Tesori dimenticati: Italia alla ricerca di materie prime critiche

L'Italia guarda di nuovo alle miniere, sperando che dal sottosuolo possa emergere una nuova ricchezza in un periodo di crescente scarsità di materie prime critiche.

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L’Italia guarda di nuovo alle miniere, sperando che dal sottosuolo possa emergere una nuova ricchezza in un periodo di crescente scarsità di materie prime critiche.
Questi minerali, considerati rari e sempre più utilizzati nelle tecnologie necessarie per la transizione energetica, come le batterie agli ioni di litio, le turbine eoliche e le celle fotovoltaiche, sono definiti “critici” dall’Unione Europea. La dipendenza dell’Europa dalle forniture esterne di queste materie ha spinto la Commissione a stilare un elenco di 34 materie prime considerate “critiche”, nella speranza di ridurre la dipendenza dall’estero.

Quali sono le materie prime critiche che mancano in Italia: l’elenco dell’Ue

elenco materie prime critiche ue
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Il continente europeo affronta una crescente domanda di alcune materie prime, ma la loro disponibilità è scarsa, rendendole di vitale importanza strategica. La Commissione europea prevede che la richiesta di queste materie prime possa aumentare da cinque a sei volte entro il 2030. Tuttavia, l’Europa si trova fortemente dipendente dalle forniture di queste materie dall’estero, con paesi come la Turchia e il Sudafrica che dominano il mercato. La Cina, in particolare, fornisce il 100% delle “terre rare pesanti” di cui l’Europa ha bisogno. Per mitigare questa dipendenza, l’Unione Europea ha redatto una lista di 34 materie prime critiche.

materie prime critiche a cosa servono ue
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A cosa servono le materie prime critiche

Le materie prime critiche sono alla base della produzione di tecnologie ampiamente utilizzate e richieste in vari settori, e la loro domanda è destinata ad aumentare ulteriormente. Sono impiegate per la fabbricazione di batterie agli ioni di litio, turbine eoliche, pannelli fotovoltaici, pompe di calore, cavi di trasmissione dati, smartphone, tablet e computer. Questi materiali sono essenziali per cinque settori strategici dell’economia europea: energia rinnovabile, mobilità elettrica, industria ad alta intensità energetica, tecnologia dell’informazione e della comunicazione, e aerospazio e difesa. Inoltre, il progresso tecnologico e la qualità della vita dipendono ampiamente dalla disponibilità di queste materie prime, con alcuni prodotti, come gli smartphone, contenenti fino a 50 diversi tipi di metalli.

Quali materie prime si estraggono nelle miniere italiane

In Italia, esistono diverse miniere da cui si estraggono diversi materiali, ma il loro numero è diminuito notevolmente nel corso del tempo. Mentre un tempo l’estrazione mineraria era molto diffusa, soprattutto nel primo Novecento e fino alla metà del secolo scorso, negli ultimi anni le miniere attive sono diventate un numero esiguo. Secondo l’ultimo censimento effettuato da Ispra, in Italia ci sono ancora 3.016 siti minerari, ma solo 76 di essi sono ancora in produzione, su un totale di 94 concessioni minerarie ancora in vigore.

Le miniere attive sono prevalentemente concentrate in Sardegna, Piemonte e Toscana, mentre l’estrazione di alcune materie prime, come il piombo, lo zinco, l’argento, il zolfo e l’amianto, è diminuita o è stata interrotta nel corso degli anni. L’Italia ha estratto solo una delle 34 materie prime critiche indicate dalla Commissione Europea, che è la fluorite, presente nella miniera di Bracciano, in provincia di Roma. Tuttavia, esistono altre riserve di fluorite in Sardegna, nel comune di Silius, in provincia di Cagliari, che potrebbero essere di interesse strategico per l’Italia.

Il nuovo piano sulle miniere del governo Meloni

Per ridurre la dipendenza dall’estero e sfruttare le risorse minerarie nazionali, il governo Meloni ha annunciato un piano per riaprire alcune miniere chiuse da oltre 30 anni. Il piano prevede di investire risorse per potenziare l’attività di estrazione di alcune materie prime critiche, come il cobalto, il nichel, il rame e l’argento in Piemonte, le “terre rare” in Sardegna e le riserve di litio nel Lazio. Questa iniziativa mira a rendere l’Italia più autonoma nel settore delle materie prime critiche e a sostenere la transizione ecologica, dato che queste materie sono essenziali per le tecnologie green come le batterie per auto elettriche e le turbine eoliche.

Nonostante i vantaggi economici di questa iniziativa, è necessario affrontare anche le questioni ambientali. Alcune aree minerarie sono state bonificate per i rischi ecologici, sanitari e strutturali, e alcune risorse minerarie interessanti sono ancora contenute nei depositi di rifiuti estrattivi. Tuttavia, è fondamentale equilibrare gli sforzi per garantire la sicurezza ambientale con l’obiettivo di garantire una maggiore indipendenza in materia di materie prime critiche. Solo attraverso un approccio olistico e sostenibile sarà possibile trarre vantaggio dalle ricchezze del sottosuolo italiano senza compromettere l’ambiente per le generazioni future.

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