Ievolella, Provveditore delle Opere pubbliche, è il commissario per le strade provinciali. I sindacati sollecitano. La situazione viaria nell’Isola.
Gianluca Ievolella è attuale Responsabile del Provveditorato interregionale per la Sicilia e la Calabria. È stato Consigliere di supporto al Presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e ha già lavorato in passato a Palermo, dirigendo l’Ufficio delle opere marittime della Sicilia. Ha esperienza e qualificazione professionale nel settore dei progetti di grandi infrastrutture di trasporto marittimo e dei piani regolatori portuali, dei procedimenti di realizzazione di infrastrutture civili e militari nonché per la sua attività di studio, ricerca e sviluppo di sistemi informativi territoriali georeferenziati.
Dopo un lungo tira e molla tra la Regione siciliana e il Ministro Danilo Toninelli dei Trasporti, quest’ultimo ha comunicato la decisione “Prendendo atto del suggerimento arrivato dal Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, il ministero ha deciso di proporre alla Presidenza del Consiglio il nome di Gianluca Ievolella quale commissario per la riqualificazione della viabilità dell’isola, in ottemperanza a quanto previsto dal decreto Sblocca cantieri e con largo anticipo rispetto alla scadenza fissata dalla norma”.
“Pur non facendo parte della terna di opzioni messa inizialmente sul tavolo dal Ministero – prosegue la nota del Ministro dei Trasporti – l’ingegner Ievolella rappresenta a nostro avviso una ottima soluzione in termini di professionalità, competenza, curriculum e persino per il suo dichiarato amore per la Sicilia, aspetto che certamente ha una sua importanza. Prendiamo al tempo stesso atto della stima che Musumeci dimostra, con questa proposta – prosegue la nota – nei confronti del Provveditorato opere pubbliche, articolazione territoriale rilevante del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che gioca già oggi un ruolo di primo piano nel rilancio infrastrutturale della regione”.
“La figura di Ievolella, suggerita al ministero dal Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci – commentano in una nota i deputati cinquestelle Luciano Cantone, Paolo Ficara e Angela Raffa – è sicuramente garanzia di competenza e professionalità. La sua esperienza e l’amore che Ievolella ha sempre dimostrato per la nostra terra ci conforta e siamo convinti che, se dovesse essere lui il commissario, il suo lavoro sarà rigoroso e rivolto esclusivamente a garantire la tutela degli interessi dei cittadini siciliani”.
“Non conosco l’ingegnere Gianluca Ievolella. Conosco invece la storia e le funzioni del Provveditorato alle opere pubbliche, presente in Sicilia sin dagli anni Venti. Un’istituzione statale di grandi competenze – commenta il Presidente della Regione Nello Musumeci – Per questo abbiamo suggerito al Ministro Toninelli il capo del Provveditorato per affrontare da Commissario la riqualificazione della disastrata rete viaria provinciale in Sicilia. Lo attendiamo alla prova e solo dopo esprimeremo le nostre valutazioni”.
E
ancora il Ministero dei Trasporti “Pur non facendo parte della terna di opzioni messa inizialmente sul tavolo dal Ministero, l’ingegner Ievolella rappresenta a nostro avviso una ottima soluzione in termini di professionalità, competenza, curriculum e persino per il suo dichiarato amore per la Sicilia, aspetto che certamente ha una sua importanza”.
“Prendiamo al tempo stesso atto della stima che Musumeci dimostra, con questa proposta, – prosegue la nota del Ministero dei Trasporti – nei confronti del Provveditorato opere pubbliche, articolazione territoriale rilevante del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che gioca già oggi un ruolo di primo piano nel rilancio infrastrutturale della regione”.
I sindacati Cisl, Fit e Filca siciliane segnalano l’urgenza di affidare i lavori mediante gare nel giro di due anni o altrimenti si perderanno gli stanziamenti di Bruxelles per revoca a causa di inadempienza o non curanza “Per lo più buona parte di queste opere sono di competenza di Anas e Rete Ferroviaria Italiana, che hanno fin qui accumulato ritardi che la Sicilia non si può permettere”.
La viabilità nell’Isola è il tema del libro bianco «Connettere la Sicilia» elaborato dal sindacato guidato nell’Isola da Sebastiano Cappuccio. nuovo segretario generale della Cisl Sicilia. 234 pagine di dossier che passa ai raggi x lo stato di strade, autostrade, linee ferrate, porti e aeroporti della regione.
La presentazione del libro di Cappuccio ha introdotto un dibattito, svoltosi a Palermo e che dal libro bianco del sindacato ha preso le mosse. Vi hanno preso parte: la leader nazionale Cisl Annamaria Furlan, che ha tirato le conclusioni; il presidente della Regione Nello Musumeci; il vicepresidente e assessore all’Economia, Gaetano Armao; l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. Ancora: Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Anci Sicilia; Marco Migliore, docente di Teoria dei sistemi di trasporto nell’università di Palermo; Valerio Mele, coordinatore territoriale per la Sicilia, dell’Anas. E Roberto Pagone, direttore Investimenti Area Sud di Rete Ferroviaria Italiana. I segretari Dionisio Giordano (Fit Sicilia) e Paolo D’Anca (Filca Sicilia), hanno svolto approfondimenti tematici. Ha moderato il confronto Lino Morgante, direttore editoriale dei quotidiani Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia.
Il libro mette anche in luce, che in Sicilia sono 1900 i “punti di criticità” che pesano sull’incerto stato dei viadotti. Al riguardo “si è in attesa – si legge nello studio – che l’Anas fornisca l’esito del monitoraggio per gli interventi da eseguire”. Così come, afferma Cappuccio “ci auguriamo che qualcosa prima o poi si muova sul fronte della cosiddetta continuità territoriale tra Sicilia e continente”.
Il 4 febbraio 2016 il Parlamento europeo, ricordano alla Cisl, votò una risoluzione che riconosceva la condizione di insularità della regione. Una decisione che suscitò entusiasmo. E sembrò aprire la strada all’abbattimento dei costi delle tratte marittime, ferroviarie e aeree e a misure di fiscalità compensativa. Ma “tre anni dopo siamo pressocché dov’eravamo tre anni fa” chiosa il segretario della Cisl Sicilia Cappuccio. È anche per questo, e per avere costantemente il polso della situazione dei trasporti e tenere dritta la barra di un settore che taglia trasversalmente l’economia, che la Cisl Sicilia propone “l’istituzione, a Palazzo d’Orleans, di una cabina di regia interassessoriale, interistituzionale e aperta alle forze sociali.
“Pensiamo – rimarca Cappuccio – possa essere uno strumento strategico non solo nella logica della ricognizione. Anche in quella dell’organizzazione. E della programmazione dello sviluppo in rete».
Il libro bianco, relativamente ai collegamenti viari, segnala la «situazione di stallo di molti cantieri, con 268 opere bloccate o in difficoltà a vario titolo, per un valore di 4,7 miliardi». E fa l’elenco di una serie di opere per la cui realizzazione sarebbe «necessario e non più derogabile» un colpo d’acceleratore: dall’anello autostradale Gela-Agrigento-Castelvetrano per il quale «si sta avviando solo ora con colpevole ritardo» la progettazione di fattibilità tecnica ed economica, ad alcuni assi fondamentali come la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento «per il cui completamento mancano lavori per 200 milioni complessivi oltre alla ricerca di soluzioni adeguate per pagare fornitori e creditori dell’impresa in crisi». Ma il dossier fa luce anche sul caso della superstrada Ragusa-Catania che dovrebbe già essere in attività, in teoria, grazie a un project financing tra Sarc srl (55%), Anas (18%) e Regione (27%). La telenovela lunga un paio di decenni e che avrebbe potuto far leva su risorse per più di 800 milioni, non è però ancora arrivata al capolinea. Per il Cipe, se per un verso l’opera ha rilevanza strategica, per un altro poggia su un piano economico-finanziario di dubbia sostenibilità. Così questa interminabuile vicenda, rimarcano alla Cisl, «rischia di scivolare alle calende greche».
Riguardo poi ai collegamenti autostradali, il dossier rileva che l’attuale sistema di autostrade in Sicilia “è gestito da due enti (il Cas e l’Anas) ed è interamente a due corsie”.
E a proposito del Cas, per Cisl, Fit e Filca regionali, la vicenda del Consorzio per le Autostrade Siciliane è assai singolare, in quanto il Cas è un ente pubblico non economico che produce ricchezza grazie agli incassi dei pedaggi che riscuote per i 222 chilometri di autostrade che tiene in portafoglio. Ma chiude da sempre in passivo i propri bilanci né riesce a destinare risorse alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle arterie autostradali che formalmente cura. Così quegli assi «versano in condizione di abbandono con evidente pregiudizio per la sicurezza degli utenti”.
Riguardo invece alle strade provinciali, queste complessivamente, nelle nove province dell’Isola, si estendono per 14.717 chilometri. In gran parte su percorsi precari e dissestati. Sulla carta esiste un piano d’interventi straordinario per rimettere in sesto 70 strade, che può giovarsi di 100 milioni messi a disposizione da patto per il Sud e accordo di programma quadro. Ma il dato è che la viabilità secondaria resta uno dei talloni d’Achille della Sicilia. Ed è, al momento, un freno tirato sullo sviluppo dell’Isola. In ogni caso, area per area, la rete provinciale è così distribuita. E queste sono le risorse per ora disponibili. Palermo: 2.624 chilometri con 11 interventi previsti per 17.275 milioni. Catania: 1.911 chilometri. In agenda sono 8 gli interventi in programma per 16.610 milioni. Messina: 2.102 chilometri con 9 interventi per 17.243 milioni. Trapani: 1.311 chilometri con 9 interventi per 13.556 milioni. Agrigento: 1.447 chilometri. Previsti 4 interventi per 3.400 milioni. Caltanissetta: 1.527 chilometri. Sono 10 gli interventi attesi per 6.580 milioni. Enna: 1.373 chilometri. Gli interventi programmati sono 8 per 8.100 milioni. Ragusa: 868 chilometri. Previsti 6 interventi per 5.240 milioni. Siracusa: 1.554 chilometri per i quali sono stati messi in conto 5 interventi per 11.133 milioni.
La rete ferroviaria in Sicilia è composta da 1369 chilometri di linee i cui tracciati «sono, di massima, rimasti quelli originari e tortuosi». Così come “molto limitate sono state nel corso del ventesimo secolo le opere di ammodernamento”. Nel dossier si legge che nonostante gli ingenti stanziamenti finanziari e gli obiettivi fissati nel decreto Sblocca Italia (164/2014) “non è stato ancora avviato alcun progetto» riguardo alla velocizzazione e al raddoppio del binario della ferrovia Palermo-Catania, «ad eccezione del tratto Bicocca-Catenanuova”.
Ma si precisa anche che lo stallo non è peculiarità unicamente della linea ferrata Palermo-Catania “Occorre sbloccare il raddoppio della tratta Messina-Catania e ripristinare il collegamento ferroviario interrotto, dal 2011, tra Palermo e Trapani via Milo”. E a mezz’aria restano pure le questioni dell’anello ferroviario di Palermo e del passante ferroviario di Palermo e Catania “chiudere queste storie una volta per tutte è indispensabile”.
Il trasporto aereo affinché possa liberare le potenzialità di cui è naturalmente portatore nella regione i cui principali aeroporti (Palermo e Catania) si piazzano tra i primi dieci d’Italia, sarebbe opportuna, sottolinea il libro bianco Cisl, necessita della “creazione di due grandi hub nell’Isola» che abbiano in Palermo a ovest e Catania a est, i due poli del sistema aeroportuale regionale. Due hub che consentano di superare le criticità emerse nella gestione degli aeroporti minori. Vedi i casi di Trapani e Comiso. E che siano in grado di dare una decisiva spinta allo sviluppo attraverso un’offerta più adeguata di voli. L’outlook degli scenari di crescita stima del resto che entro i prossimi dieci anni il traffico totale degli aeroporti dell’Isola tocchi quota 28 milioni di passeggeri, dieci in più degli attuali. E sarà un incremento tra i più alti nel Paese con la quota maggiore prevista per Fontanarossa e a seguire per il Falcone-Borsellino. Due grandi hub, dunque, sarebbero «opportuni. Anzi necessari», puntualizza il dossier Cisl. Sottolineando che, in questa prospettiva, «va sciolto inderogabilmente il nodo del collegamento ferroviario veloce tra le aerostazioni di Palermo e Trapani da un lato, di Catania e Comiso dall’altro”.
I porti dal 2016 la cui governance del settore è affidata alle Autorità di sistema. Per la Sicilia occidentale (Palermo, Trapani, Porto Empedocle e Termini Imerese) e per la Sicilia orientale (scali di Augusta e Catania) e da qualche mese, anche all’Autorità di sistema dello Stretto di Messina a cui fanno capo i porti di Messina e Milazzo per la Sicilia e Reggio e Villa San Giovanni per la Calabria. Ma l’economia siciliana degli scambi via mare passa anche, si legge nel dossier Cisl “per lo sviluppo dei due interporti dell’Isola, quali Termini Imerese da realizzare, Catania Bicocca da completare”.
Inoltre, restano aperte alcune questioni. A cominciare dal fatto che i porti minori, di Mazara, Marsala, Castellammare, Gela, Pozzallo, Siracusa e i porti turistici e delle isole minori, sono fuori dal sistema delle Authority. Pertanto “va ampliata la competenza delle Autorità e va istituita una Conferenza delle Autorità con funzioni di cabina di regia”. Ma va anche, insiste il libro bianco, data attuazione alle Zone economiche speciali (Zes) concepite dalle vigenti disposizioni normative e regolamentari con l’obiettivo di attrarre investimenti nelle aree dei porti, degli aeroporti, nei retroporti e nelle piattaforme interportuali. Le Zes possono giovarsi di incentivi e agevolazioni fiscali, di deroghe normative, di semplificazioni amministrative. Ma finché resteranno sulla carta, saranno «né più né meno che un oscuro oggetto del desiderio», è la chiosa Cisl.
Il ponte sullo Stretto per Cisl, Fit e Filca siciliane, è un’infrastruttura ferroviaria e stradale ”la cui realizzazione sarebbe utile e necessaria”. Oltretutto, darebbe un senso anche alle politiche di continuità territoriale.
“È stato inopportuno e sconsiderato nel 2013 – puntualizza il libro bianco – far decadere il contratto con l’Ati Eurolink aggiudicatrice dell’appalto per la realizzazione dell’opera, a fronte di una ingente penale”. Una scelta con strascichi onerosissimi, che arrivano fino a noi. È recente infatti la notizia del ricorso contro la decisione del Tribunale, per un maxi-indennizzo di 700 milioni. Una montagna di soldi che rischiano di finire letteralmente a mare “a dispetto della fame della regione, di collegamenti e sviluppo, che meriterebbe ben altra sorte”.
“il Sud e la Sicilia, negli ultimi anni, non hanno visto investimenti nelle infrastrutture – dichiara il segretario nazionale Annamaria Furlan – E oggi ne paghiamo le conseguenze. Perché Nord e Sud vanno collegati, solo così si possono creare investimenti e lavoro».
L’assessore regionale infrastrutture e Trasporti avvocato Marco Falcone, ha affermato che ”abbiamo chiesto all’Anas di attivare entro il 2022 opere per una spesa complessiiva di 1,2 miliardi. E anche di riaprire a settembre, facendo ricorso pure ai turni di notte, il viadotto Himera crollato nel 2014”. Ha inoltre reso noto che “entro novembre saranno concluse le progettazioni definitive per il collegamento in un’ora e 45 minuti delle stazioni centrali di Palermo e Catania”. L’opera, che costerà cinque miliardi, sarà completata entro il 2025.
L’assessore all’Economia e Vicepresidente della Regione Sicilia Gaetano Armao ha rilevato che “tutto s’incrocia con la grande questione dei tempi dei procedimenti aministrativi”. E su questo qualche giorno fa l’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) ha approvato una importante riforma, tanto che “oggi la Sicilia ha la legge sulla semplificazione e la trasparenza, più avanzata d’Italia”. Ha inoltre sostenuto che “l’altra faccia della medaglia è il tema delle infrastrutture digitali”. Ma su questo la Sicilia per una volta può appuntare una stelletta al petto “Con l’attuale ritmo di diffusione della banda larga, nel 2023 la Sicilia sarà l’area più digitalizzata d’Europa”.
Adduso Sebastiano
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