La tentazione di Renzi, viaggio nel popolo del No

Il premier Matteo Renzi non cambia idea e si dimetterà nei prossimi giorni ma il...

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Il premier Matteo Renzi non cambia idea e si dimetterà nei prossimi giorni ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli chiede di non lasciare Palazzo Chigi fino a quando la manovra economica non sarà approvata.

Renzi si dimetterà dopo l’ok alla manovra

Il Capo dello Stato: «Democrazia solida, le Istituzioni rispettino le scadenze». Grillo e Lega esultano: «Subito al voto». Alfano: «Alle urne a febbraio»

Una vittoria schiacciante del No (quasi 60%) ha affondato Matteo Renzi. Il giorno dopo la bocciatura del referendum costituzionale, il premier è salito al Colle per parlare con il Capo dello Stato ed è vicino alle dimissioni che ha annunciato ieri. Il colloquio con Mattarella è durato oltre un’ora, ora sarà il Quirinale a fare le sue valutazioni. Con un obiettivo, innanzitutto: far uscire il prima possibile il Paese dal cono d’incertezza in cui è precipitato.

DIMISSIONI DOPO LA MANOVRA  

Durante il Consiglio dei ministri del pomeriggio Renzi avrebbe confermato, secondo quanto riferiscono più fonti, l’intenzione politica di dimettersi. Ma la formalizzazione delle dimissioni avverrà, spiegano le stesse fonti, solo dopo l’approvazione della manovra che nelle intenzioni del governo dovrebbe avvenire nei tempi più brevi possibili, forse già in settimana.

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LA RICHIESTA DI MATTARELLA  

Il Presidente della Repubblica, «considerata la necessità di completare l’iter parlamentare di approvazione della legge di bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio, ha chiesto a Renzi di soprassedere alle dimissioni per presentarle al compimento di tale adempimento», fa sapere una nota del Colle.

LEGGI e ASCOLTA Il testo integrale del discorso di Matteo Renzi dopo la sconfitta  

MATTARELLA: “IMPEGNI E SCADENZE DA RISPETTARE”  

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota ha ricordato: «Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento». A proposito dell’alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri, ha sottolineato che «è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva». Poi ha ribadito che «l’Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco».

ALFANO: “PENSO VOTO A FEBBRAIO”  

«Se dovessi puntare una fiche, un euro direi che noi andiamo a votare non in primavera ma in inverno, a febbraio 2017, mi vado convincendo che fare un governo dopo questo governo è molto difficile, sono convinto che questa legislatura volga al termine»: così il ministro dell’Interno Angelino Alfano a “Porta a Porta”.

“HO PERSO IO, LASCIO”  

Ieri il premier si è assunto «tutte le responsabilità» di una sconfitta «straordinariamente netta» e si è commosso ringraziando moglie e figli. «In Italia non vince mai nessuno ma non perde mai nessuno. Io sono diverso e dico ad alta voce, anche se con il nodo in gola, che ho perso. C’è rabbia e delusione, ma vorrei che foste fieri di voi – ha detto in conferenza stampa -. Fare politica contro qualcuno è molto facile, per qualcosa è più bello. Si fa pensando ai propri figli, non alle alchimie dei gruppi dirigenti».

 

BAGNASCO: ORA RESPONSABILITÀ  

Dalla Cei è invece arrivato il messaggio del cardinale Bagnasco: «Adesso è il momento di una grande responsabilità, a tutti i livelli. È l’ora di camminare insieme». Alla domanda se il voto avesse spaccato l’Italia Bagnasco ha sottolineato: «Cerchiamo di camminare insieme».

CROLLA L’EURO, SPREAD SU  

Intanto si sono registrati i primi contraccolpi economici. La Borsa di Milano ha aperto in calo con l’indice Ftse Mib in ribasso dell’1,8% per poi recuperare quasi subito a -0,8% e tornare in territorio negativo a -1,2%. Snobbano il risultato del referendum le altre piazze del Vecchio Continente che viaggiano positive. Ha aperto invece in rialzo lo spread Btp-Bund, che dopo una fiammata a 180 punti base è sceso a quota 169. L’euro, invece, è sceso ai minimi da un anno sul dollaro, per poi risalire leggermente.

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