A Verona secondo giorno del congresso delle famiglie: scontro sull’aborto

Se il buon giorno si vede dal mattino, quello di ieri, in quel di Verona,...

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Se il buon giorno si vede dal mattino, quello di ieri, in quel di Verona, al cosiddetto “Congresso internazionale sulla famiglia”, non è stato per niente un buon giorno ne un bell’inizio.

Partenza con puntuale conferma delle polemiche che stanno accompagnando, sin dal suo annuncio, i lavori del congresso delle famiglie in svolgimento a Verona e la conferma arriva immediatamente con la messa sotto accusa della legge 194 sull’aborto e la messa in campo di libercoli e, ancor peggio, di un cosiddetto gadget di indubbio poco buongusto frutto di una mante poco equilibrata di qualcuno afferente al loro delirare.

feto, embrione di dieci settimaneIl Gadget distribuito al Congresso mondiale delle Famiglie è  un feto di gomma che rappresenta un embrione di dieci settimane accompagnato da un cartellino con la scritta:
‘L’aborto ferma un cuore che batte!’
ed è donato da uno degli sponsor, notizieprovita ‎guidata dal presidente dell’edizione italiana del Congresso, Toni Brandi.

All’interno, poi, eccheggiano le posizioni dei relatori e sono altra benzina sul fuoco le cui fiamme fanno luce sul retropensiero dei convenuti e alimentano ulteriori discussioni.

Ad accendere il fuoco è stato, in primis, il presidente dell’associazione ‘Difendiamo i nostri figli’, nonché organizzatore del Family day, Massimo Gandolfini, che definisce l’aborto “l’uccisione di un bambino in utero” e sostiene che “dal 1978 ad oggi sono stati uccisi sei milioni di bambini e salvati solo 200mila”. Ovviamente tralascia di dare il numero di quanti “sono stati uccisi” con l’ausilio di “mammane” e “macellai vari”, quando il tutto si effettuava in clandestinità e, cosa ancor più maleodorante, nessun accenno alle tante donne che, per questa pratica, ci rimettevano la vita: vite (di donne, di madri) salvate nell’attuale situazione quindi, e non uccisioni!

Dello stesso avviso di Gandolfini, pur precisando di parlare a titolo personale, è stato il senatore leghista Simone Pillon affiancato anche dal vescovo di Verona, Giuseppe Zenti che, al suo arrivo al Congresso, ha definito l‘aborto un “delitto”.

Non potevano poi mancare utilizzi improri, e falsi, di leggi e persino della stessa Costituzione come spudoratamente fa il vicepresidente dell’edizione italiana, Jacopo Coghe‎, che spiega di condividere le idee di Gandolfini sulla 194 e limita la definizione di famiglia all’unione tra uomo e donna “come sancito dalla Costituzione”.

Niente di più falso per cui a questo punto mi sento in diritto di dargli dell’ignorante, se effettivamente quella è la sua conoscenza, o del grande bugiardo visto che in nessun passaggio, nella Costituzione, si fa riferimento alla famiglia come nucleo composto, ESCLUSIVAMENTE e OBBLIGATORIAMENTE, da un uomo ed una donna.

Per totale chiarezza, vi riproponga quanto stabilisce la Costituzione negli articoli dal 29 al 31 dove sono ben precisati i principi afferenti alla “Famiglia” e ai suoi “Diritti” che, come quelli dell’uomo, sono, dunque inviolabili e intangibili:

Art. 29

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Articolo 30

E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Articolo 31

La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

Questi gli articoli della Costituzione che fanno riferimento alla famiglia e IN NESSUNO di questi emerge il distinguo, men che meno il discrimine, del duo composto unicamente da Uomo-Donna ma, bensì, unicamente l’elencazione dei principi che la tutelano COMUNQUE ESSA SIA COMPOSTA visto che, volendo scendere nei singoli particolari, analizzarli, valutarli e discuterne, nell’articolo 29 si ha chiaramente:

  • il riconoscimento della famiglia come SOCIETA’ NATURALE fondata sul matrimonio, ossia come FORMAZIONE SOCIALE dotata di ampia autonomia di scelta in ordine alla propria organizzazione interna, nei limiti dei principi costituzionali e della conseguente disciplina attuativa;
  • la libertà di scelta del proprio coniuge, in considerazione del carattere assolutamente volontario dell’atto costitutivo della comunità familiare;
  • l’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, che può essere superata soltanto a tutela e garanzia dell’unità familiare.

QUESTO è il tutto ed è il quanto sancito dalla, e nella, Costituzione dove, come è evidente, si fa riferimento, con charezza, alla famiglia intesa come SOCIETA’ NATURALE, ed appresso come FORMAZIONE SOCIALE dotata, riprendo ancora:

di ampia autonomia di scelta in ordine alla propria organizzazione interna, nei limiti dei principi costituzionali e della conseguente disciplina attuativa.”

Nessun limite o derimere sulla sua composizione quindi e chi ad essa prova a dire di rapportarsi o è ignorante o è in malafede e, per di più, arrogante ed offensivo perché, spacciando una chiara falsità per vera, mostra di ritenere che chi lo ascolta sia, quantomeno, ignorante e banboccione, comunque così credulone da bersi di tutto.

Ca va sans dire, nemmeno negli articoli seguenti, che trattano delle tutele alla Famiglia, si fa il minimo distinguo, derimere, afferente all’obbligo di Famiglia intesa Uomo-Donna dal momento che sancisce unicamente i diritti Erga omnes.

E questi sono, dettagliando ed analizzando:
  • il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli. L’art. 30 Cost., in particolare, enuncia tre principi fondamentali:
  • il dovere e il diritto dei genitori di occuparsi dei figli, con riferimento non solo all’adempimento dell’obbligo alimentare, ma anche alla loro crescita;
  • il dovere dello Stato di integrare, qualora se ne ravvisi la necessità, l’azione dei genitori;
  • l’uguaglianza dei diritti dei figli, senza distinguere fra i nati in costanza di matrimonio e quelli nati fuori dal matrimonio cui viene assicurata ogni forma di tutela giuridica e sociale che, però, deve essere compatibile con i diritti di una eventuale famiglia legittima.
Da una visione d’insieme di tali principi emerge il quadro complessivo della funzione della potestà genitoriale:

il dovere educativo diretto alla promozione delle potenzialità dei figli che proprio per questo va esercitato nel loro esclusivo interesse.

È, dunque, necessario che nella compagine familiare si stabilisca un bilanciamento fra il modello di vita suggerito e consigliato dai genitori e il carattere, le tendenze e le potenzialità espresse dal minore.

Ad ulteriore conferma del fatto che questo Congresso è basato sul piano dell’ignoranza di chi “segue” ma anche, a quanto sembra, di chi ha organizzato (in alternativa bisogna ritenere, come già su specificato, che si tratta di consapevole falsità spesa ritenendo cretini chi li ascolta) , troviamo anche una certa Babette Francis, fondatrice dell’organizzazione Endeavour Forum, che avrebbe sostenuto la tesi per cui “il cancro colpisce le donne che non fanno figli”, sostenendo che “se non avete figli avete un rischio parecchio più alto di ammalarvi di cancro al seno”. SIC!

Matteo Lambertini, prof oncologo
Prof. Matteo Lambertini, oncologo

A stretto giro, anche per le sue fanfaluche, è arrivata subito la categorica contestazione del Prof. Matteo  Lambertini, oncologo presso l’Ospedale San Martino Genova e professore aggiunto  all’Università di Genova, selezionato a giugno 2018 per la seconda volta tra i migliori giovani ricercatori oncologici del mondo a Chicago, che ritiene doveroso chiarire il dato scientifico secondo il quale: “Non c’è alcuna relazione tra il fatto di non avere figli e l’incidenza del cancro al seno”  anzi, Secondo la scienza, dopo aver avuto dei figli il rischio di tumore alla mammella sale per alcuni anni, ma non a lungo termine. 

E questo è, con buona pace dei quanti si sono riuniti a Verona per tentare di mistificare il tutto e provare, ancora una volta, a far riemergere il loro concetto di Famiglia intesa, secondo loro, come donna schiava regregata in casa a pulire, cucinare e far figli, mentre il marito, l’uomo, il maschio alfa, va liberamente in giro a fare ciò che gli pare e magari, essendo così affezionato alla famiglia, se ne fa anche più di una corredata con amanti e figli vari sparsi in giro.

Ovviamente l’altra faccia della medaglia può benissimo rappresentare la donna che, pur se a casa, non disdegnerà di aprirsi ad altri affetti (non rare nemmeno queste).

Resta comunque il fatto che, a Verona, si sono ritrovati in 90 ad organizzare la celebrazione della famiglia e, con questi, solo 14 donne. SIC!

Oggi, secondo giorno, interverrà anche il Comandante Salvini dicente che le conquiste sociali non si toccano epperò, nella sua continua ambiguità e abilità di saltare su qalsiasi cavallo utile che passa, si ritrova, ad esempio, a far discutere in parlamento sull’adottabilità del Feto.

Insomma, il Comandante, mentre fa la battaglia contro l’utero in affitto, sull’altro versante cambia nome alla cosa e si sposta sull’adottabilità del Feto.

Ergo ancora Utero in Affitto che sarebbe ammesso purchè, ipocritamente, diversamente nomato. Fantastico!

Come concludere oggi? Semplice, con il nostro solito Battiato unito all’ “Io speriamo che me la cavo” condite con il commento del nostro Giuseppe Vollono che, sempre nel merito, così scrive: VERONA, CONGRESSO MONDIALE SULLA FAMIGLIA.

Buona lettura quindi, buon ascolto e, soprattutto, aprite occhi e mente, magari aiuterete voi stessi e tutti gli altri ad evitare di svegliarsi unicamente perché sono andati a sbattere contro un muro, o caduti in un burrone.

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