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Castellammare di Stabia

‘Visto dalla panchina’ – Il nostro Magnifico si galvanizza, ho preparato così la gara…

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uesto clima uggioso e umido mi ricorda la mia Toscana, i campetti di periferia che tanto mi hanno insegnato; so bene quanto siano difficili certe partite, in cui le cosiddette piccole tendono a chiudersi e a ripartire a razzo. E poi questi hanno il dente avvelenato, dopo le sette scoppole e gli “olé” della volta scorsa. L’ho detto ai miei ragazzi, mi raccomando, concentrati dietro, Allan ti voglio a tutto campo, corri dietro al portatore di palla, Jorginho, tu accorcia e cerca di velocizzare la manovra. Il mio collega meneghino, però, ha studiato bene il mio Napoli: i suoi terzini pressano alto, giocano da attaccanti esterni, non mi fanno scendere Ghoulam e Hysaj. Calma ragazzi, facciamoli sfogare, non potranno tenere tutto il tempo questo ritmo infernale. Dobbiamo imparare anche a soffrire, non si vince una competizione lunga come il campionato facendo sempre spettacolo. Certo che questo Verdi è una spina nel fianco, corre a perdifiato, e questa punizione mi provoca un brivido. Pepe, meno male che ti ho convinto a restare… la tua manona ci salva! Dries, invece di invocare moviole e altre diavolerie moderne, punta il difensore!!! Ecco, ci mancava solo Vlad e la sua spalla infortunata. Meno male che Albiol scalpita come un mastino furioso, è quello che ci vuole contro questo rinato Palacio.

Intervallo, almeno riordiniamo le idee. Ragazzi, questi adesso si abbasseranno, il campo è pesante, cerchiamo il nostro gioco.
Pronti via, ecco il nostro ritmo; velocizziamo la manovra, anzi tra poco inserisco anche il glaciale Zielinsky. Lorenzo serve un tuo assist, Callejon è lì che lo aspetta. E puntuale, il nostro Magnifico si galvanizza, avvolto nell’azzurro che più lo contraddistingue, quello partenopeo. Nemmeno serve saltare all’ala destra, tanto preciso è il ricamo di Insigne. Palla dieci centimetri più alta del difensore, e comoda comoda da appoggiare in rete, passando tra le gambe di uno sfortunato Mirante. L’episodio che ci voleva, che fa da apripista all’opportunismo del folletto belga: ruba palla su un’indecisione di Pulgar, e si invola verso la porta felsinea. Ancora sotto le gambe del povero stabiese Mirante. Bene così, una partita che si poteva rivelare una trappola, domata grazie alla pazienza e alla maturità di questo gruppo. Manca il sigillo di colui che ha dato il “la” al cambio di passo, ed eccolo qui, un cioccolattino servito da Callejon al centro per Zielinsky, che deve solo appoggiare in rete. 0 – 3, e tutti a casa. Risultato troppo pesante per il Bologna? Sicuramente sì, ma lo avevamo detto che avevamo imparato la lezione. Napoli nuovo, spettacolo e cinismo da vendere.

a cura di Fabiano Malacario

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