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Un magico libro o un libro magico: fantasia o realtà? La Medusa Immortale

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La Medusa Immortale, edito da Delta 3 Edizioni, è il secondo romanzo di Sergio Ruggiero Perrino. Il giovane scrittore e giornalista, nativo di Angri, istruttore del Comune di Pompei, co- organizzatore di una rassegna letteraria alla quarta edizione, il Castello di Doria, narra una visione della vita futuristica o visionaria. Attraverso l’utilizzo dei social media anche la politica cittadina è condizionata attuando regole, norme e comportamenti del tutto anomali dei propri amministratori capaci di una metamorfosi anche dei cittadini.

Ambientato negli Stati Uniti, “La Medusa Immortale” è proiettato nel 2050. Qui, il senatore democratico James Aphra cerca un candidato per le elezioni presidenziali, cosa non semplice. Per la New Liberty Act, una legge social varata nel 2040, ogni cittadino è obbligato ad iscriversi ad un social network. Ciò che sembra una compartecipazione, in realtà è qualcosa di molto più profondo. Oltre a consigliarvi vivamente la lettura del romanzo, attualissimo ma con una antica nota ai valori e alle “ cose” di un tempo, vi aiutiamo a capire un po’ di più chi è Ruggiero Perrino che parla ai nostri microfoni di vivicentro.it.

Sergio, cosa l’ha spinta a scrivere un romanzo ambientato nel 2050?
“Alcuni anni fa lessi, all’Università degli studi di Salerno, uno dei libri più importanti del Cinquecento: “Utopia” di San Tommaso Moro. In quel testo il filosofo e teologo inglese espresse il suo sogno irrealizzabile di una società libera nella quale solo la cultura era il vero motore a regolare la vita degli uomini.

In questa società l’intera popolazione aveva pari dignità e lavoravano tutti. La felicità era concretamente raggiungibile da tutte le persone.

Nel periodo Rinascimentale e nei due secoli successivi era facile trovare saggi e romanzi utopici, in cui si narravano e si immaginavano le gesta degli abitanti delle società del futuro idilliache e gioiose.

Dalla fine dell’Ottocento e più in particolare nel Novecento e in queste prime decadi del 2000, invece, c’è una profusione di testi distopici. Ovvero un’utopia al negativo. Se l’utopia descrive un ipotetico mondo perfetto, la distopia, mettendo in guardia il lettore, denuncia un futuro scenario societario terrificante.

Anche il mio noir è una distopia: è ambientato in un futuro nemmeno così lontano, il 2050 appunto, in cui immagino cose e situazioni che in realtà sono già in gran parte presenti ora. Solo che nella fantasia di un romanzo, qual è il mio, sono accelerate, amplificate ed ingigantite.”

Senza naturalmente spoilerare il finale, può raccontarci la sinossi del suo romanzo?
“È ambientato in America nel 2050. Ho immaginato gli States in piena impasse politica. Il protagonista, il senatore democratico James Aphra, cerca un candidato “libero” per le elezioni presidenziali, dibattendosi tra molte difficoltà per trovare un uomo “al di sopra di ogni sospetto”. Ma nel 2050 la  Politica ha perso il suo primato ed il Potere è nelle mani dei CEO dei Social Network, che indirizzano la Politica nazionale ed internazionale, e imbastiscono vere e proprie campagne denigratorie e diffamatorie contro quei candidati non graditi ai Poteri forti.
I magnati della Rete, approfittando del profondo bisogno dell’uomo di socializzare, sono riusciti a far votare dal Congresso, qualche anno prima nel 2040, una legge (New Liberty Act), con la quale tutti i cittadini americani sono stati obbligati ad iscriversi ad una piattaforma social. Da allora tutti gli americani sono controllati, spiati e manipolati. Tra omicidi, piste deviate e tradimenti, la situazione della democrazia americana diventa quanto mai instabile.”

Se è vero che il fenomeno social e quello digitale stanno occupando grande spazio nella vita delle persone, perché è convinto che l’influsso negativo peggiorerà?
“Da giornalista guardo e commento i fatti: non sono né un cieco ottimista né tantomeno un luddista catastrofista. Occorre prenderne atto: l’Intelligenza Artificiale anche se è solo agli albori di una Rivoluzione ha già inciso nella Politica, nell’Economia, nelle relazioni sociali e culturali.”

Cosa abbiamo perso di vita reale e di sentimenti in questa vita digitale?
“Alcuni grandi economisti, come Keynes, già nel 1930 ipotizzavano che la tecnologia in futuro avrebbe eliminato tanti posti di lavoro. E per tale motivo preconizzava una settimana lavorativa di 15 ore di lavoro, adducendo che la tecnica avrebbe permesso tale settimana corta di lavoro. Il sociologo Domenico De Masi, morto pochi mesi fa, era un sostenitore dello smartworking e desiderava una società in cui ci fosse, grazie ad un saggio uso delle ITC, un ozio creativo. Ovvero questi grandi intellettuali ci hanno indicato la strada concreta di utilizzare al meglio la tecnologia. Purtroppo al momento tutto ciò non è avvenuto. E ciò che abbiamo perso (relazioni sociali autentiche) è sicuramente maggiore di ciò che abbiamo guadagnato. Come sostengono alcuni miei amici frati francescani, la “lebbra” più forte di questo inizio secolo è la solitudine.”

Quanto la spaventano le generazioni future? Crede che andranno a perdersi anche i pochi valori e tradizioni ancora in uso?
“La Speranza è una virtù teologale. Spero e sono profondamente convinto che le nuove generazioni (Zoomer e Alpha) sapranno attraversare e vincere le sfide moderne della complessità, quali la mancanza di lavoro causate dall’Intelligenza Artificiale, il dramma del cambiamento climatico, la crescente povertà in molte zone anche del progredito Occidente, i divari tra i paesi del Sud e del Nord (non solo in Italia), le tante guerre fratricide e criminogene che dilaniano la nostra Casa Comune. Ci credo fortemente. Dovremo essere anche noi adulti bravi a sostenere il cambiamento tanto auspicabile.”
Una medusa che si “appiccica” senza mai morire, cambiando totalmente il suo destino.

Cosa vorrebbe trasferire ai giovani?
“Gli insegnamenti che hanno dato le vecchie generazioni a noi adulti: custodire il proprio cammino religioso, sociale, affettivo e culturale. Impegnarsi con serietà nel proprio percorso di studi e mantenere sempre viva la curiosità.  Lottare per la pace e per la giustizia.”

Ha nuovi progetti editoriali?  
“Il 30 Novembre 2023 presenterò “La medusa immortale” ad Angri alle ore 19.00 presso la sala-teatro della Parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli. Nel frattempo sto ultimando la stesura di alcune poesie. Il mio terzo libro sarà una silloge di liriche.”

Vi aspettiamo numerosi il 30 Novembre per ascoltare le parole di Sergio, per poi immergervi nella “ Medusa Immortale!”


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