” Piccoli Einstein ” alla ribalta. IL FATTO: ieri, il ministro degli Esteri e leader di Ap Angelino Alfano, in una conferenza stampa nella sede del partito, in risposta a una domanda in merito a vociferate pressioni di Renzi per far cadere il governo Gentiloni ha detto “Riteniamo conclusa la nostra collaborazione con il Pd, il passato non mi interessa”. “Non è un clamoroso scoop giornalistico: ci sono intere rassegne stampa che indicano l’agitazione del Pd su Gentiloni fin dalla nascita del governo”, ha poi sottolineato il leader Ap aggiungendo che il vice capogruppo alla Camera Sergio Pizzolante che aveva accreditato tale scenario “è una persona seria e non lo smentisco”.
C
hiaramente, ed ovviamente, il PD e Renzi smentiscono: “Non è assolutamente vero”, ha detto Lorenzo Guerini, entrando al Nazareno per la segreteria del Pd, a proposito delle accuse di Ap. Anche Matteo Ricci ha replicato ad Ap: “Sono falsità. Il destino del Pd è legato a filo doppio a quello di Paolo Gentiloni. Alfano, invece di polemiche che non hanno senso, si organizzi per costruire un cartello centrista che arrivi al 5%. Usi meglio le sue energie”.
Poi, in serata, sono comparsi in scena anche i pentastellati che, incastrandosi tra i due, con una delle loro genialate, hanno pensato bene di chiedere chiarimenti direttamente al premier, Paolo Gentiloni sul quanto, gli altri, programmavano a suo danno.
E’ questa è! Questo l’italico ed italiota livello politico.
OGGI, il caso è oggetto anche delle riflessioni di Mattia Feltri che, su La Stampa, scrive:
Piccoli Einstein
I parlamentari di Angelino Alfano hanno svelato che a febbraio Matteo Renzi chiese loro di far cadere il governo Gentiloni in cambio di una legge elettorale che gli permettesse di rientrare in Parlamento, anche in mancanza di voti. Lo svelano perché il governo non l’hanno fatto cadere (ma va?), ne hanno ricavato una legge ostile, e i voti continuano a mancare. Il Pd ha smentito ma, dediti della malizia, viene da credere agli alfaniani.
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Così c’è una conferma: Renzi è una simpatica canaglia. O antipatica, ma non è il punto. Il punto è che l’astutissimo piano aveva un drammatico punto debole: si può chiedere ad Alfano di far cadere un governo di cui Alfano è ministro, sempre in meravigliosa mancanza di voti? Fai prima ad aspettare che Woodcock lo arresti. Per dire delle virtù strategiche di Renzi. Ma, per tornare ad Alfano, non mancano solo i voti, mancano anche un paio di riflessioni. Prima: com’è stato rimanere in un governo così apprezzato dal maggior partito di governo? Seconda: com’è stato apprendere di godere di una tale stima da parte del leader al fianco del quale hai lavorato per tre anni? Cioè, com’è stato scoprire che Renzi ti reputa uno buono a fare il sicario per puro tornaconto? Com’è che ci si fa una fama del genere? Belle domande. Detto tutto questo, in serata è arrivato il colpo di tacco: i cinque stelle hanno chiesto chiarimenti al premier, Paolo Gentiloni. Cioè, hanno chiesto chiarimenti sul complotto alla vittima del complotto. E adesso, in paragone, non vi sentite tutti dei piccoli Einstein?
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