La Francia a Napoli: Lezione di Napoletanità al Vitruvio con Amedeo Colella

Amedeo Colella, tiene una lezione di napoletanità all'I.I.S.S. Vitruvio di Castellammare sulla forte influenza francese nella lingua partenopea.

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La “Francia a Napoli”. Amedeo Colella all’I.I.S.S. Vitruvio di Castellammare di Stabia per una lezione di napoletanità.

Amedeo Colella, il “professore” della napoletanità, visita l’I.I.S.S. Vitruvio per approfondire il legame tra Napoli e la Francia, evidenziando la ricca presenza di francesismi nel dialetto napoletano e coinvolgendo i giovani in un percorso educativo sulla lingua e cultura partenopea.

Nella mattinata di ieri, Amedeo Colella, noto scrittore, storico ed umorista napoletano, era presente all’I.I.S.S. “M.P. Vitruvio” di Castellammare di Stabia per una lezione di napoletanità.

A fare gli onori di casa la prof.ssa Giusy Agozzino, membro dello Staff d’Istituto che, con un folto gruppo di studenti dell’indirizzo “Servizi commerciali” e con una rappresentanza di docenti e personale Ata dell’importante Istituto superiore stabiese, ha accolto calorosamente lo scrittore napoletano.

Amedeo Colella, noto come il “professore” della napoletanità, conduce su Canale 21 la trasmissione “Nisciuno nasce ‘mparato”, diventata un vero e proprio cult, con milioni di visualizzazioni sul web.

Scopo di Colella è quello di diffondere, soprattutto attraverso le piattaforme social, oltre alla storia e alla cultura napoletana, il dialetto partenopeo affinché rimanga sempre vivo, poiché il napoletano, insieme al siciliano, è stato riconosciuto dall’Unesco una lingua in pericolo di estinzione.

Tema dell’incontro dalla forte valenza educativa “La Francia a Napoli”, che è stato organizzato dalla prof.ssa Daniela Savino, docente di Lingua straniera dell’Istituto Vitruvio e referente del progetto, per avvicinare i giovani discenti allo studio della Lingua francese, attraverso la scoperta dei tantissimi francesismi presenti nel dialetto napoletano.

Il napoletano è, infatti, ricco di termini che derivano dal francese, la lingua che nei secoli l’ha maggiormente influenzato, a causa dei ben 178 anni di dominazione francese a Napoli, prima con la dinastia Angioina (1266-1435) e poi con il periodo napoleonico (1806-1815).

Tra Settecento e Ottocento, inoltre, la lingua francese era la lingua della diplomazia, la lingua delle corti europee e delle classi colte, e Napoli era una delle grandi capitali europee, per questo l’uso del francese non è mai stato abbandonato.

La poesia in napoletano di Raffaele Viviani “Guaglione” del 1931 ha dato a Colella lo spunto per spiegare ai ragazzi presenti il significato e l’etimologia di alcune parole usate da Viviani, che adesso sono incomprensibili a molti, per far riflettere sui cambiamenti della lingua napoletana dal Novecento ai nostri giorni.

“Noi tutti siamo portatori di un valore culturale straordinario, per il solo fatto che parliamo il napoletano. – ha detto lo scrittore – Sapete che c’è tutta una discussione se il napoletano sia un dialetto, una lingua, un idioma, un vernacolo. Sono discussioni intellettuali”.

“Una lingua è un dialetto che ce l’ha fatta a diventare lingua. Il toscano ce l’ha fatta, è diventato lingua nazionale, noi siamo stati sfortunati” – ha affermato Colella – sottolineando quanto non vi sia alcuna differenza valoriale tra napoletano e italiano, poiché scrittori come Basile e drammaturghi e poeti del calibro di Viviani hanno scritto le loro famosissime opere in napoletano.

Dopo aver spiegato l’origine di vari modi di dire, di proverbi e di parole napoletane derivate dal latino, dal greco, dallo spagnolo, dal francese, con divertenti osservazioni, Colella si è soffermato sulla storia di Napoli e sull’influenza della cultura francese su quella partenopea.

Nel suo ultimo libro “Napoli 365 – Tutte le cose da fare a Napoli ogni giorno dell’anno”, l’autore approfondisce questi temi, raccontando aneddoti, fatti e curiosità sulla storia di Napoli, tra leggenda e realtà.

Il professore di napoletanità ha infine coinvolto i giovani vitruviani nella partecipazione a giochi linguistici con test a risposta multipla, e molti si sono dimostrati bravi, meritando una “Laurea in lingua e cultura partenopea all’Università (pezzotta) Gennarino II”.

Al termine dell’incontro, dagli spalti della palestra i presenti hanno lungamente applaudito Amedeo Colella per la sua lezione di napoletanità, un modo simpatico e coinvolgente per avvicinare i giovani alla cultura e alla tradizione napoletana, nonché allo studio della lingua francese.

Adelaide Cesarano

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