Il Tribunale di Palermo lo ha condannato a sei anni e 10 mesi di reclusione per violenze sessuali avendo molestato e palpeggiato alcune parrocchiane.
l Tribunale di Palermo ha condannato a sei anni e 10 mesi di reclusione, per violenza sessuale, padre Salvatore Anello. Secondo l’accusa avrebbe molestato e palpeggiato alcune parrocchiane, che si erano rivolte a lui per chiedergli esorcismi, promettendo loro di liberarle dai problemi materiali e psicologici che vivevano. Ad accusare il sacerdote sono state alcune vittime che hanno raccontato che padre Anello avrebbe approfittato della loro vulnerabilità per commettere atti sessuali.
Padre Anello era stato arrestato nel 2016 con il colonnello dell’esercito Salvatore Muratore, animatore della comunità “Rinnovamento dello spirito santo” a cui vennero contestati gli stessi reati. Il militare, però, ha scelse il rito abbreviato ed è già stato condannato a sei anni e due mesi. A fare scattare le indagini era stata la denuncia di una donna e delle sue figlie. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, rappresentata dal Pm Giorgia Righi, il religioso teneva incontri di preghiera per ottenere la “guarigione e liberazione dai demoni”, ma in realtà erano l’occasione per abusare di donne in difficoltà e con problemi psicologici“.
«Ero in uno stato di soggezione. Non ero lucida ed ero emotivamente dipendente dalla preghiera perché all’inizio mi faceva stare meglio. Mi rendevo conto che quello che faceva padre Anello non era giusto, ma non riuscivo a non andare agli appuntamenti», ha raccontato una delle vittime agli inquirenti. La donna ha deposto al processo in cui Anello è imputato. La teste ha ricordato come aveva iniziato a frequentare il frate Cappuccino e come, presto, il rapporto era diventato ambiguo. “Ci riceveva – ha raccontato una delle presunte vittime – sempre nella stessa stanza all’interno del convento dei Cappuccini, e ci faceva accomodare su due sedie distinte. Padre Anello aveva l’abitudine, durante la preghiera, di imporre le mani, partendo dalle cosce. Cosa che fece anche quella volta. Iniziò con una mano a toccarmi alternativamente le cosce, per poi passare sulle natiche. Poi iniziò a palparmi la schiena, a mettermi la mano sotto la maglietta e strusciarla sulle spalle, fino a infilarla dentro i pantaloni, fin dentro gli slip, quasi fino all’ano. Poi mi mise la mano dentro il reggiseno sfiorandomi i seni”.
Il prete aveva cominciato a farle delle avances durante la preghiera e a toccarla. Stesso trattamento avrebbe riservato alla figlia minorenne della donna che aveva problemi di salute. La ragazza, insieme ad altre vittime minori, è stata sentita in incidente probatorio. Analogo il racconto dell’altra vittima del frate sentita al processo. L’accusa in giudizio è sostenuta dalla Pm Giorgia Righi. Il religioso teneva incontri di preghiera per ottenere la «guarigione e liberazione dai demoni».
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n copertina un’immagine tratta dal film del 2005 “L’esorcismo” di Emily Rose. Una vicenda che si basava su una storia vera, raccontata per la prima volta nel 1981 dalla scrittrice Felicitas D. Goodman (1914-2005) in suo libro intitolato The Exorcism of Anneliese Michel che era il vero nome di Emily Rose.
L’opinione.
Certi noti e diffusi media, invece di proporre addirittura “personaggi” che vedono “presenze”, facessero parimenti intervenire alle loro seguite trasmissioni pure quelli che studiano scientificamente l’essere umano, quindi medici, psicologi, antropologi, sociologi (se possibile intellettualmente onesti e indipendenti), ovviamente dicendo loro che devono esprimersi come se parlassero a bambini della quinta elementare, poiché in genere è questo il livello di cognizione di noi cittadini italiani che veniamo anche da decenni di scuola rafferma, forse molti di noi comuni cittadini, prima addirittura di credere, per carità legittimamente ma di certo da insipienti, che basta farci poggiare le mani addosso per cambiarci se non persino guarire, ci rivolgeremmo prima a chi studia nel corpo e nella mente l’essere umano. Uno scienziato italiano e premio Nobel per la fisica, ebbe a dire in una intervista di alcuni anni addietro che è più facile studiare l’universo che il cervello umano. L’essere umano ci dice la scienza moderna degli ultimi due secoli, è un complesso agglomerato di componenti bio-psichici strettamente collegati e ancora da comprendere. Pertanto sarebbe ora, visto che non siamo più ai tempi in cui il sole girava intorno alla Terra e viviamo ancora in una Nazione cosiddetta civile e occidentale, che a cominciare dalle Istituzioni italiane, si impartissero delle forzose direttive quanto meno a tutte le componenti pubbliche e sociali affinché, ripeto parimenti, si educhi e anche indirizzi la gente anche verso la conoscenza moderna. Ma forse al sistema (ipocrita) politico-istituzionale-burocratico-intellettuale-culturale-mediatico italiano, fa comodo che i cittadini siamo sostanzialmente degli incolti, così ci pascolano tutti meglio.
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