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Castellammare di Stabia

Unioni civili in aula fra gli insulti. Primo voto sul ‘supercanguro’

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Salta l’intesa fra maggioranza e opposizione. Ap e Lega annunciano battaglia, M5s non esclude ok a spacchettamento dell’emendamento Marcucci. Tensioni nel Pd fra laici e cattolici.

ROMA –  Per le unioni civili scocca l’ora della verità. Dopo l’ultimo tentativo di mediazione andato a vuoto, si va al Senato con il ‘canguro‘ del senatore Pd Andrea Marcucci, ossia l’emendamento che cancella quasi tutte le modifiche avanzate dalle opposizioni e “salva” l’articolo 5 sulla stepchild adoption. Il primo voto dell’aula stabilirà se “spacchettare” o meno il canguro, ossia votarlo in parti separate. Un’ipotesi osteggiata dal Pd, sostenuta dai centristi e presa in considerazione anche dal M5s, che mantiene però una posizione attendista senza pronunciarsi apertamente. I cattodem confermano invece che voteranno a favore dello spacchettamento dell’emendamento Marcucci, contro la linea del partito.

L’incontro, a ora di pranzo, fra i capigruppo della maggioranza e dell’opposizione, voluto da Renato Schifani, aveva l’intenzione di ridurre gli emendamenti premissivi presentati da Pd e Lega. Ma, al termine della riunione, è stato lo stesso Schifani ad ammettere la sconfitta. Da parte del Carroccio sono volati insulti: “Scrivetelo pure, per me la parola del Pd vale quanto un peto – ha detto ai cronisti il capogruppo leghista Gian Marco Centinaio – il patto era il ritiro dei nostri 4.500 emendamenti contro il ritiro del canguro Pd, ma loro non lo vogliono rispettare”.

“Quella del Carroccio mi è sembrata una richiesta squilibrata – ha replicato a sua volta Marcucci  – ci hanno sì chiesto di ritirare l’emendamento che porta la mia firma in cambio del ritiro di 4.500 loro proposte di modifica, ma tenendo tutti e cento i ‘canguri’ che hanno presentato. Se il Carroccio avesse ritirato i suoi ‘canguri’ io avrei fatto lo stesso con il mio”.

Unioni civili, Marcucci, autore del canguro: “Pronto a ritirarlo, stepchild passa lo stesso”

span style="color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">Come accennato, i centristi chiederanno al presidente del Senato Pietro Grasso di spacchettare il canguro.
La Lega invece proporrà di ripristinare l’ordine di votazione che Roberto Calderoli definisce “consueto”. “Si parte dai ‘canguri’ più distanti dal testo per arrivare ai più vicini”, assicura. In questo caso il Marcucci sarebbe l’ultimo ad essere votato e non il primo come è stato annunciato: “Vediamo in aula quale canguro salterà più in alto”, ha commentato il senatore del Carroccio.

Qualora passasse, lo spacchettamento consentirebbe ai cattodem di esprimersi in modo contrario sulla stepchild adoption, senza essere costretti a valutare un ‘no’ a tutto il provvedimento. Diversi sono, infatti, gli emendamenti presentati dall’ala cattolica del Pd che verrebbero cancellati dal canguro. Tra questi, con ogni probabilità, l’emendamento Lepri sull’affido rafforzato. Secondo la senatrice Emma Fattorini Grasso sarebbe intenzionato a non ammettere  l’emendamento di Gianpiero Dalla Zuanna, che estende la punibilità delle pratiche di maternità surrogata realizzate all’estero da cittadini italiani. In proposito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha rilanciato proponendo “sanzioni penali per scoraggiare l’utilizzo dell’utero in affitto”.

Il clima resta quindi teso anche nel Partito democratico per cui la giornata non è partita sotto i migliori auspici. Sono volati di buon mattino insulti con l’europarlamentare dem attivista gay Daniele Viotti che su twitter ha attaccato i cattodem senza mezzi termini: 

E più tardi: “Sono sbottato perché il dibattito riguarda la vita mia e di tanti altri. Nessuna posizione politica o attacco contro i cattolici”.

In un lungo post su Facebook, la senatrice Monica Cirinnà, prima firmataria della ddl, ha affermato che chi voterà contro è a favore delle discriminazioni: “Spero che i tanti colleghi che oggi si interrogano su come votare sappiano che oggi scelgono da che parte stare della Storia. Se stare con le nuove famiglie che chiedono solamente una loro inclusione all’interno del grande mondo delle famiglie italiane oppure dalla parte di chi continua a discriminare e a pensare che non siamo tutti uguali, e che i diritti sono privilegi per pochi”.

 
 

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