USA: Biden festeggia e Trump non indietreggia. Perchè non si rassegna alla sconfitta e teme i guai giudiziari che lo aspettano, appena scade il suo mandato
USA: Biden festeggia e Trump non indietreggia. Perchè?
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’America è un paese letteralmente spaccato in due. L’America profonda, quella che si sente defraudata dalla minaccia della globalizzazione, si sente rassicurata dall’arroganza di Trump, che proclama benessere per tutti. Che antepone gli interessi americani a tutto il resto. L’America più complessa guarda con fastidio questa visione miope, che non solleva lo sguardo oltre il cortile di casa. È un’America attenta ai rapporti di buon vicinato con il consorzio delle nazioni, sensibile alle sorti del pianeta e della sua crisi climatica.
Sono due mondi che viaggiano su piani paralleli, che non riescono ad incontrarsi se non per scontrarsi. Non riescono a comunicare, a dialogare cercando i punti di convergenza. Trump in questi anni ha lavorato per dividere, non certo per unire. Ha radicalizzato le sue posizioni per radicarsi dentro il suo elettorato, disorientato e spaventato per la propria sorte. Non ha cercato l’incontro, ma lo scontro. Ha sempre cercato nemici su cui convogliare l’attenzione pubblica e galvanizzare l’attenzione, distogliendola dal necessario dialogo che la politica richiede: una volta sono gli immigrati clandestini, e li castiga separandoli dai figlioletti. Poi costruisce il muro con il Messico. Un’altra volta il nemico sono i musulmani, poi la Cina, adesso il Covid che sprezzantemente trascura o minimizza.
In questa drammatica pandemia, il dilemma cui sono costrette tutte le società democratiche è tra la salute e l’economia. Cerchiamo di non ammalarci e ci impoveriamo. Continuiamo a produrre ricchezza e ci ammaliamo in tanti, ed in molti ci muoiono anche. Trump e la sua gente non hanno avuto dubbi. Loro hanno scelto l’economia, sfidando spavaldamente il contagio. Infatti, non portano neanche la mascherina. Come se negandolo, il virus diventasse meno contagioso. Sta di fatto che bisogna dare atto che in questi quattro anni, negli USA l’economia ha conosciuto una crescita più che apprezzabile. Altro aspetto non meno trascurabile, di questa controversa presidenza, è che sono state strombazzate molte minacce, ma di fatto nessuna guerra è stata combattuta dai soldati americani. Era da tempo che non succedeva, che l’esercito americano non contasse morti a decine in giro per il mondo. A Trump il mattacchione gli va riconosciuto. In compenso, la gestione della pandemia Covid è stata un disastro. I morti non si contano più ed anche gli ospedali sono allo stremo. Ma Trump, coerente con il suo stile, promette vaccino per tutti e che l’America lo avrà prima delle altre nazioni. Probabilmente questa promessa non potremo verificarla, perchè il suo mandato è scaduto, stanti i risultati “ufficiosi”. Infatti, Trump non indietreggia dalla sua posizione ostinata di non riconoscere la vittoria all’avversario. Lo fa perchè è uomo di successo economico (è un immobiliarista), abituato a non perdere. E comunque a non ammetterlo mai. Lo fa per galvanizzare il suo elettorato che non vuol deludere fino alla fine. Quindi avvia e minaccia ricorsi legali che allunghino i tempi per i risultati definitivi. Scalda l’animo dei suoi fans per fidelizzarseli anche dopo la fine del suo mandato. Ciò gli permetterà di tenere salde nelle sue mani le redini del partito repubblicano. Cosa che gli tornerà utile, appena finirà la sua immunità presidenziale. Nei vari Stati dell’unione, decine di giudici sono pronti per riavviare processi che ha sospesi in giro, in primis per frode fiscale aggravata. Ha presentato dichiarazioni dei redditi che neanche l’ultimo dei suoi elettori presenterebbe. Insomma trattasi di un personaggio complesso e controverso, del quale difficilmente la società americana potrà disfarsi nel breve periodo. E visto che anche le TV amiche in questi giorni, non lo stanno trattando “amichevolmente” per come lui si aspettava, ha detto di avere in animo di creare una rete TV tutta sua. Ci ricorda da vicino un personaggio politico nostrano, che prima fu immobiliarista e poi proprietario TV. Trump farà il contrario, ma sicuramente continuerà a dare filo da torcere.
Biden festeggia perchè è riuscito a strappare la vittoria, seppure di misura. Ma a ben pensarci ha poco da festeggiare. Eredita un paese letteralmente diviso in due, con la metà trumpiana delusa, frustrata ma armata letteralmente di munizioni e pronta anche a premere il grilletto. Alla maniera dei loro avi caw boy. Se i numeri restano quelli che vediamo, il partito repubblicano non avrà neanche la maggioranza al Senato e quindi gli sarà impossibile attuare qualsiasi riforma che dia una svolta di maggiore uguaglianza alla società americana, a cominciare dalla riforma sanitaria. Tentata da Obama, ma puntualmente affossata da Trump. Certo Biden è persona accogliente e dialogante, non certo divisiva come il presidente in carica. È stato duramente provato dalla tragedia della morte nella sua famiglia. Ha perso prima la moglie ed una figlioletta, per un incidente, e negli ultimi anni, la morte per cancro del figlio primogenito. La vita lo ha levigato come un sasso di fiume. Ha un aspetto mite e rasserenante. Ma deve possedere tanta tenacia interiore, un uomo cha ha patito simili lutti. Ha già dichiarato che sarà il Presidente degli americani tutti, sia di quelli che lo hanno votato sia di quelli che non lo hanno. Ha accanto una donna energica e di valore come sua vice presidente, Hamala Harris. Ha dichiarato che la sua squadra di governo avrà molte donne. Insomma le intenzioni sono più che buone. Certo il clima alla Casa Bianca cambierà. Finirà la pioggia di twitter colorati, sfrontati, sconsiderati, provocatori, dissacratori… Tornerà l’aplomp delle sedi istituzionali. Speriamo che il medesimo aplomb torni dentro la società americana, attualmente dilaniata dalle rancorosità da tifoseria. Il presidente designato possiede le doti umane per riuscirci. Speriamo che possa avere anche gli strumenti per ben operare alla pacificazione degli animi ed al miglioramento delle condizioni di vita delle classi più disagiate. È questo il nostro auspicio e l’augurio che si sentiamo di inviare allo “zio Joe”.
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