Ci sono persone che abitano la vita fino a cent’anni senza lasciare tracce. E chi come Vinny Desautels di Roseville, California, in poco tempo ne ha lasciate già due, entrambe profondissime. La prima un paio di anni fa, quando Vinny ne aveva appena cinque e vide la madre parrucchiera preparare strane capigliature. Erano destinate ai bambini che avevano perso le loro per via di un tumore, gli spiegò. Vinny decise di contribuire alla causa e per due anni è cresciuto assieme ai suoi capelli e agli sfottò dei compagni. Finché a marzo si è seduto con molto orgoglio sulla poltrona della madre per farseli tagliare.
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entre li chiudeva in una busta indirizzata all’associazione che segue i bambini sotto terapia, ha avvertito un prurito all’occhio. Sembrava un’allergia, era il primo sintomo di un rarissimo tumore alle ossa. Così il simbolo della solidarietà suprema è diventato quello della suprema ingiustizia, di una mancanza di senso che lascia ammutoliti.
La seconda traccia. Ora Vinny combatte per consegnarcene una terza. Quella di una vita che non si arrende ai suoi misteri e cerca, per quanto può, di ritardare il momento in cui ci capiremo forse qualcosa.
vivicentro.it-opinioni / lastampa / Un senso MASSIMO GRAMELLINI
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