ripristino dell’asse viario che collega i comuni di Pimonte e Castellammare di Stabia SP 179”.

Si tratterebbe invece di una costruzione ex-novo, in quanto non c’è mai stata nei Boschi di Quisisana alcuna strada che collegasse i due comuni, ma solo un sentiero, il sentiero CAI 334 lungo circa 230 metri, che ricade interamente nel territorio di Castellammare di Stabia.

Il progetto fu approvato con un finanziamento di 3 milioni di euro in favore del Comune di Pimonte per cementificare il sentiero, ai danni del territorio di Castellammare di Stabia!

La “storica” via di comunicazione menzionata nel progetto, la strada provinciale SP 179, inoltre, dalle mappe risulta essere non Via Tuoro a Monte Coppola ma Via Canti a Pimonte, costruita negli anni Sessanta come collegamento per Agerola.

Queste sono le più gravi inesattezze riscontrate dalle Associazioni stabiesi nel documento, per cui potrebbe profilarsi addirittura il reato di frode e falso in atto pubblico.

Per giunta, la documentazione allegata sarebbe carente delle fotografie del sentiero CAI 334, che è completamente sterrato e di larghezza ridotta, tale da consentire il solo passaggio ciclopedonale.

Per quanto riguarda la valutazione del patrimonio ambientale e storico del territorio su cui si va ad intervenire con simili progetti, è stata ignorata del tutto la presenza del Sito Borbonico le “Fontane del re”, un sito di inestimabile valore storico e culturale (attraverso il quale dovrebbe passare il traffico automobilistico proveniente da e per Pimonte, se il progetto venisse realizzato!).

La sua attuazione provocherebbe un danno irreversibile alla vegetazione e all’avifauna, la tranquillità dei luoghi verrebbe minata e il paesaggio sarebbe completamente alterato.

I boschi di Quisisana, inoltre, non sono un’area verde come tante altre, ma un luogo della memoria, dove oltre alle “Fontane del re” sono state recentemente riscoperte altre importanti testimonianze storiche che, come cittadini stabiesi, siamo chiamati a preservare.

Il portavoce del gruppo stabiese di “Noi moderati”, Massimo Santaniello, schieratosi a fianco del CAI Stabia e delle altre attivissime associazioni dell’area stabiese, ha commentato:

“Ad oggi, a fronte di tali e tante denunce tutte inascoltate, l’iter, nel voluto silenzio della burocrazia, procede con l’acquisizione dei pareri presso gli enti preposti. Il tutto senza clamore per poter superare indisturbati ogni ostacolo.

Noi non siamo contro per principio, ma certamente non possiamo sacrificare anche i boschi di Quisisana per un interesse di una sola amministrazione a danno di un’altra. Se la strada non è stata mai realizzata evidentemente non è utile.

Esiste infatti una comodissima strada statale che in soli undici minuti collega Pimonte a Castellammare, molto più agevole e sicura rispetto alla strada che attraverserebbe i Boschi di Quisisana, con grave ripercussione sul verde e sull’ambiente, laddove si vuole immaginare gli spazi che verrebbero sottratti per la costruzione di una sede stradale!

Per non parlare della manutenzione e la messa in sicurezza che dovrebbe garantirsi! È sotto gli occhi di tutti gli Stabiesi lo scandalo della strada che collega Quisisana a Faito.

Chiediamo, quindi, che l’Amministrazione comunale si opponga chiaramente e fermamente ad un progetto che mina lo sviluppo naturalistico dei Boschi di Quisisana ed il patrimonio unico che per noi Stabiesi costituisce.

Di fatto, dopo circa trent’anni quando finalmente ci accingiamo a rivedere il Palazzo Reale di Quisisana nel suo splendore, grazie ai lavori di riqualificazione del viale degli Ippocastani ormai in via di ultimazione, è inimmaginabile pensare che si stia progettando come rovinare l’area esterna al Parco del Palazzo Reale.

Ci aspettiamo invece un progetto di riqualificazione delle Fontane del Re, restituendo ai cittadini lo storico sito borbonico.

Sarebbe un precedente molto grave che un comune vicino evochi a sé la progettazione di un’opera incidendo sulla pianificazione urbanistica nel nostro territorio, perché il progetto di cui si parla ricade interamente sul territorio stabiese.

In tema di urbanistica è bene citare il P.U.T. Legge 35/87, che spesso si invoca per bloccare qualsiasi iniziativa, a proposito della viabilità minore, quale andrebbe considerata ai sensi del Titolo IV, art. 23, la realizzazione di strade minori, di larghezza di m 3,00 (Intera carreggiata tutto compreso).

Diversamente la viabilità principale dovrebbe avere una larghezza di undici m (Intera carreggiata tutto compreso). Il tutto non potrebbe avvenire senza stravolgere il territorio con opere di sbancamento e di contenimento. Ebbene nel caso specifico, si tratta di un sentiero pedonale del CAI identificato con n. 334 lungo circa 230 m e non di una strada esistente.

Invece Via comunale Pimonte, altro collegamento ipotizzabile, è per lunghi tratti una mulattiera e pensare di collegare con una strada intercomunale la frazione di Privati sarebbe una follia: è già normalmente stretta, congestionata e insufficiente per i residenti.

Noi Moderati, nell’interesse della Città, siamo molto vicini alle associazioni che, dimostrando sensibilità per l’ambiente e attaccamento al territorio hanno manifestato il loro dissenso.”

Le proteste continuano, gli animi restato accesi e, se il progetto non verrà accantonato, gli ambientalisti stabiesi annunciano il coinvolgimento di una nota trasmissione su un canale televisivo a diffusione nazionale, con la deflagrazione di una vera e propria bomba mediatica.


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