La V Settimana della Cucina Italiana nel mondo: “Saperi e Sapori delle terre italiane, a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi”.
Lunedì 23 novembre alle ore 17.30 si svolgerà l’evento di lancio della V Settimana della Cucina Italiana nel mondo dal titolo “Saperi e Sapori delle terre italiane, a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi” organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).
span style="font-size: 14pt">La “Settimana della cucina italiana nel mondo” è la rassegna tematica annuale dedicata alla promozione della cucina e dei prodotti agroalimentari italiani di qualità, promossi la nostra rete di Ambasciate, Consolati, Istituti Italiani di Cultura e Uffici ICE all’estero
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All’evento, che sarà introdotto dal Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI, Lorenzo Angeloni, interverranno la Ministra per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, il Sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, la Presidente di Casa Artusi, Laila Tentoni, il nutrizionista e docente presso l’Università Campus Biomedico di Roma, Luca Piretta e il Presidente di Origin Italia, Nicola Cesare Baldrighi.
In risposta agli ostacoli creati dall’attuale crisi globale, l’edizione 2020 riparte dalle radici della tradizione culinaria italiana, cogliendo la ricorrenza del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi* padre della cucina domestica italiana, per proporre un focus sul rapporto essenziale che lega patrimonio gastronomico italiano e suoi territori d’origine. Il collegamento alla figura di Artusi, ribadito nel titolo “Saperi e Sapori delle terre italiane, a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi”, è stato individuato per valorizzare la ricchezza e la varietà delle tradizioni culinarie italiane, la salubrità e sostenibilità dell’intera filiera, caratteristiche che sono alla base della Dieta mediterranea, che celebra il decimo anniversario dell’iscrizione nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.
L’evento avrà un formato virtuale e potrà essere seguito sul canale youtube del MAECI.
* Pellegrino Artusi, nacque a Forlimpopoli, paese della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna, il 4 agosto 1820. Il suo manuale “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” pubblicato nel 1891, dopo un inizio lento ebbe un successo tanto impensabile quanto travolgente tanto da assicurare al suo autore fama e popolarità imperitura. Artusi, a dispetto dei difficili inizi, curò personalmente, nell’arco di 20 anni e sempre pubblicate a proprie spese, 15 edizioni, aggiornate in continuazione nel linguaggio e nelle ricette. La Scienza in cucina, che racconta la cucina nazionale raccogliendo le tante tradizioni locali, ricomposte in un mosaico che esalta le diversità, è ininterrottamente editato da oltre cent’anni e tradotto in diverse lingue, tra le quali, inglese, francese, portoghese, spagnolo, polacco, russo; ultima in ordine cronologico, il giapponese. L’opera di Artusi, considerata la prima trattazione gastronomica dell’Italia unita, è stata riscoperta e valorizzata dall’edizione critica curata da Piero Camporesi nel 1970, che ha prodotto come risultato indiretto l’inserimento a pieno titolo del trattato gastronomico artusiano nel canone della letteratura italiana. Il titolo è di chiara matrice positivistica. Artusi, ammiratore del fisiologo monzese Paolo Mantegazza, esaltava il progresso ed era fautore del metodo scientifico, metodo che applicò nel suo libro. Il suo, infatti, può essere considerato un manuale “scientificamente testato”: ogni ricetta fu il frutto di prove e sperimentazioni dello stesso Artusi, aiutato dal cuoco Francesco Ruffilli, come dichiara la governante Marietta Sabatini, anch’essa brava cuoca, nella intervista alla Cucina Italiana del 1932: “Si provavano le ricette, tutte, una ad una. Accanto a lui instancabile era il suo cuoco che gli voleva tanto bene.” L’opera di Artusi, in particolare La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, è considerata importante anche per la diffusione della lingua italiana sul territorio nazionale. Infatti, “scritto in una lingua fluida, elegante e armoniosa, quel libro divenne familiare a generazioni di italiani e soprattutto di italiane, fu una presenza preziosa e amica: straordinario esempio di opera dinamica e aperta, che cresce come raccolta comunitaria e condivisa, non solo con i due domestici ma col pubblico che attivamente partecipa, suggerisce, critica. La Scienza diffonde nelle case degli italiani un modello di lingua fiorentina fresca e viva, ma insieme corretta e controllata, sensibile alla tradizione letteraria”.
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