Lo spettacolo Uno Nessuno e Centomila di Pirandello con Pattavina e Bargilli, debutta il 19 gennaio 2022. La regia è di Capodici.
L
’ultimo romanzo di Pirandello , pubblicato nel 1926, racchiude il nucleo fondante del suo pensiero: la dicotomia Essere Apparire, Società e Individuo, Natura e Forma.
Pirandello stesso in una lettera autobiografica lo presenta come il romanzo “ più amaro di tutti , profondamente umoristico , di scomposizione della vita.”
Di un’ attualità disarmante nella descrizione della perdita di senso a cui va incontro l ‘Uomo contemporaneo quando viene a contatto con i grandi sistemi antropologici e sociali che prima lo annullano e poi lo inglobano.
Lo Stato, la Famiglia, il Matrimonio, il Capitalismo,la Ragione e la Follia.
Pippo Pattavina, attore decano del Teatro siciliano e nazionale , esalta la presenza scenica del protagonista Vitangelo Moscarda, detto Gengè, conferendogli una connotazione ambigua , provocatoria è spiazzante .
Accanto a lui troviamo l ‘ incantevole Marianella Bargilli e un cast di bravissimi attori quali Rosario Minardi, Giampaolo Romania e Mario Opinato.
Costoro condividono le vicende e i ricordi insieme a Gengè, muovendosi in un allestimento scenicamente sorprendente , un luogo “ non -luogo “,come la mente del protagonista, una cella , una stanza d’ ospedale o di manicomio.
Una scatola magica piena di visioni ed evocazioni racconta una delle più grandi storie della letteratura italiana.Il relativismo e la sua grande forza redentrice,l’umorismo che libera dalle convenzioni ;il malessere e le nevrosi che incombono sull’ uomo e la società contemporanei.
Vitangelo , solo in scena ,è circondato da pareti candidamente bianche .Intonacate da materiale denso e grumoso.
A poco a poco il monologo si trasforma in “piece” vera e propria .
Le varie ambientazioni sceniche prendono forma grazie ad ampie aperture laterali simili a saracinesche. Insieme ai personaggi che le caratterizzano .La casa di Gegè, gli uffici della Banca, il Convento di Maria Rosa, la Casa dei Di Dio,la stanza d’ospedale , la strada.
I personaggi sono grotteschi , irrealistici: Firbo, Quantorzo, Dida, Maria Rosa, il Padre, il Notaio Stampa, il Giudice , il Suocero. Vitangelo ha il suo doppio in scena , un Gegè anagraficamente in “ parte”.Alcuni episodi sono “vissuti” da questa proiezione giovanile, altri da Vitangelo maturo tramite incastri e rimandi scenici .
Pattavina si distingue per l’eleganza formale e per la narrazione spensierata fatta di “flash-back”.Si erge a furente doppio di se stesso nelle vicende più dolorose. Auto- sostituendosi può riscattare l‘impotenza originaria .
Gli attori si trasformano volutamente in una sequenza di personaggi trasferendo dall’ uno all ‘altro le caratteristiche comuni.Così Pattavina , a colloquio con il “ sè stesso” Gegè diventa il suo proprio Padre e poi Suocero. Una sola attrice interpreta sia Dida ingenuamente provocante nelle lecite vesti di moglie legittima che Maria Rosa , la quale , in maniera speculare è provocantemente ingenua , costretta nel suo disturbo “ evitante “.
Se vogliamo guardare alla connotazione “psicoanalitica” del romanzo non dobbiamo farci trarre in inganno dal fatto che l ‘ impianto narrativo tradizionale lo collochi fra le produzioni “ borghesi “ di Pirandello .L’ autore anticipando di decenni le moderne teorie sui “ disturbi del comportamento “ porta alla luce le nevrosi che caratterizzano le società moderne , un malessere diffuso che prende le forme dei tratti di personalità istrioniche, dei disturbi dell’ umore, del bipolarismo.La narrazione, l‘ interpretazione e l ‘esposizione sono affidate al talento di Pattavina ma anche alla freschezza di una Compagnia talentuosissima.
Un classico della nostra letteratura intrinsecamente legato ai giorni nostri .
In scena fino al 23 gennaio 2022.
Da non perdere !
Elena Cecoro / Cronaca Lombardia Redazione
Lascia un commento