I Boschi di Quisisana: patrimonio storico e naturalistico a rischio. Denuncia dell’Archeoclub

Quisisana: un sito borbonico di enorme interesse storico ed ambientale che rischia di essere dimenticato

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Mentre gli storici ambienti della Reggia di Quisisana hanno da poco riaperto i battenti con il rinnovato allestimento del Museo Archeologico “Libero D’Orsi”, una sorte ben diversa sembra destinata ai suoi boschi.

Lo scorso dicembre, infatti, è stato firmato un accordo tra il Commissario Straordinario della Città di Castellammare di Stabia e il comune di Pimonte per la realizzazione di una strada per collegare due comuni attraverso i boschi di Quisisana.

Questo progetto dovrebbe trasformare via Canti (attualmente una mulattiera) in strada carrabile per un tratto di circa 230 metri, oltre all’adeguamento di via Tuoro a Monte Coppola (SP 179).

Questa strada carrabile, di collegamento tra Monte Coppola e la Frazione di Tralia, dovrebbe attraversare l’antico parco della Reggia e il sito storico “Le Fontane del re”.

È quanto denuncia l’associazione Archeoclub d’Italia di Castellammare che da anni promuove la valorizzazione del patrimonio naturalistico e storico dei sentieri dei boschi di Quisisana, con una serie di importanti iniziative culturali.

“Da febbraio non si parla più di questo progetto – afferma il presidente dell’associazione Massimo Santaniello – ma probabilmente sta procedendo, perché nel Decreto Dirigenziale n. 496 del 6 dicembre 2023, emanato dalla Giunta Regionale della Campania, ci sono dei finanziamenti e delle scadenze da rispettare.”

Se così dovesse essere, sarebbe molto preoccupante perché i Boschi di Quisisana non sono un’area boschiva come tante, ma fanno parte di un sito borbonico di enorme interesse storico e ambientale.

IL TRAFFICO DELLA STATALE DI AGEROLA SUI BOSCHI DI QUISISANA

“Pensare di trasferire, anche solo in parte, il traffico della strada statale per Agerola attraverso i Boschi di Quisisana, ci sembra un’idea bizzarra.” – rileva il presidente dell’Archeoclub di Castellammare.

“Innanzitutto, verrebbe compromesso l’equilibrio ambientale dei boschi, i quali ricadono in zona protetta “Natura 2000”. Il traffico di una strada carrabile provocherebbe enormi disagi a chi si reca in quei luoghi per godere del contatto con la natura, ad oggi ancora incontaminata.”

“Un traffico di veicoli che andrebbe inevitabilmente ad impattare con il Museo Archeologico, in quanto transiterebbe in prossimità del Viale degli Ippocastani. – sottolinea il presidente.

“La strada va sicuramente messa in sicurezza, ma nel modo più assoluto non può diventare una strada di collegamento con altri comuni.”

Secondo Massimo Santaniello, “la valorizzazione del Museo Archeologico di Stabia “Libero d’Orsi” rischia di essere compromessa da questo progetto molto discutibile, soprattutto sotto il profilo ambientale.”

“Un progetto – sottolinea – che non porta nessun beneficio alla Città di Castellammare di Stabia, se non un danno irreversibile.”

Per l’Archeoclub i boschi vanno tutelati, limitando il più possibile il traffico veicolare dei non residenti e, in condizioni di particolare affluenza turistica, istituendo un servizio navetta.

Per il Presidente dell’Archeoclub di Castellammare è auspicabile che l’idea di un collegamento intercomunale venga abbandonata e si passi invece alla riparazione e messa in sicurezza di via Tuoro a Monte Coppola e alla cura del patrimonio boschivo.

I PROGETTI DA REALIZZARE PER IL BOSCO DI QUISISANA

Per l’Archeoclub i progetti da portare avanti per la tutela e la valorizzazione del bosco di Quisisana sono i seguenti:

1.In primis il recupero dei sentieri dei Boschi di Quisisana, delle Fontane del Re, della messa in sicurezza della via Tuoro a Monte Coppola.

2.Fondamentale poi il ripristino di via Grottelle, una strada comunale crollata da tempo immemorabile, collocata lungo il confine sud del Palazzo Reale di cui è diventata anche motivo di degrado.

3.La riapertura di questa strada consentirebbe il collegamento con il borgo di Sant’Andrea e i residenti di via Tuoro a Monte Coppola non dovrebbero più percorrere la zona delle Fontane del Re.

4.Questo importante sito storico potrebbe così essere finalmente preservato dal transito veicolare con la chiusura dei cancelli posti alle due estremità e destinato ai pedoni.

“Per avere un’idea dell’importanza dell’equilibrio ambientale dei Boschi di Quisisana – sottolinea Massimo Santaniello – basti considerare che nell’area delle Fontane del Re esiste un’orchidea che si considerava ormai estinta”.

Per il Presidente dell’Archeoclub bisogna fare il possibile per “evitare che si realizzi uno scempio che andrebbe a sottrarre alla Città di Castellammare di Stabia i Boschi di Quisisana, un polmone di verde di cui i cittadini si stanno riappropriando”.

UN SITO DI ENORME INTERESSE STORICO ED AMBIENTALE

La tradizione vuole che l’appellativo di Quisisana sia stato conferito alla località da Carlo II d’Angiò per essere guarito da una lunga malattia e che fu lo stesso sovrano angioino a far costruire il primo nucleo della futura reggia nel 1284.

Nel corso dei secoli i reali delle varie dinastie partenopee elessero il sito a sede privilegiata di villeggiatura e di svago.

A partire dal 1758, Carlo III di Borbone iniziò i lavori di ampliamento della reggia e del parco, corredandolo di piante mediterranee ed esotiche, anche rare, con fontane, statue e panchine che conferirono al luogo la sua suggestiva bellezza.

Dall’epoca borbonica gli spazi della reggia furono abitati con continuità e il giardino e il parco retrostante rappresentarono per i reali un vero e proprio luogo di delizie, un “paradiso” che oggi rischia di andare irrimediabilmente perduto.

Da uno studio del 2021 risultavano presenti nel parco le seguenti specie arboree: castagno, ontano napoletano, tiglio comune, carpino orientale, carpino nero, frassino, leccio, pino marittimo, sambuco, acero napoletano, roverella, robinia, ailanto.

Ogni antica pietra e ogni albero secolare presente nel Bosco di Quisisana trasuda storia, fa parte del patrimonio della città, e deve essere preservato.

L’ABBANDONO E L’INCURIA DEI BOSCHI DI QUISISANA

Il parco, nonostante le denunce delle associazioni, dei singoli cittadini e l’intervento dei volontari che con grande senso civico puliscono periodicamente, versa oggi in un grave stato di abbandono.

Agli insulti del tempo si aggiunge quello della “damnatio memoriae”, la condanna all’oblio di un luogo ameno calpestato da re e regine, di una pagina importante della nostra storia.

Sembra che a volersi dimenticare dell’importanza dei Boschi di Quisisana siano soprattutto quelli che dovrebbero invece tutelarli, per il bene della collettività.

Solo la consapevolezza dell’enorme valore storico e ambientale di questo antico sito, del comune di Castellammare di Stabia, potrà creare i presupposti per la sua salvaguardia e la sua valorizzazione.

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