L’amministrazione di Donald Trump accusa il governo siriano di Bashar al-Assad di eseguire esecuzioni di massa dei prigionieri e di bruciarne i corpi in un grande crematorio fuori Damasco per nascondere le prove.
L
e atrocità, secondo il Dipartimento di Stato, si consumerebbero nella prigione militare di Saydnaya, a 45 minuti da Damasco, dove ogni giorno vengono impiccati circa 50 detenuti. Il governo di Assad «è sprofondato in un nuovo livello di depravazione con il sostegno di Russia e Iran» -ha detto Stuart Jones,
assistente del segretario di Stato per il medio e vicino Oriente – mostrando le foto dell’edificio della prigione militare che sarebbe stato modificato per creare il crematorio.
LE FOTO DAL SATELLITE
Tutto è partito dalle foto scattate da satelliti commerciali che coprono un periodo che va dal 2013 ad oggi, passando dall’agosto di quattro anni fa al gennaio del 2015, quindi all’aprile del 2016 e 2017. Non provano in modo assoluto – ha precisato Jones – che l’edificio inquadrato sia un crematorio, ma mostrano una costruzione connessa a quel genere di utilizzo.
LE ACCUSE DI AMNESTY INTERNATIONAL
Lo scorso febbraio Amnesty International mosse la stessa accusa di “sterminio” contro il regime di Damasco, calcolando 13mila persone impiccate tra 2011 e 2015 proprio nella prigione di Saydnaya. La cifra è contenuta in un rapporto di Amnesty sulla Siria, redatto sulla base delle interviste a 84 testimoni oculari, tra cui guardie carcerarie, ex detenuti, magistrati e avvocati, oltre che a esperti nazionali e internazionali.
CONTINUANO I BOMBARDAMENTI
È di circa 20 civili uccisi, di cui 12 donne, il bilancio di raid aerei della Coalizione a guida Usa nel nord della Siria in una zona in mano all’Isis. Lo riferiscono l’Osservatorio nazionale per i diritti umani e media locali.
Secondo le fonti, il bombardamento aereo avrebbe colpito la località di Akayrshe, a sud-est
Debora VELLA
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