Il Corriere del Mezzogiorno scrive sul caso Higuain
“Nel calcio come in ogni campo della società sembra ci si trovi puntualmente di fronte all’impossibilità di vincere uno scudetto, quasi una congiura storica cui si reagisce con il frequente ricorso a un vittimismo sterile e orgoglioso al tempo stesso. È un po’ il nostro «complesso di Higuain»: capaci di grandi gesti e di buttare tutto all’aria; sentirci a ragione campioni incompresi, ma incapaci di metterci in discussione e di sentirci al centro delle nostre azioni. Ma la squadra e la città non sono giocatori di una partita impari, non sono il prodotto della loro situazione, ma delle loro decisioni. Inutile scadere nel vittimismo sentendosi ostaggio di poteri forti e occulti, insinuare sospetti sulla regolarità di un campionato che non solo il Napoli, ma Napoli più volte ha rinunciato a vincere. Quando ha scelto una classe politica incapace di rappresentare i suoi interessi. Quando a partire dai primi anni 90 si è lasciata progressivamente deindustrializzare. Quando ha immobilizzato la gestione del suo porto, limitando la luce della sua finestra sul Mediterraneo. Quando, e sono vicende di oggi, la sua rappresentanza industriale non ha votato il suo naturale candidato alla presidenza di Confindustria. Quando il sindaco antagonista dei poteri occulti ha scelto di tenerla fuori dalla cabina di regia per Bagnoli. Se c’è una lezione che viene dal dramma di Higuain è forse quella di imparare una buona volta che da soli non si può giocare”.
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