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Castellammare di Stabia

Morte Satnam Singh, a Latina manifestazione fiume contro il caporalato

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(Adnkronos) – Manifestazione contro il caporalato oggi a Latina dopo la tragedia di Satnam Singh, il bracciante di 31 anni di origini indiane morto dopo essere stato abbandonato con il braccio amputato nelle campagne.Alla protesta della Flai Cgil, partita alle 17, si è unita anche la segretaria del Pd Schlein oltre che le delegazioni di Alleanza Verdi e Sinistra, con Nicola Fratoianni, M5S Lazio, il commissario di Azione Lazio Alessio D’Amato e la deputata Federica Onori.   Sulla morte di Satnam Singh è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Contro i valori di solidarietà e civiltà stridono –gravi ed estranei- episodi e comportamenti come quello avvenuto tre giorni fa, quando il giovane Satnam Singh, lavoratore immigrato è morto, vedendosi rifiutati soccorso e assistenza, dopo l’ennesimo incidente sul lavoro”, ha affermato intervenendo a Solferino alle celebrazioni per i 160 anni della Croce rossa italiana. “Una forma di lavoro -ha proseguito il Capo dello Stato- che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno -che affiora non di rado- di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli.

Fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”.   “Se vogliamo che questo orrore diventi spartiacque tra prima e dopo, un tributo alla memoria di Singh, dobbiamo avere il coraggio di ammettere che siamo tutti responsabili, tutti”, ha detto la sindaca di Latina Matilde Celentano. “L’impegno di tutti deve essere vigilare, prevenire, per allontanare da questo territorio la patente di terra di caporali, non vogliamo essere additati per quello che non siamo.Dobbiamo combattere una guerra di civiltà e le guerre di civiltà si vincono insieme.

Latina sarà in prima linea in questa battaglia”, ha detto la sindaca tra applausi e fischi.  “Questo è un omicidio su lavoro, una storia di sfruttamento estremo, non una disgrazia, con un pezzo di paese che non fa i conti con la dignità del lavoro”, ha detto Fratoianni. “Le istituzioni silenti se la cavano con un richiamo all’italianità, come ha detto Meloni.Non è così, e’ in corso una guerra civile contro il lavoro con un bollettino di guerra quotidiano”, ha spiegato il leader di SI. “Il paese ha bisogno di politiche del lavoro, politiche salariali, perché non ci siano più vittime ricattabili.

Servirebbe uno scatto di reni e di dignità, ma l’Impressione e’ che ci sia più la volontà di criminalizzare di chi vive in queste condizioni”, ha aggiunto.  “Abbiamo deciso si scendere in piazza subito perché lo sciopero è lo strumento principale, il più importante che un sindacato può utilizzare.Scioperare contro le morti sul lavoro è doveroso”, ha dichiarato il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, in occasione dello sciopero e della manifestazione di oggi. “Alle morti sul lavoro, ad autentiche stragi che si stanno susseguendo con impressionante regolarità, si unisce nella tragedia di Satnam l’inaudita crudeltà dell’imprenditore.

Abbandonarlo davanti a casa, con un braccio tranciato in una cassetta della frutta, fa capire come questi lavoratori non siano nemmeno considerati esseri umani.Stiamo cadendo verso il baratro, la logica del profitto a tutti i costi mortifica fino ad annullare la dignità umana” conclude Mininni. Per Hardeep Kaur, segretaria del Flai Cgil Frosinone-Latina, “oggi abbiamo tanti fantasmi, tanti uomini e donne che lavorano nelle campagne in tutta Italia senza diritti.

Da tempo denunciamo la presenza di questo esercito di schiavi, questa piazza chiede un cambiamento concreto.Noi siamo al fianco delle aziende sane che vivono sotto il ricatto dei caporali, che non possono assumere regolarmente chi è già qui”. “Siamo qui per dire no allo schiavismo, per chiedere la regolarità per tanti che lavorano.

La politica deve dare di più, questo è un fenomeno noto, bisogna far emergerlo.Qui c’è stato un atto di schiavismo, è importante che questi lavoratori vengano regolarizzati se no si è schiavi”, ha detto Alessio D’Amato, responsabile welfare di Azione.   Ed è previsto per martedì 25 giugno nel pomeriggio (alle 15), sempre nel capoluogo pontino, il corteo della comunità indiana del Lazio.

L’Unione sindacale di base (Usb) ha intanto annunciato che scenderà in piazza. “Effettueremo una grande manifestazione in cui, alla conclusione, chiederemo di essere accolti dal Prefetto di Latina a cui lasceremo una lettera aperta per denunciare tutto quello che succede ogni giorno per cercare di arrivare, una volta per tutte, al punto in cui queste cose non accadano più” si legge in una nota.In piazza anche Uila Uil “per ribadire che la nostra priorità sono la legalità, il contrasto allo sfruttamento, la dignità dei lavoratori”.  “Il problema del Caporalato esiste da tempo, non certo da oggi.

Personalmente, da sindacalista, ho avuto esperienza insieme ai braccianti con tutti i governi, destra, sinistra, centro, ma puntualmente l’unica cosa che siamo riusciti a portare a casa è Tavolo operativo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura nel 2018 con il Conte 1.Il mio appello è alla Premier Meloni, ma anche a tutte le opposizioni, a unirsi per regolarizzare i lavoratori e liberarli dallo sfruttamento.

Speculare su quanto successo non è la soluzione”, dice all’Adnkronos Aboubakar Soumahoro, ex sindacalista e paladino dei braccianti, oggi parlamentare al gruppo misto. Soumahoro invita a una sorta di ‘campo plurale’ in nome della soluzione di una piaga insita nel nostro sistema agricolo. “Tutti, da ogni parte, devono tornare a un senso di responsabilità – ribadisce – bisogna partire dalla regolarizzazione di tutti gli invisibili che raccolgono frutta e verdura in giro per il Paese.E’ facile dire ‘non lo sapevamo’: fin quando si mangiano ortaggi freschi ogni giorno, bisogna chiedersi a quali condizioni lavora chi li raccoglie, dal punto di vista contrattuale, contributivo, delle condizioni abitative per permettere agli stessi braccianti di vivere in condizioni umane.

Penso ad altre storie terribili che si sono verificate negli anni.Latina è solo l’ultima.

Non siamo certo di fronte a un’urgenza, il caporalato è una parte ormai strutturata del nostro sistema agricolo”.  “Il Tavolo operativo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura è stato istituito proprio grazie alle nostre lotte fatte negli ultimi anni, eppure – ricorda – a quel Tavolo mancano i braccianti italiani e la grande distribuzione organizzata, che imponendo i prezzi ai contadini e agricoltori costringe questi ultimi a comprimere i salari dei braccianti.Bisogna uscire dalla logica dell’assistenzialismo, perché così non si risolve nulla.

E poi da più di dieci anni chiediamo la patente del cibo, così da permettere al cittadino di poter mangiare un cibo eticamente sano.Questa proposta è stata bocciata in Parlamento.

Perché non tenerla in considerazione ora?”.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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