Teatro Karol di Castellammare di Stabia: Incontro con Rosario Pellecchia

Al Teatro Karol di Castellammare di Stabia lo scorso venerdì 14 febbraio una serata speciale per gli appassionati bibliofili stabiesi che si sono riuniti per la presentazione del terzo romanzo dello scrittore Rosario Pellecchia.

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Al Teatro Karol di Castellammare di Stabia lo scorso venerdì 14 febbraio una serata speciale per gli appassionati bibliofili stabiesi che si sono riuniti per la presentazione del terzo romanzo dello scrittore Rosario Pellecchia.

Teatro Karol di Castellammare di Stabia: Incontro con Rosario Pellecchia

Per l’autore stabiese, noto Speaker radiofonico di Radio 105, detto Ross, musicista e scrittore di talento, nel tour di presentazione del suo nuovo appassionante romanzo “Ora che ho incontrato te” edito da Feltrinelli, non poteva mancare una tappa a Castellammare di Stabia, la sua città natale.

Durante l’incontro, l’autore ha dialogato con il giornalista Pierluigi Fiorenza e con la talentuosa attrice stabiese Federica Citarella, che ha letto alcuni passi significativi tratti dal romanzo, per la gioia dei numerosi fan dello scrittore intervenuti.

Un po’ per l’aria frizzantina della città di mare, un po’ per il clima scherzoso creatosi sul palco tra l’autore e il giornalista, amici di vecchia data, l’autore – sapendo di “giocare in casa” – si è abbandonato all’onda dei ricordi, ha raccontato simpatici aneddoti, ha chiarito il perché di alcune scelte, ha parlato dei suoi affetti e della sua passione per la musica.

Tutto il romanzo è incentrato su questa passione, che possiamo definire il fil rouge che lega eventi, personaggi, situazioni, che il nostro Ross, definito scherzosamente da Pierluigi Fiorenza “Milabiese” perché vive da molti anni a Milano, ha saputo tessere con grande abilità costruendo una trama avvincente e ricca di colpi di scena.

Il protagonista di “Ora che ho incontrato te” è Lorenzo Maltoni, un ragazzo romano con la voglia di lasciare Roma per una nuova vita. Per sfuggire ai demoni del passato (infanzia difficile, padre violento), va a New York dove inizia a lavorare come broker.

Ma il suo passato lo perseguita, soffre di crisi di panico e ricade in alcune dipendenze che si era lasciato alle spalle: il vizio del gioco, dell’alcol e di altre sostanze.

Nell’incipit del romanzo il protagonista sta per suicidarsi, buttandosi dal cornicione fuori dalla finestra del suo ufficio per aver perso 200mila dollari a poker e per essere stato licenziato, quando un incontro inaspettato gli salva la vita.

Zoe, un’affascinante musicista afroamericana, “una tipa regolare, non beve, non si droga”, artista di strada, ma che suona anche al Downtown Blues, incomincia a cantare all’angolo della strada sotto quella finestra “The first time I met the blues”.

Ci sono degli incontri che ti cambiano la vita, altri che addirittura te la salvano, come in questo caso: due ragazzi, che non hanno niente in comune, come due rette parallele che non si incontreranno mai, poi, all’improvviso, una canzone e i loro destini si incrociano, forse per sempre.

“Ho scritto tre libri che pur essendo apparentemente molto diversi per ambientazione (il primo a Castellammare, il secondo a Milano – NdR) in realtà girano un po’ intorno alla stessa tematica: gli incontri che possono cambiare la vita” – ha sottolineato l’autore.

Un romanzo che pone l’accento su quanto la casualità e il destino siano determinanti nel corso della nostra esistenza. Anche quando sembra che stiamo prendendo una decisione del tutto autonoma, che siamo convinti della nostra scelta, basta una piccola cosa e, in un secondo, cambiamo idea e la situazione si ribalta. A quanti è successa la stessa cosa?

È stato l’amore a salvare Lorenzo o la musica? Se al posto di Zoe ci fosse stato un musicista qualunque, e non una donna affascinante e carismatica, le cose sarebbero andate allo stesso modo?

Lorenzo avrebbe desistito dal suo proposito di togliersi la vita all’angolo tra Park Avenue e l’Ottantacinquesima?

Tra i due nasce prima un’amicizia dai contorni incerti, che poi piano piano si approfondisce grazie alla musica. Ad unirli ancora di più l’intento di rubare una chitarra appartenuta a Robert Johnson, una Gibson Kalamazoo KG-14, “una specie di Sacro Graal per i chitarristi di tutto il mondo”, per cercare di risolvere i loro problemi.

Inizia così un viaggio avventuroso, con situazioni rocambolesche, che da New York li porterà fino al Mississippi, scandito dalle tappe nelle città sacre della musica blues, a bordo di un vecchio furgone Chevrolet Chevy Van del 1992, che “un tempo deve essere stato marrone” con i sedili rosa ribaltabili.

La storia d’amore tra Lorenzo e Zoe si intreccia a quella del Blues, attraverso il ricordo dei suoi principali interpreti, e il viaggio “on the road” in America diventa anche un suggestivo viaggio nella storia della musica blues.

Un libro che fa riflettere sull’assurdità delle nostre certezze esistenziali, ma che trasmette anche un messaggio positivo: quando sembra che non ci sia più nessuna via d’uscita, quando abbiamo deciso di “gettare la spugna”, basta una canzone, una melodia, un ricordo e si spalancano davanti a noi nuovi orizzonti, nascono nuove possibilità, scopriamo che non tutto è perduto.

Cronaca Campania / Adelaide Cesarano

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