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Van Basten, lo “smemorato” di Utrecht e di Milanello

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Van Basten, lo “smemorato” di Utrecht e di Milanello. Ancora fango ingiustificato da parte dell’ex campione olandese del Milan sul tricolore ampiamente meritato dal Napoli nel 1990 

Van Basten, lo smemorato di Utrecht e di Milanello

 

Non c’era alcun bisogno di rivangare cose che appartengono ad un campionato di oltre trenta anni fa che ormai la storia ha mandato agli archivi. Ma Marco Van Basten, ex campione olandese del Milan, sceglie probabilmente il modo peggiore gettando fango su un campionato che il Napoli nella stagione 1989-1990 vinse meritatamente sul campo e che a questo punto non deve essere andato a genio a questo ex campione del calcio solo sul sul campo e molto poco nella vita.

In un’intervista rilasciata in Spagna ad As, Van Basten riprende alcuni concetti già espressi nel suo libro autobiografico più o meno con gli stessi toni: “Quello scudetto fu regalato al Napoli. Fecero il possibile per farglielo vincere. Furono incredibili gli scandali arbitrali. Fu un titolo conquistato negli uffici”. 

Van Basten fa riferimento all’arbitraggio di Lo Bello nel famosissimo Verona-Milan in cui il Milan si suicidò praticamente perdendo 2-1 contro una squadra già retrocessa, e sull’orlo di una crisi di nervi si fece espellere insieme ad Arrigo Sacchi, Rijkaard e Costacurta. Ma l’ex asso olandese fa riferimento anche e soprattutto alla monetina di Bergamo ad Alemao che qualche domenica prima permise al Napoli di vincere quella gara a tavolino.

Van Basten però fa un racconto sommario e molto di parte di cosa accadde nel finale di quel campionato e per questo motivo avrebbe fatto meglio a stare zitto.

Lo smemorato di Utrecht e soprattutto di Milanello dimentica che, ironia della sorte, proprio nella stessa giornata della monetina di Bergamo, a Bologna un Milan irriconoscibile si salvò dalla sconfitta più che meritata solo grazie ad una topica del direttore di gara che non vide un gol di Marronaro con la palla che aveva interamente varcato la linea di porta. In modo molto più netto dell’episodio di Muntari con Buffon della Juve di diversi anni dopo.

Inoltre Van Basten dimentica che all’epoca della monetina di Alemao, vigeva la regola della responsabilità oggettiva che prevedeva il 2-0 a tavolino. Quindi niente di rubato ma assolutamente tutto a norma di regolamento. Senza dimenticare che quella stessa regola fu fatta subito dopo abrogare in fretta e furia dallo stesso Berlusconi, all’epoca presidente del Milan molto influente nelle sfere politiche anche perchè proprietario di Mediaset e dei principali media di riferimento.

Sempre la perdita di memoria impedisce probabilmente all’ex campione dalle cartilagini fragili di ricordare che il vero suicidio che regalò lo scudetto al Napoli fu la cosiddetta fatal Verona” in una gara in cui al netto delle decisioni arbitrali di Lo Bello, il suo grande Milan non fu capace di vincere contro un Verona già condannato alla Serie B e in cui sia lui che alcuni suoi compagni si fecero prendere dall’isterismo più completo piuttosto che cercare di prevalere in campo sugli avversari. Anche perchè molto probabilmente si aspettavano un avversario più morbido da poter addomesticare più facilmente.

Ricorderei poi a Van Basten un altro episodio poco edificante di quel Milan che sicuramente peccò di antisportività in un quarto di finale di Coppa Italia contro l’Atalanta proprio in quella famosa stagione 1989-1990. Magari potrebbe aggiungere qualche paginetta al suo libro autobiografico.

All’88’, con l’Atalanta in vantaggio (gol di Bresciani) e la qualificazione in tasca, i rossoneri scatenarono una bufera con la loro poco sportività. Borgonovo, attaccante del Milan, era a terra per infortunio. Glenn Stromberg, bandiera svedese dell’Atalanta, calciò la palla in fallo laterale. Secondo  una regola non scritta del fair play, il Milan avrebbe dovuto restituire il pallone agli avversari. Invece, no. Rijkaard (altro campione innervositosi nella fatal Verona) innescò Massaro che scodellò un cross in area atalantina. Borgonovo si fiondò sul pallone ma Barcella lo stese. Il fallo c’era. Quella che mancò fu la sportività di Van Basten e compagni che avrebbero dovuto restituire la palla sul fallo laterale. Sul dischetto si presentò Baresi che insaccò con freddezza e spinse il Milan in semifinale.

Infine ricorderei un altro episodio al poco sportivo cigno molto smemorato di Utrecht e di Milanello che a questo punto oltre ad avere cartilagini molto fragili alle ginocchia dimostra anche di avere una memoria molto fragile.

1 maggio 1988. Il Napoli, dopo aver dominato per tutta la stagione, accusa un calo fisico notevole e si fa recuperare tanti punti dal Milan nel finale di campionato. Si arriva allo scontro diretto dell’allora San Paolo con la possibilità del sorpasso per i rossoneri. Il Milan vince 3-2 (segna lo stesso Van Basten) e tutto il pubblico a fine partita, sia pure molto amareggiato, si alza per applaudire la grande prova del Milan che strappa lo scudetto al Napoli dopo una stagione dominata dagli azzurri.

Avremmo gradito lo stesso comportamento da parte dell’ex asso del Milan e della nazionale olandese piuttosto che continuare a gettare fango su un titolo, il secondo del Napoli, che fu più che meritato a prescindere dai dubbi e dalle insinuazioni gratuite di Van Basten che lasciano il tempo che trovano.

Campioni nel calcio e nello sport, si nasce o si diventa? Il dibattito e l’interrogativo sono sempre aperti. Ma ciò che è certo è che, nella vita, bisogna confermare di essere campioni tutti i giorni senza lasciarsi andare a dichiarazioni meschine che peraltro non sono suffragate dai fatti. Sempre che non si abbia una memoria molto corta e di parte….

 

a cura di Natale Giusti 

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