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Voto in Sicilia: seggi aperti. Si profila sfida all’ultimo voto M5s-centrodestra

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Breve guida al voto in Sicilia, dove l’avversario da sconfiggere è anche l’astensionismo. Ed è polemica sullo spoglio il giorno successivo. Qual è la vera posta in gioco. Chi sale e chi scende in vista delle urne

span style="color: #000000;">Seggi aperti in Sicilia. Oltre 4 milioni e 600mila di elettori sono chiamati ad eleggere il presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea siciliana, che da quest’anno passano da 90 a 70 dopo le modifiche introdotte dalla legge costituzionale n. 2 del 7 febbraio 2013. Test importante che, oltre a decidere il governo dell’isola, può essere considerato come banco di prova per possibili alleanze in vista delle prossime politiche.

IL VOTO – Le operazioni di voto per eleggere il presidente della Regione si svolgono solo oggi dalle 8 alle 22. Lo scrutinio delle schede sarà effettuato domani, secondo quanto stabilito dagli articolo 49 e 50 della legge regionale 20 marzo 1951 n. 29.

Per quanto riguarda i risultati ufficiali, si legge sul sito della Regione, “saranno proclamati dagli appositi Uffici centrali circoscrizionali costituiti presso i Tribunali dei nove Comuni capoluogo e dall’Ufficio centrale regionale, costituito presso la Corte d’Appello di Palermo”.

La cinquina per Palazzo d’Orleans

Cinque, dunque gli aspiranti governatori. Per il Movimento Cinque Stelle Giancarlo Cancelleri. Per il centrodestra Nello Musumeci, schierato da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Udc, #DiventeràBellissima e Autonomisti). Il rettore di Palermo Fabrizio Micari è l’uomo del centrosinistra sostenuto dal Partito democratico, Alternativa popolare, Sicilia Futura, Idv e Arcipelago Sicilia. La Sinistra punta su Claudio Fava, con Sinistra italiana, Mdp-Articolo1, Verdi, Rifondazione comunista e movimenti civici. C’è, infine, il candidato indipendentista Roberto La Rosa, sostenuto da Siciliani liberi.

LA SCHEDA – Nei seggi ogni elettore avente diritto riceve dagli scrutatori una scheda gialla, suddivisa in rettangoli, ognuno corrispondente a una lista provinciale. La scheda contiene il contrassegno di ciascuna lista che concorre nell’ambito provinciale, affiancato da una riga riservata all’eventuale indicazione della preferenza per un candidato alla carica di deputato regionale appartenente alla lista.

A destra è riportato il nome del candidato alla carica di presidente della Regione, affiancato dal relativo contrassegno: si dovrà barrare con una ‘X’ la lista provinciale prescelta, poi bisognerà mettere un’altra ‘X’ sul nome del candidato alla presidenza della Regione.

VOTO DISGIUNTO – In Sicilia è previsto il voto disgiunto: gli elettori possono votare per un candidato alla presidenza e per una lista provinciale a lui non collegata. Se si dovesse decidere di indicare solo la preferenza per la lista provinciale, invece, il voto andrà automaticamente al candidato della lista regionale.

Sul voto incombe poi l’incognita astensionismo: nel 2012 si recarono al voto solo 2,2 milioni di siciliani, appena il 47% degli aventi diritto. Un astensionismo che sembra destinato a crescere alla luce del fatto che, come sembra dagli ultimi sondaggi, il 26% dei siciliani non sa neanche che si vota.

redazione/agi/aska/adnkronos


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