La federazione Autonomie locali della Ugl di Catania ha inviato nei giorni scorsi al Comune di Mascali una nota di diffida, per contestare la violazione dello “Statuto dei lavoratori”.
Motivo scatenante della lettera è stato il trasferimento da un plesso ad un altro del rappresentante sindacale eletto, attività in contrasto con la legge essendo avvenuta senza il nulla osta dell’organizzazione sindacale di appartenenza del lavoratore.
S
crive l’organizzazione sindacale Ugl:
“Siamo già al secondo caso in pochi mesi e questo è ancor più clamoroso, considerato che il dipendente da giorno 1° dicembre, su disposizione del dirigente dell’area, ha dovuto prendere servizio in un altro edificio comunale rispetto a dove ha lavorato sino ad oggi – spiega il delegato della Ugl FNA Claudio Mudanò.
E continua il delegato sindacale “Nel recente passato, infatti, un altro rappresentante sindacale aveva ricevuto un simile trattamento. In tutte e due le situazioni l’ente, però, non ha inteso fare marcia indietro, motivo per cui siamo costretti a rivolgerci al Tribunale competente per far valere il diritto di espressione sindacale. La prima volta, quest’estate, dopo un incontro avuto con il sindaco non abbiamo visto alcun risultato, mentre adesso è arrivato questo nuovo provvedimento che non è stato revocato come da noi richiesto”.
“In più, come segnalato dallo stesso, il nostro rappresentante sindacale trasferito fino a ieri non era stato messo in condizione di svolgere i suoi compiti di ufficio, pur se collocato in una stanza con postazione informatica senza avere le pratiche da seguire. A tutto ciò – evidenzia Mudanò – si aggiunge quanto accaduto nelle scorse settimane, quando il Comune ha proceduto all’implementazione oraria del personale. Iniziativa dalla quale, probabilmente per una svista, sono stati lasciati fuori i due rappresentanti della Ugl”.
Conclude il delegato della Ugl FNA “Anche questa è, a nostro avviso, una discriminazione e su questo nei prossimi giorni faremo accesso agli atti non escludendo oltretutto di segnalare la questione all’Assessorato delle autonomie locali ed alle istituzioni giudiziarie competenti. Continueremo la battaglia per rivendicare il diritto di associazione sindacale, l’importanza del ruolo della Rsu nell’ambito dell’ente comunale, la difesa della Legge 300 del 20 maggio 1970 da ogni violazione, oltre che ogni eventuale forma di discriminazione che possa essere perpetrata ai danni degli iscritti al sindacato”.
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