Il senatore di Ala Vincenzo D’Anna (imagoec)
Il senatore verdiniano Vincenzo D’Anna torna ad attaccare lo scrittore: “Chi compra un appartamento panoramico a Manhattan e rivolge pensosi pensieri sulle sorti del bene in Italia è farlocco”
“Ho spezzato una lancia a favore di magistrati e forze dell’ordine. Chi compra un appartamento panoramico a Manhattan e rivolge pensosi pensieri sulle sorti del bene in Italia è farlocco. La battaglia antimafia ha procurato a Saviano proventi milionari con cui ha comprato casa a New York, mentre ci sono carabinieri e poliziotti che con 1.300 Euro al mese si fanno un mazzo cosi e rischiano la vita. Loro sono i veri eroi, le vere icone dell’antimafia”. Il senatore verdiniano di Ala, Vincenzo D’Anna a La Zanzara su Radio 24 torna ad attaccare Roberto Saviano dopo le polemiche sulla scorta dei giorni scorsi iniziata ai microfoni della trasmissione di Radio2, Un giorno da pecora .
D’Anna attacca Saviano: “Toglierei la scorta, nessuno lo vuole uccidere: è un’icona farlocca”
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Non esiste un camorrista in Italia – assicura D’Anna – che vuole ammazzare Saviano. Se ne fregano altamente. I camorristi guardano al vantaggio, al guadagno fraudolento. Saviano non dà fastidio a nessuno. Mario Puzo quando ha scritto ‘Il Padrino’ girava con la scorta? No. Quali pericoli – insiste – sono venuti alla camorra dal libro di Saviano? Nessuno, tranne forse il pericolo dell’emulazione. Quale la concreta minaccia?”.
“Le parole di Saviano – dice il senatore di Ala – valgono come il due di briscola, non ha titoli per essere il metro della morale di nessuno. E’ stato trasformato in un’icona. Vi rendete conto che ha detto che la Rai non doveva permettere a D’Anna di dire certe cose? Siamo alla megalomania, all’io ipertrofico. La Rai non deve ospitarmi perché non riconosco Saviano. Vi rendete conto? Io sono una persona perbene, più di Saviano. Ho detto che il Re è nudo e sono diventato un farabutto. Mi hanno messo al rogo come Giordano Bruno…”.
E alla domanda sul perché vuole togliere la scorta a Saviano, il senatore risponde attaccando la giornalista e senatrice del Pd Rosaria Capacchione: “C’è una recente sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – sottoliena – che ha accertato l’infondatezza delle minacce, che erano alla base della scorta assegnata alla senatrice Capacchione e allo scrittore Saviano. Se quelle minacce erano false, la scorta non va più assegnata. Alfano ci deve spiegare quali altre minacce ci sono per tenere impegnati 8 carabinieri e 3 macchine di cui 2 blindate”.
“La scorta costa 2-3 milioni di euro l’anno – assicura D’Anna – mentre abbiamo carabinieri che non possono mettere la benzina nelle auto e commissariati che non hanno Internet. Abbiamo tanta gente che fa la lotta alla camorra a 1200 euro al mese”. D’Anna ribadisce poi che la senatrice: “Ha due carabinieri di scorta e una macchina che la porta avanti e indietro da Caserta a Roma. A spese dei contribuenti. Se non ci sono minacce a cosa serve questa scorta?”.
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