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Castellammare di Stabia

Unioni civili: Diritti… di chi? (Costanzo Federico)

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span style="font-size: 12pt; line-height: 115%; text-align: justify;">Il tema delle Unioni Civili certamente è l’argomento che nei prossimi giorni sarà oggetto di scontro politico e di battaglia parlamentare a cominciare dal Senato della Repubblica.

Sabato è  sceso in piazza il “popolo arcobaleno” e per sabato prossimo è prevista la manifestazione del family day a difesa della famiglia tradizionale e del matrimonio tra uomo e donna, “benedetto” tra l’altro dai Vescovi italiani e dalle formazioni più tradizionali della nostra politica.

Ma mi domando è giusto tutto questo? E’ conveniente alzare i toni in un dibattito che è sicuramente delicato ma visti i tempi forse una riflessione definitiva e qualche provvedimento andrebbe preso. Ma come? Potrebbe dire qualcuno. In che modo conciliare certi diritti lecitamente rivendicati con la difesa della natura, della scienza, e della procreazione naturale della specie che sicuramente non appartiene e non dipende da nessuno se non da qualcuno, magari un Dio, che nella sua perfezione ha creduto creature perfettibili l’uomo e la donna, insieme, e dalla loro unione la generazione filiale. Ma Dio è un Dio che lascia anche il libero arbitrio all’uomo, la possibilità di scegliere da se ciò che è buono e ciò che può essere dannoso.

In questa visione Dio lascia libertà all’individuo anche di fare le scelte che ritiene opportune in ambito affettivo, e se il Papa afferma: “chi sono io per giudicare un omosessuale, un gay o chicchessia”, chi siamo noi, ciascun essere umano, per impedire all’Uomo di amare e di amare come meglio crede.

Ed è da questo punto di vista che uno Stato, nel proprio rispetto della laicità e della netta distinzione tra funzione e regolazione  sociale ed esponente di una popolazione cristiana cattolica ma che non sono tutta lo Stato, ma solo una parte, è chiamato a rispondere e ad esaudire ciò che una parte dei propri cittadini chiede.

 E’ giusto che sia così, guai a trincerarsi dietro la forma di una tradizionalità che tra l’altro è scarsamente testimoniata nella sostanza e profondamente minata nella credibilità, lasciandosi guidare dai tempi che cambiano e cercando di regolamentare la realtà in una maniera più confacente e più realistica al vissuto di questi giorni.

Il popolo che ieri ha chiesto in 100 piazze italiane il loro riconoscimento va ascoltato e lo dico da cattolico praticante, lo dico da politico che in consiglio comunale ha votato contro anche la propria maggioranza avversando l’istituzione del registro delle unioni civili ma non perché contrario a prescindere, anzi, ma perché la tematica non poteva essere liquidata in modo frettoloso e senza approfondirne i suoi aspetti più delicati, ovvero la presenza di persone, esseri umani che hanno una dignità come ogni altro essere umano e non è giusto farne strumentalizzazione politica o di bandiera o di partito.

 L’essere umano è prezioso a prescindere dalle sue tendenze e dalle proprie scelte affettive pertanto l’auspicio è che finalmente il Legislatore nazionale e non soltanto piccoli comuni riescano a dare un assetto definitivo a questa tematica con tanto buon senso non eccedendo ne da un versante ne da un altro ma riuscendo a trovare quella giusta sintesi che possa regalare all’Italia uno sprazzo di modernità nella difesa della tradizione, ma in modo intelligente, nel rispetto di tutte le sensibilità, dimostrando, lo spero, ancora una volta la grande nazione che siamo stati e che siamo, in grado di accogliere tutti e di dare lezioni di civiltà al mondo intero come già tanti secoli or sono abbiamo fatto.

Foto: Web

Costanzo Federico

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