Novak Djokovic campione dei “Championships” 2019, sconfigge Federer al tie-break del 5 in un match storico
di Francesco Caia
Wimbledon- La parola “storia” si addice alla perfezione alla 133esima finale di Wimbledon: le 4 ore e 58 minuti scandiscono la partita più duratura dell’ultimo atto di questo torneo. Per la prima volta nel singolare si disputa il tie-break sul 12-12 nel quinto set, non si poteva scegliere giorno migliore. È stata la più incantevole ed emozionante finale in cui due fenomeni ci lasciano per l’ennesima volta a bocca aperta e con la mente bloccata ad ammirare infinitamente quel colpo delizioso impresso negli occhi. Purtroppo nel tennis, sport che ti dà e che ti toglie, non è prevista la vittoria di due giocatori, ma in questo caso si sarebbe dovuto fare un’eccezione e stravolgere ogni tipo di regola.
U
NA CHIACCERATA CON ROGER
Ti sei visto fuggire il trionfo dalle mani, che erano quasi sicure di averlo afferrato e tenerlo saldamente. Un set point nel terzo, 2 clamorosi match-point nel quinto, 2 break point nell’omologo parziale. Alla fine, hai tirato su le somme e hai realizzato che potevi toccare solamente l’aria, il nulla… Ah già, hai il premio del secondo, ma per te un’inezia. I tuoi occhi straripanti di speranza ammiravano lo scintillio prodotto dal trofeo, ma alla fine le gambe non hanno più sostenuto una tensione di quel calibro. Risultato: sei inciampato a un passo dall’epicità.
Quel gatto serbo, Djokovic, pare una montagna insormontabile, un muro invalicabile costituito da un materiale indistruttibile. Non è stata nemmeno sufficiente la tua classe e la tua mentalità fredda come quella di Borg. Ecco, per l’appunto, ti informo che il felino Nole ha raggiunto i 5 titoli dello svedese di ghiaccio, un traguardo che tu hai già abbondantemente superato, ma non quello della Navratilova, a quota nove. Roger, chissà se il dio del tennis ti concederà un’altra possibilità di eguagliare questo record (teniamo le dita incrociate per ammirare di nuovo attoniti le tue pennellate che pescano angoli mai conosciuti prima), ma intanto grazie per ammaliarci con lo spettacolo che offrite.
UNA CHIACCERATA CON NOLE
Djokovic, hai trovato la conferma di essere il numero uno al mondo e di riuscire a battere Sua Maestà nel proprio habitat naturale. “Se non la più eccitante, questa è stata una delle migliori finali che abbia mai giocato, contro uno dei più grandi di tutti i tempi, verso il quale serbo molto rispetto”, le tue parole alla premiazione. Magari sei meno appariscente con i tuoi colpi – Roger ha tirato 40 vincenti più di te – ma sei un muro, riprendi tutto, il possibile e l’impossibile. Oggi, ti sei trovato nella condizione di ottenere 7-6(5) il primo set, lungo e faticoso, e lasciare andare il secondo, 1-6, quando era troppo tardi per recuperare. Hai agito alla stregua nel terzo, 7-6(4), e nel quarto, 4-6. Avete giocato un quinto parziale sontuoso, interminabile e concitato: hai conquistato un break e lo hai immediatamente riconsegnato al tuo avversario. Poi, hai ceduto nuovamente il servizio e hai dovuto fronteggiare due match-point sui quali ti sei salvato grazie alla poca ferocia dello svizzero, che ha perso il turno in battuta. Sull’11 pari lui ha due possibilità di strapparti il servizio, ma non ne specula ed è tie-break. Lo vinci con una facilità abbastanza disarmante, d’altronde tutti e tre sono stati la discrepanza del match. Grazie per averci regalato emozioni uniche. Tenterai di bissare anche il successo dello scorso anno allo US Open, perciò good luck for the future!
Resterà un mistero il motivo per cui non ti sei buttato a terra al momento della vittoria, ma ti sei limitato ad uno sorrisino…
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