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Castellammare di Stabia

La mappa del rischio sismico in Italia riparte da zero

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a href="https://vivicentro.it/scienza/" target="_blank" rel="noopener">SCIENZA – L’Italia è un paese ad alto rischio sismico, per questo la mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale è un’informazione fondamentale dato che, pur se la pericolosità è inferiore a zone come California e Giappone, la vulnerabilità è maggiore per la fragilità del patrimonio edilizio. Tuttavia, la realizzazione di una mappa aggiornata sta rivelando diverse difficoltà.

La mappa del rischio sismico in Italia riparte da zero

Sommario:
La mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale è stata oggetto di un aggiornamento durato sette anni, che ha portato alla creazione della MPS19.s. Nonostante sia stata approvata dalla Commissione Grandi Rischi, l’Ingv ha bocciato la nuova mappa.

La mappa di pericolosità sismica italiana: dalla MPS04 alla MPS19.s, un aggiornamento difficile.

Dopo anni di discussioni e un percorso più che mai tortuoso, l’Ingv ha dato parere negativo al modello realizzato dagli esperti che la stessa organizzazione aveva incaricato di redigere. Tutto da rifare, insomma.

Una questione di tempi

L’ultima versione della mappa di pericolosità sismica (la MPS04) è stata approvata nel 2004, cioè praticamente vent’anni fa. Due decenni in cui i modelli sismologici si sono evoluti e in cui il nostro paese è stato colpito da diversi terremoti: per questo, è necessario e auspicabile un aggiornamento della mappa.

La mappa che c’è, ma non c’è

A maggio del 2019 la Protezione Civile ha approvato la mappa MPS19 presentata dalla Commissione Grandi Rischi. Ma pochi mesi dopo gli esperti della Commissione hanno fermato tutto, chiedendo di eseguire nuovi test sul modello utilizzato.
Dopo aver lavorato per sette anni, il team coordinato da Carlo Meletti e Werner Marzocchi ha poi chiuso una nuova versione della mappa (MPS19.s), finalmente approvata a febbraio 2022 dalla Protezione Civile.
Tuttavia, la mappa sembra scontentare tutti: in primis gli stessi Meletti e Marzocchi, che preferivano la versione originale; e poi – e questa è la notizia più recente – anche i revisori interni dell’Ingv che l’hanno bocciata.
Il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni sta lavorando a una mappa ancora diversa, basata su un approccio differente.


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