L’inquinamento dell’aria causa malattie acute e croniche: fino a domani le regioni del Nord Italia saranno coperte dall’alta pressione. Dall’alimentazione all’attività fisica, una serie di accorgimenti può aiutarci a convivere con lo smog.
Vivere con lo smog, dalla tavola allo sport: come difendersi dall’inquinamento
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’inquinamento dell’aria è causa di malattie acute e croniche che possono colpire tutta la popolazione: con un rischio più alto per i bambini, gli anziani e le donne in gravidanza. Ecco spiegato perché, considerando che fino a domani le regioni del Nord Italia saranno coperte dall’alta pressione e da uno spesso manto di nebbia, sono milioni gli italiani che si stanno chiedendo quali accorgimenti adottare contro l’emergenza di questi giorni. Con questo dossier proviamo a rispondere ad alcuni dei quesiti più ricorrenti sulle abitudini di tutti i giorni: dal comportamento da adottare nei confronti di bambini e anziani, alle scelte da compiere a casa e a tavola, fino al modo migliore per recarsi a lavoro. Un piccolo vademecum che non risolve il problema – servirebbero scelte drastiche, guidate dalla politica dietro indicazione della comunità scientifica – e dal quale è però sempre più difficile prescindere nei giorni dell’emergenza.
ANZIANI E BAMBINI – Asma e allergie, i piccoli più a rischio
I bambini e gli anziani, assieme alle donne incinte, rappresentano le fasce della popolazione che più risentono dell’inquinamento di questi giorni. Le polveri sottili determinano un aumento dello stato infiammatorio, che nella fase acuta può determinare diverse ricadute per la salute: dalla recrudescenza dell’asma, delle allergie e della dermatite atopica (nei più piccoli) a quella della broncopneumopatia cronica ostruttiva negli anziani. Questi ultimi, in realtà , sono esposti anche a un più alto rischio di comparsa di eventi cardio e cerebrovascolari (infarti e ictus). Come comportarsi allora in attesa che l’aria diventi più respirabile? «Non è detto che le case siano più salubri degli ambienti all’aperto, motivo per cui continuo a consigliare alle mamme di portare i propri figli fuori almeno per un paio d’ore al giorno», osserva Giuseppe Mele, pediatra di famiglia e presidente dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss). Relativamente agli over 65, più restrittivo è invece Raffaele Antonelli Incalzi, ordinario di medicina interna al Campus Biomedico di Roma e presidente eletto della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria. «In giornate così critiche gli anziani non dovrebbero uscire e rispettare la corretta areazione della casa: meglio se effettuata la mattina presto, in alternativa la sera tardi».
ALIMENTAZIONE – Prevenzione a tavola: più frutta e verdura
Un’autentica dieta «anti-smog» non esiste. Ma alcune indicazioni utili per far fronte ai danni dell’inquinamento da polveri sottili a tavola sì, come spiega Marcellino Monda, direttore del reparto di dietetica e medicina dello sport all’Università della Campania Luigi Vanvitelli. «Scegliere una dieta ricca di antiossidanti aiuta la prevenzione, combatte i danni dei radicali liberi e contrasta l’invecchiamento precoce». Fin qui la scienza, che tradotta nella pratica rimanda al consumo «di almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, dando spazio a tutti i colori: dal bianco al viola, in modo da assumere a cadenza quotidiana una quantità sufficiente e varia di composti con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie». Via libera dunque agli agrumi, alle mele, alle crucifere (broccoli, cavoli, cavolfiore, verza), alle carote e ai peperoni. Ma a tavola contano pure i condimenti. «L’olio extravergine di oliva è quello da privilegiare, in quanto ricco di sostanze che aiutano le difese dell’organismo». Guai infine a far mancare l’acqua: da consumare in una quantità compresa tra 1,5 e 2 litri al giorno. «È una bevanda imprescindibile, a maggior ragione in questo periodo dell’anno, in cui è d’aiuto alla diluizione e all’espulsione del muco, oltre che delle sostanze inquinanti all’interno del nostro corpo», chiosa Antonelli Incalzi.
ATTIVITÀ FISICA – Evitare sport all’aperto e la bici per spostarsi
In una situazione come quella di questi giorni, sono milioni gli italiani che si interrogano: fare sport aerobici all’aria aperta (bici, corsa) è salutare oppure no? La risposta di Stefano Nardini, direttore del reparto di pneumologia all’ospedale di Vittorio Veneto e presidente della Società Italiana di Pneumologia, non lascia spazio ai dubbi. «Con l’attività fisica aumenta il volume di aria che entra nei polmoni e, di conseguenza, anche degli inquinanti in essa diluiti. In giornate come queste, dunque, meglio evitare, soprattutto se si vive nelle aree metropolitane del Nord Italia». Con simili condizioni ambientali, in altre parole, i rischi possono essere superiori ai benefici. Il divieto è un tantino meno perentorio soltanto «se si riesce a fare attività sportiva in zone di periferia o comunque nei parchi, preferibilmente al mattino presto». Quanto ai lavoratori abituati – dal Piemonte all’Emilia Romagna – a raggiungere il proprio posto di lavoro a piedi o in bicicletta, il consiglio è quello di abbandonare per qualche giorno il pendolarismo attivo. «A meno che la distanza non sia ridotta, è meglio prendere un mezzo pubblico – aggiunge lo specialista -. Pedalare accanto a una macchina vuol dire esporsi anche alle emissioni delle automobili e dei mezzi pesanti con motore diesel, che emettono più anidride carbonica rispetto a quelli a benzina».
IN CASA – Areare gli ambienti e tenere umida la casa
La necessità di far fronte all’inquinamento atmosferico determina anche qualche accortezza in più nell’ambiente domestico, dove si rischia di trascorrere più ore del previsto. Nessun appartamento è privo di sostanze tossiche. Le principali fonti interne di inquinamento sono rappresentate da occupanti (uomo, animali), polvere (ricettacolo per i microrganismi), arredi, impianti (condizionatori, umidificatori, impianti idraulici) e fumo passivo. «Quest’ultimo rappresenta la minaccia più incombente per la nostra salute – afferma Nardini -. Seppur con un effetto dipendente dalla dose di esposizione, le conseguenze per la salute di chi lo respira sono le stesse che si registrano nei fumatori». Più sfumato è il tema del fumo di terza mano, che si deposita in ogni caso su tutte le superfici: arredi, indumenti, mensole. «Soprattutto se in casa ci sono anziani, è importante che l’ambiente sia sempre umido, per evitare la disidratazione», aggiunge Antonelli Incalzi. Mentre Mele raccomanda «di non tenere mai un bambino in stanze in cui la temperatura superi i 21 gradi: se l’aria è troppo secca, aumenta la circolazione dei virus responsabili delle infezioni respiratorie». Le finestre, in ogni caso, vanno comunque aperte. «Meglio se al mattino presto», concordano gli specialisti. Quanto al bucato, è il messaggio finale di Nardini, «è opportuno stenderlo all’interno perché, rispetto al passato, oggi nell’aria sono presenti inquinanti invisibili, ma comunque potenzialmente tossici per l’uomo».
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