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Zielinski cuore azzurro: “Voglio scrivere la storia a Napoli, significherebbe molto per me”

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“Liverpool? Non ho mai parlato con Klopp”

Piotr Zielinski, centrocampista del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del portale polacco sportowefakty per parlare della sua vita calcistica, di quella privata e di mercato.

Ecco le sue parole:
È il momento di fare uno step ulteriore nella tua carriera?
“I miei agenti stanno negoziando il prolungamento di contratto con il Napoli, e mi concentro solo sul calcio giocato. C’è stato un periodo in cui pensavo troppo spesso al mio futuro, cosa si rifletteva nella forma mentale e sul gioco din campo. Ora lascio queste cose al mio manager”.
Trasferirsi in un’altra squadra è un’opzione reale?
“Sto bene a Napoli, ho altri due anni di contatto e voglio vincere qualcosa con questo club. Significherebbe molto per me, per i tifosi , sarebbe anche bello iscriversi alla storia del Napoli”.
Come commenti le voci secondo cui avresti parlato con Jurgen Klopp del trasferimento al Liverpool? Il Liverpool è stato a lungo interessato a te, voleva comprarti dopo Euro 2016.
“Non ho parlato con Klopp, ma non c’è nulla da dire su Liverpool e le altre voci. Sto benissimo a Napoli. Lavoro con un allenatore dal quale imparo molto, voglio giocare al meglio fino alla fine della stagione, e cosa succederà dopo, vedremo”.
Sulla sua vita privata.
“Mi piace il centro di una grande città, ma sto bene nel silenzio di casa mia, un po’ fuori mano. Vivo vicino Napoli, fino a poco tempo fa non avevamo nemmeno dei vicini con Laura. C’è un supermercato nelle vicinanze, un pub, ho un barbecue nel cortile, un cane che corre, il sole splende. Cosa posso volere di più? Nel cortile crescono i limoni, con la mia Laura, li raccogliamo e li gustiamo. Sono così buoni che a volte li mandiamo anche in Polonia, alle nostre famiglie”.
E’ vero che hai fondato due casa famiglia?
“Si tratta di due casa famiglia che si trovano a Zabkowice e Targowica. Quando ero piccolo i miei genitori hanno dovuto affrontare un periodo difficile. Si tratta di aiutare i bambini che vivono una situazione di vita difficile. Peccato che non posso andarli a trovare spesso, mi accorgono che crescono moltissimo in meno di un anno”.
Le case per bambini si chiamano “Peter Pan”.
“Si, è l’eroe di una bellissima fiaba ed è dipinto su ogni muro. I bambini sono trattati benissimo e seguiti da vicino dai genitori. I bambini crescono, imparano a giocare e a ballare. Siamo tutti coinvolti nella loro crescita con mia nonna, la famiglia di mio fratello maggiore, ed anche io faccio il possibile. Siamo felici ed orgogliosi di poter aiutare chi è in difficoltà”.
Come?
“Cerchiamo di evitare di dare ai bambini apparecchi elettronici. Qualche tempo fa, insieme a Laura, eravamo alla comunione di un ragazzo che se non fosse stato per la nostra famiglia, in chiesa non avrebbe avuto nessuno. Visto che c’è solo una comunione, sono contento di avergli regalato una gioia. Anche Laura è molto coinvolta portando i ragazzi al parco a divertirsi sulle giostre. C’è un parco gioci vicino alla casa famiglia Targowica. In estate porto i ragazzi a giocare a calcio. tre di loro si stanno allenando al Zabkowice Slaskie Eagle. In questo club ho fatto i miei primi passi da calciatore prima di passare allo Zaglebie Lubin”.
Questo è il tuo ottavo anno in Italia da quando firmasti con la primavera dell’Udinese.
“Ricordo ancora quando facevo il raccattapalle nel vecchio stadio di Zaglebie. Sono stato anche alla finale di Supercoppa polacca tra Wisla Krakovia e Lech Poznan. Ero dietro la porta dove si calciavano i calci di rigore decisivi. Ho potuto osservare Robert Lewandowski e Semir Stilic”.
Con Laura, la tua fidanzata, ti conosci fin dall’infanzia. A quanto pare ti sposerai quest’anno?
“Sì, il matrimonio è quest’anno. Sono molto felice perché è la ragazza giusta per me: mi supporta, mi aiuta molto, mia aiuta anche a programmare la mia vita. So che è la donna con cui voglio passare il resto della mia vita. Ho 25 anni e penso sia una buona età per sposarsi. Voglio fare un altro passo nella mia vita”.
E l’allenatore ha mantenuto la sua parola, conta su di te.
“Sento che sono arrivato ad un livello più alto. All’inizio della stagione ho avuto delle partite promettenti, poi un leggero calo di forma, ma questo ormai è alle spalle. Do dimostrazione del fatto che vale la pena mettermi in campo. Ora conta di più il mio contributo all’interno della squadra. Ad Ancelotti piacciono i giocatori che non hanno paura di correre rischi, hanno fantasia. Cerco di giocare in questo stile, ovviamente a beneficio della squadra. Il tecnico precedente, Maurizio Sarri, è stato eccezionale, Ancelotti è davvero un ‘maestro’. È molto concreto, semplice nel messaggio. Non si arrabbia quando qualcosa non va. Ripete che se due o tre cose non ci riescono , il mondo non crolla. Così aumenta la fiducia nei nei nostri mezzi”.
Sei più sicuro in campo?
“Cercavo soluzioni complicate. Ero anche critico con me stesso. Ho sempre lavorato e ho aspettato pazientemente la svolta. Oggi sono un altro Piotr, più fiducioso”.
Uno degli allenatori italiani ti ha definito un suo figlio.
“Francesco Guidolin. Abbiamo lavorato insieme all’Udinese, mi ha fatto conoscere il calcio in Italia. Ci siamo incontrati di recente a Milano prima della partita con il Milan, ci siamo salutati molto calorosamente, è stato bello parlare con lui. Ha detto che già all’età di 16 anni ha visto in me un ottimo giocatore che utilizza entrambi i piedi in modo indifferente. Qualche settimana fa mi ha detto: sei un giocatore da 10 goal a stagione. Ho risposto: ‘con calma, succederà'”.
Questa stagione? Per ora, hai tre gol in Serie A.
“Ci sono molte partite da giocare ancora. La cosa più importante è che sono in buona forma e arriveranno gol e assist. Creo situazioni per me stesso e i miei compagni, a volte mi manca il tocco finale”.
Ancelotti ti mette in varie posizioni: quale ruolo ti piace di più?
“Il mister mi dice sempre che sono un giocatore universale, quindi sono alla ricerca di soluzioni diverse. Dove gioco dipende dalla tattica che utilizziamo. C’erano delle partite in cui ho giocato centrale. A volte inizio anche a sinistra e taglio verso il centro del campo, dove mi trovo meglio. In altre partite devo restare più esterno a sinistra. Questa posizione è un po’ meno congeniale per me. Decisamente preferisco tagliare verso il centro, come contro il Milan a San Siro (0-0)”.
Sei uno dei giocatori con più minuti di più questa stagione, come ti senti fisicamente?
“I carichi sono grandi, ma non mi sono mai sentito fisicamente come prima. Ho perfezionato i dettagli, ho praticato individualmente e posso stare in piedi ogni tre giorni”.

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