Veneto: Votare è un po’ morire

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Un cittadino veneto che fosse interessato a passare a miglior vita entro la fine dell’anno potrà approfittare della straordinaria opportunità offerta da un’agenzia di pompe funebri, che garantisce sconti del dieci per cento agli elettori del referendum autonomista del 22 ottobre. Unico requisito richiesto è l’esibizione della ricevuta che attesta l’avvenuto voto. Ovviamente lo si presume favorevole, non tanto in omaggio al noioso precetto costituzionale della sua segretezza, ma perché è inconcepibile che un fautore del No abbia la faccia tosta di morire dopo essersi recato alle urne, quando sarebbe assai più dignitoso che lo facesse prima. Non risulta chiaro se lo sconto si applichi soltanto ad personam, o se il becchino indipendentista consentirà di estenderlo ad amici e parenti prossimi, con un occhio di riguardo per le suocere. L’iniziativa, di cui nessuno oserà negare la lungimiranza, si abbina a quella di un imprenditore veneziano che opera in un altro genere di viaggi: le crociere. Ottimi sconti anche qui, ma sempre e solo entro la fine dell’anno. L’elettore, insomma, viene indotto a votare per l’autonomia del Veneto a patto poi abbandonarlo in tutta fretta su una barca indirizzata ai Caraibi o affidata a Caronte, l’unico scafista contro cui non c’è Minniti che tenga. Chissà che cosa si inventerà il serenissimo becchino per le imminenti elezioni politiche. Una cosa è sicura: certe forme innovative di voto di scambio farebbero fatica ad attecchire sotto la linea della polenta. In Italia il confine interno è ancora tracciato dalla scaramanzia.

di Massimo Gramellini / Votare è un po’ morire – corrieredellasera

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