(Adnkronos) – Donne e uomini.Ma anche madri, padri, caregiver e diversità da includere.
L’attenzione alle persone nel mondo del lavoro deve avere una prospettiva larga.Le politiche pubbliche devono fare la loro parte ma molto possono fare anche le aziende.
Di questi temi si parlerà durante il nuovo appuntamento Adnkronos Q&A 'La cura delle persone', in programma a Palazzo dell’informazione l'11 luglio, in occasione della Giornata mondiale della Popolazione, con l’obiettivo di far crescere la consapevolezza su alcune tematiche cruciali come l'importanza del controllo familiare sulle nascite, la parità tra i sessi, il contrasto alla povertà , la salute durante la maternità e i diritti umani. Il dibattito, alimentato anche da un sondaggio lanciato da Adnkronos sul proprio portale, sarà aperto da alcune interviste istituzionali che lasceranno poi il posto a una mattina di lavoro focalizzata su due temi principali: work life balance, la ricerca di un equilibrio; parità di genere, il congedo parentale Proprio sul work life balance una recente indagine di Manageritalia offre dei numeri che saranno spunto di riflessione.L’indagine condotta con la collaborazione tecnica di Ipsos, su un campione di 547 manager italiani (58% uomini e 41% donne), evidenzia come nel mondo del lavoro italiano cresca la consapevolezza di un bilanciamento tra genitorialità e carriera per entrambi i genitori.
Il 78% dei manager coinvolti considera la parità di genere un problema reale.Riguardo al congedo di paternità , il 61% degli uomini lo vorrebbe obbligatorio; la percentuale sale all’85% tra gli under 45, superiore anche all’83% indicato dalle donne.
I principali ostacoli sul posto di lavoro sono considerati in maniera diversa tra uomini e donne: i primi indicano la loro maggiore flessibilità per spostamenti e orari (51% contro il 34% delle donne) e le maggiori assenze delle donne perché impegnate con figli e anziani (46% contro il 36%), la tendenza a favorire carriere maschili (45% contro il 39%), e la valorizzazione maggiormente attribuita agli uomini (43% contro il 41%).Ma le donne indicano al primo posto il pregiudizio sociale che vede gli uomini come più adatti a ricoprire ruoli di alto livello (46% contro il 36% degli uomini).  —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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