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VATICANO: “Tutela dei minori” argomento di un Sinodo appositamente convocato

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VATICANO: “Proviamo vergogna quando ci accorgiamo che il nostro stile di vita ha smentito e smentisce ciò che recitiamo ad alta voce”, ha affermato papa Francesco, riferendosi ai continui scandali che riguardano la pedofilia nel mondo cattolico.  Bisogna riconoscergli che su questo terreno egli si è impegnato come nessuno dei suoi predecessori, per costanza ed efficacia. Senza guardare in faccia nessuno. Neanche ai cardinali, non avendo esitato a ridurre qualche porporato allo stato laicale addirittura.

P

rima di adesso il fenomeno restava sommerso in una fitta coltre di silenzio ovattato, che andava dalle sacrestie per spingersi fin negli ambienti felpati delle curie vescovili. In Italia una decina di anni fa (2008) veniva pubblicato: “Viaggio nel silenzio”, libro-denuncia di Vania Lucia Gaito, che portava a conoscenza del grosso pubblico italiano l’entità del fenomeno, del quale fino ad allora si accennava solo sussurrando. Il libro ebbe il merito di far prendere atto della triste realtà e di poterne finalmente parlare ad alta voce.

In ambiente cattolico ci si rese conto che, piuttosto che rimuovere l’esistenza della pedofilia, era meglio cominciare a parlarne, dando ascolto alla voce delle vittime, che per anni o decenni avevano chiesto invano, se non vendetta, almeno di essere ascoltati per ricevere giustizia.

Papa Francesco con coerenza non ha mai misconosciuto il problema. Anzi lo ha sempre affrontato senza giri di parole e senza girarci intorno. E adesso ha convocato un Sinodo che ha per tema proprio la “Tutela dei minori”, cui parteciperanno in 190, tra cardinali, vescovi, superiori generali degli ordini religiosi vari, monsignori di curia, e una manciata di laici coinvolti a vario titolo professionale.

I lavori si svolgeranno in Vaticano dal 21 al 24 febbraio e si articoleranno sulle tematiche della responsabilità, della trasparenza e della rendicontazione di ciò che si è chiamati a fare, nel vigilare e nel prevenire.

I partecipanti, per la maggior parte, sono i presidenti delle varie Conferenze episcopali nazionali, ed è ovvio che al loro rientro dovranno, a loro volta, convocare i loro vescovi per impartire direttive e concordare strategie di prevenzione. I vescovi dovranno rendersi conto di quali sono le loro responsabilità e assumersele con spirito di carità verso le vittime.

Il silenzio sulla pedofilia non è più accettabile, che sia silenzio di negazione o che sia silenzio di omertà. Ne va di mezzo della credibilità della Chiesa stessa. Ed il papa lo ha recentemente ribadito nella “Lettera al popolo di Dio”, affermando di voler “dare vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni – non solo non si ripetano – ma non trovino spazio per essere coperte e perpetrarsi”. Chi ha orecchie da intendere intenda: per anni i vescovi hanno coperto i loro sacerdoti col “vizietto”, per non dare discredito alla Chiesa. Ed i colpevoli, quando cominciavano ad essere chiacchierati, venivano semplicemente trasferiti ad altra parrocchia. Dove avrebbero continuato indisturbati a tessere le loro trappole per ingenui.

Con questa iniziativa, il pontefice manda un segnale “Urbi et orbi”: il problema esiste e lo si vuole risolvere alla radice, facendone oggetto di studio, analisi, riflessioni e proposte operative. Tra le altre proposte si fa strada quella di effettuare appositi screening psicologici preventivi su seminaristi aspiranti al sacerdozio, per svelare potenziali tendenze omosessuali e\o predisposizione alla pedofilia. Ovvio che dal punto di vista scientifico la preditività di un test psicologico non potrà avere una affidabilità assoluta. Ma resta, tuttavia, una prima valida scrematura. Non è poco.

Nessuno possiede la ricetta magica per bonificare di colpo un ambiente in passato inquinato, ma è già tanto che se ne parli a viso aperto, senza reticenze e con l’intento di rimediare per il futuro a tante sofferenze patite nell’incredulità generale.

Certo non sarà neanche questa tre giorni sinodale a risolvere il problema. Ma i vescovi di tutte le diocesi cattoliche del mondo e tutti gli istituti religiosi, da ora in poi sapranno che nelle stanze vaticane non si faranno sconti a nessuno. A chi ha abusato e a chi ha coperto ed insabbiato.

Almeno fino a quando sul soglio di Pietro siederà papa Francesco.

Carmelo TOSCANO

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