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Castellammare di Stabia

Una serata ascoltando il Presidente della Regione Siciliana (prima parte)

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La colpa è sempre degli altri. In questi decenni non si è fatto nulla. La responsabilità della viabilità da terzo mondo nell’Isola è dello Stato (?).

“Sono solo” in questa battaglia contro la burocrazia siciliana, contro i dirigenti che sono indolenti, contro l’assenza di impianti di smaltimento rifiuti, contro tutto e tutti. Lavoro diciotto ore al giorno, ritorno la sera pieno di appunti per tutti i problemi che raccolgo per la Sicilia. Ma sono fiducioso, non bisogna lamentarsi. Ce la faremo.

Questo in sintesi il discorso di stasera che abbiamo ascoltato all’appuntamento di cui avevamo già anticipato “Il Presidente della Regione Sicilia Musumeci a Sant’Alessio (ME) per sviluppo e turismo“. Un incontro che non si capiva se fosse aperto o tra quattro amici di destra. Ma ritenevamo fosse pubblico in quanto c’erano diversi sindaci del comprensorio Jonico messinese e di diversa estrazione, nonché alcuni giornalisti della zona, tra cui noi di Vivicentro con la collega Santa in foto che alla fine cercava di chiedere qualcosa al Presidente.

Si è scritto ‘prima parte’ poiché diverse affermazioni del Presidente Musumeci, in cui denunciava la condizione di abbandono generale dell’Isola, vedevano come responsabile lo Stato e particolarmente questo Governo 5stelle-lega ma soprattutto il  Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Toninelli (5stelle), quasi che quest’ultimo fosse la causa di alcuni mali della Sicilia. Pertanto dobbiamo ancora approfondire questi fatti.

Tuttavia non ricordo mai di avere sentito negli ultimi quarant’anni questo cognome “Toninelli” tra i Governanti e Maggioranze parlamentari nazionali, di centrodestra e centrosinistra, che nel tempo avrebbero ridotto in questa generale condizione di regressione la Sicilia. Salvo non volere venirci a dire che la decennale tragica situazione dell’Isola sia dovuta alla presenza nell’ultimo anno di un certo Toninelli al Ministero delle infrastrutture e Trasporti. Sarebbe come dire che la seconda guerra mondiale l’ha causata Zingaretti appena ora nominato segretario del Pd.

Il Presidente della Regione ha anche parlato come se al Governo e Parlamento siciliano ci fossero stati fino adesso gli alieni. Eppure Musumeci fa il politico da decenni, per carità legittimamente, nella destra. Fa parte da sempre della coalizione di centrodestra. È stato anche Presidente della Commissione Regionale Antimafia, di quella Commissione che lui stesso, all’inizio di questo suo mandato aveva proposto di trasformare in Commissione per il controllo della Pubblica Amministrazione. Proposta che da queste pagine si era anche plaudita. Ma era evidentemente un’idea en passant.

Ci si aspettava che almeno si dibattesse di sviluppo comprensoriale, di uno svincolo autostradale, di un porticciolo, di commercio, di occupazione, di come fare fronte al dissanguamento dell’migrazione (200 mila giovani, fonte Censis, che nell’ultimo decennio hanno lasciato la Sicilia).

Invece il massimo che si è appreso è la necessità di avviare i cantieri di lavoro ovverosia le forme di sussidio per coloro che hanno un basso reddito (diversi purtroppo) formalmente istruendoli e impegnandoli in qualche piccola opera comunale. Praticamente una sorta di Reddito di Cittadinanza alla Siciliana.

Un sindaco di un piccolo comune montano, Roccafiorita (ME), ha fatto rilevare che senza opere, infrastrutture, strade, non c’è sviluppo, lavoro, occupazione, di fatto non c’è pane. Il Presidente per tutta risposta, con evidentemente boria, forse connaturata e forse tipica anche di parecchi di destra, ha detto a quel sindaco del piccolo comune che non mandava un giusto messaggio ai concittadini, poiché come sindaco non era ottimista, anzi era lamentoso. E questo dopo che per una serata non ha fatto altro il Presidente che lamentarsi in quanto la Sicilia da anni è stata abbandonata a se stessa, è praticamente al collasso in tutto, dalle strade alla raccolta dei rifiuti tanto anche le discariche private la fanno da padronar tutto questo e altro come se anche lui non fosse stato in politica.

Un altro sindaco di un altrettanto piccolo comune collinare, Mongiuffi-Melia (ME), più o meno ha riferito di analoghi problemi, anzi forse ancora più gravi per quanto riguarda la viabilità, poiché il suo paese è spaccato in due da un ponte che è crollato e dopo tanti anni alla Regione Siciliana nessuno è stato capace neanche di redigere un progetto.

Ci ha inoltre colpito l’assenza del Presidente dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, che attualmente è il sindaco di Antillo (ME), altro comune montano. O quanto meno era dapprima presente poi sarà andato via e comunque se era lì non si è sentito. Sarebbe stato al contrario un incisivo messaggio di forza e coesione sociale degli Enti locali Jonici del comprensorio se a parlare fosse stato un rappresentante di tutti i sindaci di quelle specifiche vallate.

Ovverosia, i Sindaci intervenuti sono stati sentiti ma singolarmente, ognuno riferendo un peculiare problema del rispettivo Comune, ma così di fatto rappresentandosi e rendendosi isolati l’uno rispetto all’altro, quindi più deboli, in definitiva ancora assoggettati all’arrogante decennale sistema politico regionale siciliano, risaputamente clientelare, deviato e sprezzante.

Durante la serata, organizzata da un locale fedele del Presidente Musumeci, era stato precisato che potevano parlare solo i sindaci e pertanto ci siamo dovuti limitare ad ascoltare.

L’articolo per adesso si ferma dunque a questa prima parte. Aspettiamo infatti per potere continuare, di riuscire ad avere delle risposte da parte del Ministro Toninelli o quanto meno da esponenti della Maggioranza del Governo Nazionale appartenenti alla Commissione Infrastrutture e Trasporti.

Ciò in quanto, indipendentemente dalle impressioni, non proprio positive ricavate in questo incontro serale con il Presidente della Regione Musumeci, è importante soprattutto capire con oggettività, confrontando quindi l’altra campana, se la Sicilia è sempre più al collasso per colpa del Governo centrale, oppure siamo innanzi all’ennesima elusione della politica regionale e nella fattispecie del centrodestra siciliano.

A

ddduso Sebastiano

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