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n Italia un figlio su tre nasce da genitori non sposati: sono i bambini che “salvano” il bilancio demografico nazionale. Nel 2016 ci sono state centomila nascite in meno rispetto al 2008. Cresce solo il numero di figli di coppie non sposate, che rappresentano un terzo del totale. “Prima se si voleva avere i figli ci si sposava dopo aver convissuto. Ora è normale averli anche all’interno della libera unione”, scrive Linda Laura Sabbadini, e prima ancora, aggiungiamo noi, non solo non si conviveva nemmeno ma avere addirittura un figlio, fuori dal matrimonio, era una vergogna con un peso maggiore man mano che il “prima” arretrava nei tempi.
I nati fuori dal matrimonio disegnano una nuova Italia
Il rapporto dell’Istat: lo scorso anno 100 mila bambini in meno rispetto al 2008. In crescita solo i figli delle coppie non sposate: rappresentano il terzo del totale
Un recupero così piccolo potrà incidere poco sui livelli di fecondità. Ma se le nascite nel matrimonio diminuiscono, continuano a crescere quelle fuori dal matrimonio. Una crescita incessante, anno dopo anno che evidenzia che le libere unioni nel nostro Paese non sono più come in passato solo il modello di convivenza prematrimoniale, periodo di prova dell’unione, ma si stanno anche consolidando come forma di vita familiare che si affianca al matrimonio. Prima se si voleva avere i figli ci si sposava dopo aver convissuto.
Ora è normale averli anche all’interno della libera unione. E’ il segno di cambiamenti culturali e di costume. 141.757 i nati da genitori non coniugati nel 2016, oltre duemila in più rispetto al 2015. Il loro peso relativo è più che triplicato rispetto al 1995 e raggiunge il 29,9% dei nati nel 2016. La percentuale arriva a un terzo tra le coppie di italiani, al 37% tra quelle miste, al 17% tra quelle di soli stranieri.
Ma allora che cosa sta succedendo? Quali sono i motivi del calo? Il problema non è che non si vogliono avere figli. Solo l’1,8% delle donne da 18 a 49 anni che non hanno figli ha dichiarato di non avere come progetto di vita l’avere un figlio, praticamente nessuna. Il che vuol dire che ci sono ostacoli al trasformare i desiderio di avere figli in realtà. E’ l’effetto della crisi che ha colpito soprattutto i giovani che rimandano la formazione di una famiglia e la costruzione di una vita indipendente. E’ anche l’effetto del lungo calo delle nascite che ha caratterizzato il nostro Paese. Se nel 1995 si è toccato il minimo della fecondità, quella generazione, come quelle degli anni successivi, a venti, trenta anni di distanza, non può che essere molto meno numerosa di quella nata 20,30, 40 anni prima. E anche se quelle donne avessero un ugual numero di figli delle generazioni precedenti, ciò non basterebbe a uguagliare il numero di nati degli anni passati.
Dovrebbero in media fare molti più figli delle donne nate prima di loro. E invece succede il contrario. Le donne nate nei primi Anni 20 avevano in media 2.5 figli, quelle nate tra il 1945 e il 1949 ne avevano 2, quelle nate nel 1976 solo 1.4. Per di più, mentre all’inizio del calo della fecondità la riduzione avveniva soprattutto sul fronte dei figli di ordine superiore al primo, ora aumentano decisamente con il passare delle generazioni le donne che arrivano alla fine del periodo fecondo senza nessun figlio. L’11% del totale delle nate nel 1950 non ha avuto figli, il 13% di quelle nate nel 1960 e il 21% delle nate del 1976. Un vero tracollo a cui dobbiamo rimediare.
Dal 2012 diminuiscono, seppur lievemente (-7 mila), anche i nati con almeno un genitore straniero pari a poco più di 100 mila nel 2016 (21,2% del totale). Il calo maggiore si evidenzia per i nati da genitori entrambi stranieri, che nel 2016 scendono per la prima volta sotto i 70 mila. Il numero medio di figli per le donne straniere si colloca a 1,97, era 2,43 nel 2010. Una diminuzione molto accentuata. Le italiane arrivano a 1,26 contro 1,34 nel 2010. D’altro canto non dobbiamo meravigliarci. Oltre al naturale processo di convergenza dei comportamenti degli stranieri e degli italiani dovuto ad una maggiore integrazione nel nostro Paese, va sottolineato che gli stranieri hanno subito i colpi della crisi più degli italiani.
Inoltre la struttura per età delle donne straniere è più invecchiata che in passato e aumenta il peso di comunità come quelle dell’Est, e le stesse filippine e ucraine con minori livelli di fecondità. D’altro canto anche loro per effetto della crisi rinviano il momento della nascita dei figli e in questo momento anche più degli italiani sul primo figlio. Il calo di nati da stranieri rispetto al 2008 per il 70% dei casi è dovuto a primi figli. Per gli italiani era al 70% lo scorso anno e ora è sceso al 57%, dato sempre alto ma con piccoli segnali di recupero.
vivicentro.it/cronaca
vivicentro/Un bimbo su tre figlio di genitori non sposati
lastampa/I nati fuori dal matrimonio disegnano una nuova Italia LINDA LAURA SABBADINI
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