Napoli, Editoriale: Non sarà un’avventura, questo Napoli che s’avvia alla primavera. 4-0 al Toro per manifesta superiorità

Il titolo di questo editoriale sul Napoli si concede il lusso di parafrasare un pezzo di strofa di una delle più celebri canzoni italiane

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Il titolo di questo editoriale sul Napoli si concede il lusso di parafrasare (e parzialmente rivisitare) un pezzo di strofa di una delle più celebri canzoni della musica italiana, quel capolavoro di “Un’avventura” che porta la firma di Mogol e il graffio inconfondibile del compianto Lucio Battisti nella voce.

Non ce ne vorranno per l’accostamento audace, né Lucio né Giulio, ma questo Napoli da mirabilie merita una colonna sonora all’altezza del suo fascino e dell’ormai lapalissiana bellezza che sta distribuendo al buon nome del calcio italiano tutto, giustamente bistrattato da più parti negli ultimi lustri.

La partita in casa del Toro, che s’annunciava ostica e rognosa alla vigilia, s’è rivelata, salvo la parte centrale del primo tempo, una piacevolissima gita fuori porta. Nulla togliendo, si intende, alla caratura e all’impegno profuso dai granata, che hanno interpretato la sola gara fosse pensabile interpretassero contro la corazzata azzurra: uomo contro uomo a tutto campo, tentativo di costruzione dal basso con i lunghissimi rilanci di Milinkovic Savic a scavalcare la linea di centrocampo, tanta aggressività, coinvolgimento ripetuto degli uomini di fascia e i trequartisti a tentare imbucate coraggiose.

In questo nostro editoriale non possiamo che affermare che questo Napoli, però, è grande prima di tutto perché sa essere umile, in quanto studia il suo avversario, gli dedica rispetto e quindi fiuta il pericolo ancor prima che gli si palesi di fronte. Come il bravo scolaro che si prepara diligentemente per l’interrogazione del giorno dopo, il risultato finale è che gli uomini di Luciano Spalletti non lasciano mai nulla al caso, non abbassano di un centimetro il livello di attenzione e hanno la straordinaria capacità di adattarsi all’avversario di giornata.

Il Toro ha in testa di proporre la fisicità a tutto campo? Il Napoli risponde adeguandosi e facendo lo stesso. Non è un caso che la prima potenziale palla goal degli azzurri nasca proprio da un blitz di uno splendido Anguissa, che ruba palla a Linetty nella trequarti torinista e imbuca per Lozano in area di rigore: il diagonale del Chucky, probabilmente destinato infondo alla rete, è deviato in corner da un provvidenziale tackle di Rodriguez.

Il goal del Napoli arriva proprio dal calcio d’angolo che ne scaturisce:  perfetto cross di Zielinski, Osihmen salta più in alto di tutti e spedisce la palla nell’angolo più remoto, regalando il vantaggio ai suoi. Nulla può Milinkovic Savic, che neanche accenna all’intervento.

Fatto l’1-0, segue qualche minuto di stallo. Poi, il Toro si riorganizza e inizia a farsi minaccioso. Inizia, dal 14esimo al 25esimo, una fase di primo tempo dove i padroni di casa profondono il massimo sforzo per tentare le vie del pareggio.

In una prima circostanza, è Vlasic, proprio al minuto 14, a far partire un sinistro insidioso che è il primo vero tiro in porta dei suoi e chiama Meret alla parata, mentre al 20esimo viene ammonito Gravillon, per un brutto fallo su Kvara.

La seconda situazione creata dal Toro è quella in cui va più in assoluto vicino all’1-1: al tiro stavolta va Ricci dal limite, Meret respinge ma la palla vaga a due passi dalla porta; giunge Sanabria che in spaccata colpisce il palo e trova poi le mani ancora dell’estremo difensore azzurro ad allontanare. Tutto questo al 23esimo minuto.

Un minuto più tardi è il turno di Vojvoda, che tenta un destro sul palo lungo che però non prende il giro giusto e si spegne sul fondo. L’arrembaggio granata si conclude un giro di lancette più tardi: Vlasic fa sponda in area per l’accorrente Ricci, il cui tiro è deviato da Zielinski in corner.

Potrebbe raddoppiare il Napoli, al 30esimo, quando Lozano pressa Milinkovic Savic sul rinvio, Kvara recupera la sfera e poi la cede ad Osihmen, il cui cross per El Chucky viene provvidenzialmente salvato ancora da Rodriguez a centro-area.

Il Toro, dopo 12 minuti di grande spinta, sembra calare per tirare il fiato, ma è proprio lì che il Napoli lo colpisce: Kvara addomestica un pallone vagante in area granata e lo porta avanti col petto, trovando l’opposizione fallosa di Linetty e il conseguente penalty. Dal dischetto, per meritocrazia, si presenta lo stesso georgiano, che opta per una conclusione morbida e centrale: Milinkovic Savic è spiazzato e il Napoli fa 2-0. Siamo al minuto 35.

I padroni di casa accusano vistosamente il colpo, la pressione non è più asfissiante e il morale sembra cedere. E’ ancora Osihmen, al 38esimo, a sfoderare una bomba dal limite dell’area, che trova Milinkovic Savic pronto a respingere in corner.

Il primo tempo, terminato al 45esimo in punto senza alcun minuto di recupero, si trascina via così, col Napoli sopra di 2 e il Toro già palesemente demoralizzato.

Chi si aspetta un Napoli appagato nella ripresa, viene clamorosamente smentito già al 51esimo:  Kvara cavalca la fascia e inventa un tacco illuminante per l’accorrente Olivera, il cui preciso cross di mancino trova l’incornata violenta di Osihmen a centro-area. Il 3-0 è cosa fatta e ora sì che il Torino è al tappeto.

Juric, al 54esimo, esegue tre cambi tutti insieme: Gravillon, Linetti e Vojvoda lasciano il posto a Djidji, Ilic e Buongiorno.

Proprio Buongiorno, un minuto dopo il proprio ingresso, stacca bene di testa da azione di corner ma manda alto. Risponde il Napoli, al 57esimo, con una conclusione in area di Osihmen, che chiede un rigore che non c’è. Sanabria prova uno dei rarissimi sussulti della sua partita al 60esimo, ma il suo diagonale esce fiacco e finisce sul fondo.

Al 65esimo, primi due cambi anche nel Napoli: Zielinski e Lozano cedono il campo ad Elmas e Ndombelè.

Ed è proprio quest’ultimo, appena 3 minuti più tardi, ad andare in rete: un mai pago Osihmen scippa palla a Schuurs e serve l’accorrente Kvara, che vede Ndombelè solo a centro-area e lo serve con un tocco preciso. Tanguy, davanti a Milinkovic Savic, non ha esitazioni e firma il 4-0, con una conclusione che passa in mezzo alle gambe del portiere serbo.

Per il centrocampista francese, è il primo goal in serie A. Ndombelè, che ci tiene a non farsi mancare niente, 60 secondi dopo il goal si becca pure l’ammonizione, per un fallo su Vlasic.

La partita, ormai, non ha più nulla da raccontare. Il Napoli, con una gestione lucidissima e feroce, ha mortificato la contesa già all’alba della ripresa e il Toro, da par suo, altro non ha potuto che cedere.

Al 71esimo, Spalletti cambia ancora: Ostigard e Simeone concedono  minuti di riposo a Rrahmani e Osihmen.

Esce Singo ed entra Ola Aina, al 75esimo, per volontà di Juric.

Per vedere un’altra emozione, volendola così generosamente definire, bisogna attendere il 79esimo, quando Meret si scontra fortunosamente con Kim, in uscita a seguito di un lancio in profondità per Sanabria. Colpo però pienamente assorbito e tutto ok per Alex.

Nell’ultima sostituzione azzurra, che giunge all’84esimo, c’è spazio anche per Gianluca Gaetano, in luogo di Lobotka. Allo stesso minuto, anche Juric compie la sua ultima sostituzione, inserendo Seck per Vlasic.

Due minuti di recupero dopo il 90esimo e poi il signor Matteo Marchetti fischia tre volte: Torino – Napoli si conclude coll’indiscusso risultato di 4-0 per gli azzurri, sempre più primi, sempre più belli e sempre più soli.

Lì, sulla vetta della classifica e all’apice dell’espressione calcistica italiana del presente periodo storico.

Una rondine non farà primavera ma questo Napoli, alla primavera, ci arriva più solido e bello che mai.

Chiudiamo questo nostro editoriale sul Napoli con l’augurio che non sarà, per davvero, solo un’avventura e con la speranza che Lucio e Giulio non ce l’abbiano a male.

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