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Paola Muraro era indagata fin da aprile, e tutti lo sapevano!

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aola Muraro era indagata fin da aprile. E del fascicolo aperto sull’assessore all’Ambiente del Comune di Roma sapevano sia la sindaca Virginia Raggi sia il direttorio del M5S. Sono diverse, e tutte dalle conseguenze imprevedibili, le notizie che emergono dall’audizione di Raggi e Muraro in commissione Rifiuti. Un’audizione fiume in cui, al di là della gestione dei rifiuti della Capitale, è la figura di Muraro a finire nel mirino dei componenti. E nella quale Raggi afferma, quasi a sorpresa, che dell’indagine sull’assessore aveva informato i vertici pentastellati.

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Scontro Raggi-direttorio  

Le parole delle prima cittadina sembrano in controtendenza con quanto emerge dal Direttorio, secondo cui del caso Muraro non si era a conoscenza, e che rischiano di portare ad uno scontro frontale tra la prima cittadina di Roma e i vertici del M5S. Direttorio che, sul caos in Campidoglio, da giorni appare andare in ordine sparso a testimonianza del fatto che, come osserva anche qualche pentastellato, a Roma si stia giocando da tempo la grande partita delle correnti interne. Gli unici ad intervenire in serata sono Alessandro Di Battista («Contro di noi c’è un intero sistema che ci fa guerra. Le Olimpiadi sono l’obiettivo di questi palazzinari», attacca su Facebook) e la portavoce alla Camera dei pentastellati che prende le distanze dalla Muraro con un tweet.

Il caso De Dominicis  

Ma sul Movimento, in queste ore, si è scatenata una vera e propria bufera, con il caso Muraro che si aggiunge alle critiche piovute sulla nomina di Raffaele De Dominicis e sul presunto coinvolgimento dello studio legale Sammarco. Due “grane” dalle conseguenze imprevedibili e che vedrebbero i vertici M5S, al di là della difesa di ordinanza, pronti anche a sacrificare Muraro, peraltro funzionario “esterno” al Movimento. Tanto che è la stessa Raggi ad azzardare: «Attendiamo di leggere le carte. Quando avremo maggiori informazioni prenderemo provvedimenti».

Le ammissioni di Muraro e Raggi  

Di certo l’audizione a Palazzo San Macuto si trasforma in una sorta di serrato interrogatorio (che costringe Raggi e Muraro a saltare la Giunta lampo prevista in serata in campidoglio) sin da quando, in apertura, il presidente Alessandro Bratti informa i membri della commissione che Muraro risulta indagata dal 21 aprile. L’assessore conferma, spiegando di aver saputo dell’indagine (le viene contestata la violazione dell’art.256 del testo unico sull’Ambiente) il 18 luglio. «Del fascicolo sono stata informata nella seconda metà di luglio», aggiunge Raggi che, alla richiesta se siano stati avvisati anche i vertici del M5S, si spinge in una risposta destinata a creare un nuovo vespaio: «si, certo».

La difesa: “Non abbiamo mai mentito sull’avviso di garanzia”  

Di fronte alla commissione Raggi e Muraro ribadiscono più volte di non aver mai mentito. «Le domande che ci ponevate erano sull’avviso di garanzia e non c’è alcun avviso di garanzia. Se mi avessero chiesto delle indagini avrei risposto quello che ho risposto qui», spiega Raggi difendendosi, indirettamente, anche dalla raffica di attacchi targati Pd secondo cui «Raggi e Muraro sono inaffidabili». Ma la sindaca capitolina, sebbene la difesa dei vertici M5S appaia più tenue di qualche settimana fa, non ha alcuna intenzione di mollare. «Abbiamo trovato qualche piccola resistenza ma non ci spaventiamo, lo sapevamo e andiamo avanti», assicura, prima di recarsi in commissione, in un video su Facebook pubblicato anche sul blog su Beppe Grillo. E in commissione rilancia: «Moi abbiamo questa pazza idea di governare per 5 anni».

Il precedente di Pizzarotti  

Ma il caso Muraro rischia di mettere in difficoltà l’intero Movimento e di dar voce più forte alle frange più critiche. Se il M5S si comporterà con Raggi come con me? «Bella domanda», risponde il sindaco Federico Pizzarotti, sospeso per non aver comunicato ai vertici di essere indagato. Le prossime ore saranno decisive. «Ho avuto un sms di sostegno di Grillo», assicurava in mattinata Raggi al Corsera. Ma l’impressione è che dai vertici 5S si farà di tutto per cercare di isolare il caso Roma dal resto del Movimento.

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